Italia-Fiji: le parole di Sergio Parisse e Tommaso Boni alla vigilia

Tra i temi toccati dal capitano e dal centro: la differenza tra PRO 14 e test match, il talento figiano e la formazione

sergio parisse

ph. Sebastiano Pessina

CATANIA – L’Italia è carica e sembra aver ben in mente cosa fare. Domani alle ore 15, lo Stadio Massimino di Catania è pronto ad accogliere gli azzurri per la sfida alle Fiji. Oggi intanto, dal NH Hotel della città etnea, Sergio Parisse e Tommaso Boni sono intervenuti in conferenza stampa. Ecco le loro parole.

 

“Non siamo nella posizione di poter prendere nessun test match sottogamba – esordisce il numero 8 –  per noi questa sfida è già decisiva: c’è la volontà del gruppo di partire bene e portare avanti un percorso lungo tutto il mese di novembre. L’allenatore ha scelto di portare quattro esordienti nei 23 e il debutto è sempre un’emozione particolare.

Nell’ultimo anno abbiamo vissuto un Sei Nazioni molto difficile e, anche se non ho partecipato alla tournèe di giugno, ho spesso parlato con Conor e devo dire che ci ritroviamo dopo un inizio di stagione con un gruppo motivato e voglioso. Le prestazioni messe in campo da Benetton e Zebre sono state di buon livello, al di là dei risultati: il lavoro e la strada sono quelle giuste“.

Parisse, però, avverte: “I Test Match rappresentano una sfida diversa. Il livello del Pro 14 non è comparabile a questo tipo di partite e la Premiership e il Top 14 non hanno l’intensità delle sfide internazionali. Le premesse sono buone e c’è entusiasmo, ma questo non serve a niente se non lo mettiamo sul campo.”
Interrogato sulle parole di O’Shea sull’importanza della prestazione, Parisse ha chiarito così: “Vogliamo vincere, ma sappiamo che per arrivare a questo traguardo dobbiamo rispettare il piano di ciò che abbiamo preparato: non siamo una squadra che può affermarsi giocando male“.

Le Fiji – conclude Parisse fotografando gli avversari – sono fisicamente dotate e non hanno nulla da invidiare a nessuno, neanche agli All Blacks. Detto ciò dal 2013 ad oggi, (data dell’ultima sfida dove gli azzurri hanno giocato in casa con gli isolani, ndr) ho sentito dire tante volte che sono disorganizzati, ma non è vero secondo me. Hanno dimostrato di essere competitivi e dominanti anche nelle fasi statiche, che prima potevano essere il loro punto debole. In questo senso penso che la partita possa essere difficile. Per me la più difficile delle tre, visto che sappiamo più o meno come Argentina e Sudafrica giocano. I figiani sono più liberi tatticamente e quindi imprevedibili, sanno ribaltare l’azione in qualsiasi momento. La concentrazione e l’attenzione saranno determinanti in qualsiasi momento”.

 

 

Tommaso Boni: “Ogni opportunità che abbiamo dobbiamo coglierla. A mio parere – ha detto il centro – non meritiamo il 14esimo posto nel ranking: dobbiamo occupare una posizione più alta, ma per fare questo è necessario mostrarlo sul campo con una vittoria”.
Sulle scelte di formazione: “Non credo che la scelta di una trequarti zebrata sia stata fatta a caso. Ci troviamo bene, ci divertiamo e abbiamo affiatamento, in azzurro come nel club. C’è molta libertà, ma va messa in campo con gli strumenti giusti”.
On Rugby ha chiesto a Boni come si affrontano i trequarti figiani, noti per la loro corsa e la notevole stazza: “Stiamo lavorando per capire come sfidarli. Sicuramente non li aspetteremo ma cercheremo di avanzare e togliere loro il tempo per mettersi in moto, anche con placcaggi che devono essere duri”.

 

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