Test Match: Scozia senza problemi, Georgia battuta 43-16

I Lelos spaventano la Scozia in avvio, poi è un monologo di Laidlaw e compagni. I Dark Blues chiudono in crescendo un autunno positivo

Action Images / Russell Cheyne Livepic

Action Images / Russell Cheyne Livepic

KILMARNOCK – La Scozia torna dopo due anni in Ayrshire e il pubblico risponde molto bene (15401 spettatori), anche grazie ad una numerosa presenza di tifosi georgiani. Il terreno di gioco in 3G è perfetto, la nebbia si è alzata, fa freddo ma ci sono tutte le condizioni necessarie per una grande gara, contando che la posta in palio, come detto in fase di presentazione, è davvero alta per entrambe. L’ultima volta che le due squadre si sono affrontate, nel 2011 durante la RWC in Nuova Zelanda, era anche la prima sfida ufficiale tra le nazionali, vinta dalla Scozia 15-6 dopo una battaglia giocata sotto l’acquazzone che aveva colpito Invercargill e decisa dal piede di Dan Parks.

 

La Scozia vince la prima mischia chiusa e tiene il possesso nei primi tre minuti, ma è la Georgia a passare per prima in vantaggio. Punizione ottenuta in un raggruppamento (tenuto scozzese) sui 10m difensivi, penal’touche nei 22m avversari su cui la difesa scozzese difende malissimo, lasciando scoperto il lato chiuso in cui si infila il mediano di mischia Lobzhanidze che, dopo aver recuperato l’ovale nella maul, va in tuffo all’altezza della bandierina sotto il Main Stand. Il direttore di gara, l’inglese Matthew Carley, si affida al TMO prima di convalidare la marcatura, che l’estremo Kvirikashvili non trasforma. Al 5′, la Georgia si porta in vantaggio (0-5).
La Scozia reagisce subito, andando in meta nell’azione successiva con Seymour – servito al piede da Hogg dopo qualche fase veloce. L’arbitro chiede ancora l’aiuto del TMO che convalida anche questa marcatura. Laidlaw è preciso dalla piazzola e porta avanti i suoi (7-5).
Al 14′ la gara subisce la prima scossa, quando la Scozia ottiene una meta tecnica perchè la difesa georgiana non riesce a contenere in maniera disciplinata l’avanzata di una maul nata nei 22m e la Georgia resta in inferiorità numerica (giallo al seconda linea Mikautadze). Laidlaw trasforma (14-5), ma la Georgia si riporta sotto il break tre minuti dopo col piede di Kvirikashvili (14-8).
Il gioco riprende e la Scozia va ancora in meta, stavolta con Maitland che, dopo qualche fase e un paio di ricicli non proprio perfetti di Laidlaw, riceve l’ovale sulla destra d’attacco trovando un varco tra due difensori con un furbo side-step. Laidlaw è ancora perfetto dalla piazzola e la Scozia allunga (21-8), quando si entra nel secondo quarto.
La gara si incattivisce, gli scontri al breakdown sono adesso durissimi e, mentre il gioco continua, Wilson, Malaguradze e Kolelishvili si azzuffano a metà campo. Il direttore di gara richiama i due capitani ma non prende provvedimenti, quando Fagerson, finora uno dei migliori, esce dal campo per un colpo alla testa. Laidlaw (al 27′, fuorigioco) e Kvirikashvili (31′, mischia vinta) si rispondono dalla piazzola, lasciando inalterato il vantaggio scozzese (24-11), prima che un’invenzione di Hogg al 34′ – recupera l’ovale sui 10m scozzesi, scavalca la linea avversaria con un calcetto andando a  riprendersi l’ovale prima di battere in velocità Kvirikashvili marcando la quarta meta dei Dark Blues – scavi il solco decisivo. Laidlaw non sbaglia da posizione angolatissima e la Scozia vola sul 31-11, risultato con cui le squadre vanno a riposo.

 

Nella ripresa, la Scozia riparte come si era chiusa la prima frazione, ovvero in possesso dell’ovale e in attacco, andando in meta al 42′ con Watson che chiude alla perfezione una penal’touche sui 5m avversari. Laidlaw trasforma la quinta meta, portando i suoi sul 38-11.
I Lelos, che al 48′ cambiano tutta la prima linea, non riescono più a riaprire l’incontro ma hanno il merito di giocare la loro partita fino alla fine, sostenuti a gran voce dai loro tifosi. Al 50′ la Georgia riesce finalmente a costruire un’azione pericolosa, tenendo il possesso e utilizzando la mischia chiusa per costruire la piattaforma per la seconda meta, ancora messa a segno dal mediano di mischia Lobzhanidze bravo a recuperare l’ovale dalla base della mischia e andare in tuffo oltre la linea – Kvirikashvili manda la trasformazione a lato da buona posizione (38-16). Non succede più molto, salvo un paio di break per parte e il giallo a Moray Low, punito per una scorrettezza in mischia chiusa al 73′ che costringe la Scozia a chiudere la gara in inferiorità. Al 76′, però, la Scozia va ancora in meta con Hogg che chiude un’azione in velocità innescata dal neo-entrato Ali Price che recupera l’ovale in un raggruppamento e riparte a testa bassa, premiando il sostegno di Hughes che serve a sua volta l’estremo dei Warriors al suo interno. Russell manda di poco a lato la trasformazione, con il match che si chiude sul 43-16 per i Dark Blues. Per la Georgia una brutta sconfitta che ridimensiona le ambizioni di Sei Nazioni di Gorgodze e compagni.

 

Scozia: 15 Stuart Hogg 14 Sean Maitland 13 Mark Bennett 12 Alex Dunbar 11 Tommy Seymour 10 Finn Russell 9 Greig Laidlaw (C) 1 Allan Dell 2 Ross Ford 3 Zander Fagerson 4 Richie Gray 5 Jonny Gray 6 Rob Harley 7 Hamish Watson 8 Ryan Wilson
A disposizione: 16 Fraser Brown 17 Alex Allan 18 Moray Low 19 Grant Gilchrist 20 John Barclay 21 Ali Price 22 Pete Horne 23 Rory Hughes

Marcatori Scozia
Mete: Seymour (8′), meta tecnica (14′), Maitland (19′), Hogg (34′, 76′), Watson (42′)
Conversioni: Laidlaw (8′, 14′, 20′, 35′, 43′)
Punizioni: Laidlaw (27′)

Georgia: 15 Merab Kvirikashvili 14 Giorgi Aptsiauri 13 Merab Sharikadze 12 Tamaz Mtchedlidze 11 Sandro Todua 10 Lasha Malaguradze 9 Vasil Lobzhanidze 1 Mikheil Nariashvili 2 Jaba Bregvadze 3 Levan Chilachava 4 Kote Mikautadze 5 Giorgi Nemsadze 6 Vito Kolelishvili 7 Mamuka Gorgodze (C) 8 Beka Bitsadze
A disposizione: 16 Badri Alkhazashvili 17 Karlen Asieshvili 18 David Kubriashvili 19 Lasha Lomidze 20 Giorgi Tkhilaishvili 21 Giorgi Begadze 22 Beka Tsiklauri 23 Shalva Sutiashvili

Marcatori Georgia
Mete: Lobzhanidze (5′, 52′)
Conversioni:
Punizioni: Kvirikashvili (17′, 31′)

 

di Matteo Mangiarotti

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