Interviste Delinquenti, Venditti: “Se non avessi giocato a rugby sarei stato pugile. In raduno non rinuncerei mai a Palazzani”

I Delinquenti prestati al mondo della palla ovale a tu per tu con ‘Giamba’ Venditti

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Dopo capitan Sergio Parisse, il secondo appuntamento con le Interviste Delinquenti si sposta ad Avezzano, passando per Parma. ‘Giamba’ Venditti risponde alle domande dei Delinquenti prestati al mondo della palla ovale.

 

C’è o c’è stato un avversario che non ti fa o faceva chiudere occhio sapendo che il giorno dopo lo avresti incontrato?
No, no. Fortunatamente non c’è mai stato. Anche perché io a queste cosa da ‘partita nella partita’ non do molta importanza. Non sono ansioso. Se vivessi incubi così il giorno dopo farei schifo… (ride ndr)

Meglio trovarsi di fronte a un Orso Marsicano o a Manu Tuilagi mentre stai per prendere una palla al volo?
(ride ndr) Fino all’anno scorso avrei detto che sarebbe stato meglio incontrare l’orso. Adesso mi sto mettendo sotto un sacco, per cui dico ancora che è meglio l’orso…

Il compagno di Nazionale che non vorresti mai dover placcare e quello da cui non vorresti mai ricevere un placcaggio. 
Ricevere il placcaggio: Favaro. È una fortuna che giochi con me. Gente difficile da placcare… dico Zanni. Dico lui perché uno dei più duri di sempre si è ritirato da poco ed è Andrea Masi.

Ora parliamo di cose serie. Tu sei un abruzzese DOC e non nascondi la tua passione per gli arrosticini. Una volta sulla nostra pagina si scatenò un putiferio sulla corretta modalità di cottura degli spiedini di pecora. Ce la dai tu la ricetta?
Allora, intanto dobbiamo specificare: parliamo di quelli piccoli da 20 grammi di ciccia o quelli grandi da 38 grammi?

Fai tu, i tuoi preferiti…
Allora facciamo quelli grandi: si mettono sulla ‘fornacella’ e se vogliamo essere precisi bisogna dargli un quarto di giro ogni minuto e mezzo e sei a posto. Li sali durante la cottura e non c’è problema. Importante è la ‘fornacella’, la griglia normale è da improvvisati.

 

 

In un recente articolo abbiamo scritto che il dramma più grande dell’essere ala è la vicinanza al pubblico durante le partite: ti è mai arrivato qualche insulto o magari qualche reggiseno tirato dalle fans?
È vero. Ma i reggiseni non mi sono mai arrivati, anche perché poi li prendono i ragazzi che controllano a bordocampo. Fortunatamente sono sempre stato circondato da persone per bene, niente urli, niente ‘cafonate’. È bello perché senti molti incoraggiamenti, ti chiamano anche per nome. Tante volte senti anche gli allenatori, quello sarebbe giusto evitarlo…

Se Venditti non fosse stato un rugbista cosa sarebbe stato?
Rimanendo nell’ambito sportivo mi sarebbe piaciuto tantissimo fare il pugile. Nella vita non sportiva è un punto interrogativo enorme che mi pongo anch’io tante volte. Quando dovevo scegliere l’università ne avevo mille che avrei voluto frequentare ma la frequenza era obbligatoria. Mi sarebbe piaciuto studiare qualcosa di diverso, di più impegnativo.

Quali sono i compagni di nazionale a cui non rinunceresti mai durante il Terzo tempo?
Guglielmo Palazzani, abbiamo fatto una tournée top, in camera insieme. Tornato a Parma ho chiesto a mia moglie se volesse andare qualche giorno a vivere con la ragazza di ‘Gullo’, per poter stare ancora un po’ con lui. Siamo stati troppo bene insieme. Lui è irrinunciabile.

E gli avversari con cui ti sei divertito di più?
Gli australiani. A loro piace molto divertirsi. Quando abbiamo giocato contro di loro a Firenze abbiamo fatto il terzo tempo insieme. In cima al ranking delle serate ci sono loro e gli argentini.

A cosa saresti disposto a rinunciare purché l’Italia vinca il Sei Nazioni?
Visto che punto a laurearmi a breve, sarei disposto a studiare altri tre anni, anche altri cinque. Per vincere subito tutta la vita. Anche con me non in campo eh…

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