Molte pause e poca continuità, lo spezzatino Eccellenza è servito

Il massimo campionato nazionale viaggia ancora a singhiozzo. Giocare di più aiuterebbe tutto il movimento

eccellenza rugby

ph. Tommaso Del Panta

Sabato 1 ottobre, sabato 8 ottobre, sabato 29 ottobre, sabato 5 novembre, sabato 3 dicembre, venerdì 23 dicembre, sabato 7 gennaio. No, non stiamo dando i numeri ma riportando i giorni in cui si disputano le prime sette giornate dell’Eccellenza, massimo campionato nazionale. Sette settimane di partite in un arco di tempo complessivo di 14 weekend, intervallati dalle due parentesi dedicate alle Coppe Europee (in cui le formazioni di Eccellenza scendono in campo in Qualifying Competition e nel Trofeo) e dalla finestra internazionale di novembre. Ma resta la sostanza del campionato spezzatino: le squadre giocano non solo poco, ma anche con poca continuità. E in queste condizioni il lavoro degli staff tecnici risulta molto più complicato mancando la prova del nove, quella del campo, per verificare quanto provato e preparato in allenamento.

 

 

Prendiamo per esempio le sei squadre che non partecipano alla Coppa Qualificazione ma al Trofeo Eccellenza, divise in due Gironi da tre con partite di sola andata: dal primo di ottobre 2016 al 7 gennaio 2017 (dal 7 maggio, considerando quando è finita la scorsa stagione e quando è iniziata quella attuale), Viadana, Reggio Emilia, San Donà, Lazio, Fiamme Oro e Lyons Piacenza avranno disputato complessivamente nove incontri ufficiali in 99 giorni di stagione, che di media significa uno ogni undici giorni. Un po’ meglio è andata a Calvisano, Rovigo, Petrarca e Mogliano, in campo quattro volte nella terza coppa per un totale di 11 incontri (uno ogni 9). Ma resta il fatto che la mancanza di continuità è un problema, come riconosciuto dal Presidente delle Fiamme Oro Armando Forgione parlando con noi della nascita di una nuova Lega di club. “Una Lega tutela gli interessi delle società, come ad esempio stilare un calendario che tuteli gli interessi – ha dichiarato il numero uno dei cremisi – Fermare il campionato un mese a novembre non è interesse di nessuno, ad esempio. Dobbiamo dare la possibilità di giocare, che sia un torneo Seven o una vera Coppa Italia a cui partecipino le squadre di Serie A“. Ad aprile 2016, invece, era stato il tecnico del Petrarca Andrea Cavinato a mettere in luce il problema: “Il campionato inizia il 10 ottobre e devi giocare d’inverno, si potrebbe iniziare a settembre e non avere un campionato a singhiozzo”, aveva dichiarato a proposito della stagione 2015/16 (che aveva dovuto fare i conti anche con l’anno Mondiale).

 

La struttura del campionato a dieci squadre non aiuta certo a riempire le caselline del calendario che rimangono vuote. Certo è che un modo per riempirle va trovato, perché la pausa di novembre di un mese è davvero lunga e non aiuta nessuno: gli staff tecnici ad allenare, i giocatori ad imparare, gli sponsor ad investire e i tifosi ad affezionarsi alle vicende e vicissitudini del nostro massimo campionato nazionale. Anche perché all’estero in un modo o nell’altro si gioca sempre, se pensiamo per esempio che a novembre si sono disputati i primi round di Anglo-Welsh Cup (ex LV Cup) o durante le pause per e coppe la British&Irish Cup. Vero che non possiamo paragonare un campionato come l’Eccellenza a Premiership, Top14 o Pro12, ma il problema esiste e dovrà essere affrontato.

 

 

Il modo più semplice per aumentare il numero di partite è aumentare il numero delle squadre, a meno che non si pensi di ridurlo ulteriormente ma introducendo una struttura più in stile Lega americana con più di due partite tra le stesse due squadre. Si obietterà che il livello di competitività è tale per cui difficilmente dodici squadre attualmente esistenti potrebbero al giorno d’oggi dare vita ad un torneo non troppo squilibrato tra la parte alta e quella bassa. Ma tra Accademia che viaggia a vele spiegate nel più difficile Girone della Serie A e addetti ai lavori che invocano una seconda squadra delle franchigie che militi in Eccellenza, una soluzione al problema potrebbe esistere e dovrà essere trovata. Giocare di più serve a tutti: ed è questa una delle questioni principali che la nuova Lega dovrà affrontare.

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