Un po’ Munster un po’ Saracens. Come i Lions possono sopravvivere in Nuova Zelanda

Contro i Crusaders tutta la classe e l’intelligenza della mediana Murray-Farrell. La lavagna tattica è per loro

owen farrell british & irish lions rugby

ph. INPHO/Dan Sheridan

Era la prova del 9 e i Lions l’hanno superata. Dopo una vittoria per nulla convincente contro i Provincial Barbarians e la sconfitta di Auckland contro i Blues, la selezione in rosso era attesa dalla sfida con la franchigia neozelandese più in forma, i Crusaders. Le scelte di formazione di coach Gatland facevano presagire il peso specifico dell’incontro nell’economia complessiva del tour e la decisione di affidare la mediana alla coppia Murray-Farrell si è rivelata decisiva. Battaglia tattica e gestione del match perfette, con un gioco che ha ricordato quello di Munster e Saracens, club dove militano i due registi del gioco Lions.

 

 

Il piede dalla base per vincere la battaglia tattica

Tra tutti i mediani di mischia a disposizione dei Lions (ma aggiungiamo pure tra tutti i mediani di mischia attualmente in circolazione), Murray è certamente il migliore per quanto riguarda l’esecuzione del calcio dalla base per portare pressione e guadagnare territorio. Un fondamentale apprezzato molte volte con la maglia di Munster, che nella semifinali di Champions Cup contro i Saracens ha pagato a carissimo prezzo l’assenza del principale motore del proprio gioco.

Contro i Crusaders sono stati ben 17 i calci eseguiti dal nativo di Limerick, alcuni per andare in rimessa laterale da dentro i propri 22 e altri per guadagnare territorio con la salita della rete difensiva che spesso ha contestato l’ovale in aria guadagnando un buon numero di possessi extra da questa situazione. Calci splendidi esteticamente ma soprattutto con il timing perfetto per portare la rete.

 

british & irish lions 5 rugby

nel punto di impatto sono sempre presenti almeno due giocatori Lions: uno contesta, l’altro si preoccupa invece dell’eventuale rimbalzo

 

Tutto deve essere perfetto. Altrimenti…

Ma a dimostrazione della pericolosità delle squadre neozelandesi, ogni cosa deve essere eseguita alla perfezione per non rischiare di mettere gli avversari kiwi in condizione di rendersi pericolosi. E’ il minuto ’22 e un calcio di Murray nelle intenzioni verosimilmente indirizzato verso la rimessa laterale, resta in campo. I Crusaders contrattaccano prima per vie verticali e poi allargando il gioco, trovando grazie anche a pulizie veloci impreparata la linea Lions che concede il break al largo di Hall. La difesa va sotto pressione e concede il penalty più che piazzabile, convertito da Mo’unga nei primi 3 punti dei padroni di casa.

 

 

Murray il metronomo: quando rallentare è tutto

Dove la squadra di Gatland ha costruito il successo è stato nell’imporre alla partita il ritmo desiderato. Le prime due uscite contro Provincial Barbarians e Blues hanno fatto capire che l’unico modo per disinnescare il gioco neozelandese è tarpando le ali agli avversari: ciò significa accelerare solo se necessario, costruire in modo paziente e non forzare il gioco ad uscire dai binari dell’ortodossia tattica, per evitare di mettere a disposizione degli avversari quelle palle di recupero che rappresentano nelle mani dei giocatori kiwi contrattacchi potenzialmente letali. In questo Murray è un maestro, un metronomo che scandisce tempo e intensità della partita coinvolgendo ora gli avanti ora la linea veloce.

 

Minuto ’64: i Crusaders attaccano a pieno organico appena fuori dai 22 Lions. Un errore di trasmissione forza la turnover ball: contrattaccare sarebbe più che lecito, soprattutto dopo la prima corsa verticale di North che mette già i suoi sul piede avanzante trasformando l’azione in offensiva. Ma il piano di gioco prevede invece di riaggiustare il gioco rotto: Murray distribuisce con calma, due breakdown per abbassare il ritmo e piede alto contestato.

Il calcio viene recuperato. Altra situazione di difesa in arretramento e spazi larghi, ma ancora una volta Murray non forza. I Crusaders tengono tanti giocatori sulla linea pensando alle mani avversarie e invece arriva un secondo, splendido calcio. 60 metri guadagnati col minimo sforzo e lancio Crusaders nei loro 22.

 

 

Farrell, c’è un Sarries in maglia Lions

Un altro giocatore che con questo tipo di gioco va a nozze è Owen Farrell. Del gioco strategico dei Saracens abbiamo già parlato, ma quanto fatto vedere contro i Crusaders dal mediano di apertura inglese per quanto riguarda la gestione del gioco, ha ricordato situazioni già viste con il club. Minuto ’47 e questa situazione di partenza, nata dopo rimessa laterale e due cariche centrali.

british & irish lions rugby 6

la struttura dell’attacco Lions, con doppia linea offensiva e mini unit, costringe la difesa a mettere densità sulla linea che conta ben 13 giocatori Crusaders (14 contando anche Tamanivalu che sta salendo). A quel punto resta inevitabilmente uno spazio scoperto sulla profondità, che Farrell esplora perfettamente al piede 

Cosa manca ancora a questi Lions? Il cinismo in zona rossa, sicuramente: troppe le occasioni per marcare non sfruttate contro i Crusaders, situazioni che in vista delle partite contro gli All Blacks non potranno essere sbagliate. Ma intanto Gatland sembra aver trovato la quadra…

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