Florian Cazenave tiene nel mirino il Top 14 ma Reggio è nel cuore

Il giocatore fa anche sapere di essere stato vicinissimo alle Zebre ma alla fine Burgess dovrebbe restare bianconero…

Cazenave

«Non ho mai pensato di lasciare il rugby, mai. E’ un riflesso di sopravvivenza, non volevo arrendermi senza essermi battuto. Il mio primo obiettivo era quello di tornare al mio livello, il secondo quello di tornare a giocare in Francia”. Parla così Florian Cazenave in una lunghissima intervista rilasciata a Midi Olympique, che dedica una intera pagina al giocatore transalpino che nel 2013 ha perso un occhio in un incidente domestico e che da allora non ha più giocato in patria perché la federazione di Parigi non gli ha concesso il nulla osta, “costringendolo” a venire in Italia, dove da qualche stagione milita nella Rugby Reggio.
“In Italia sono ripartito da zero – tutto quello che è arrivato non poteva che essere un bonus, un qualcosa in più. Ho scoperto una cultura, dei compagni di squadra, un paese. Alla finale di Serie A sono venuti tutti i miei parenti: per loro, e per me, è stato un match ben più importante di quelli giocati con il Perpignan”.

 

Cazenave parla poi del campionato che si è appena messo alle spalle: “E’ semi-professionale. Buona parte dei giocatori ha un contratto e i salari migliori equivalgono a quelli di Federale 1. Ci sono due allenamenti pomeridiani a settimana e delle sessioni serali. Nel corso della stagione mi sono anche occupato della preparazione dei trequarti, mi ha arricchito molto (…) In termini di popolarità non è molto seguito: per la finale c’erano 2.500 persone, si può quasi dire che conoscevo tutte le persone in tribuna”.
Quindi racconta il suo arrivo a Reggio: “La scelta di venire qui è stata praticamente obbligata, non avevo che questa opzione. Avevo pensato di provare con la pallamano perché lì gli occhiali sono permessi, ma ho preferito proseguire con il rugby. Ho contattato personalmente Jacques Brunel per chiedergli se poteva aiutarmi a trovare una squadra. L’Italia era il paese che mi attirava di più, non volevo giocare nella seconda divisione gallese o irlandese. I primi tempi sono stati difficilissimi: non conoscevo nessuno, guadagnavo 600 euro al mese, tutto il giorno non aspettavo altro che l’allenamento serale. Ora mi trovo molto bene, la mia compagna mi ha raggiunto, ho un figlio… però il mio obiettivo è quello di poter tornare a giocare in Francia”.

 

Quindi il capitolo Zebre: “Mi hanno contattato e fatto una proposta, ma il problema è che Luke Burgess alla fine dovrebbe restare (ndr: il club bianconero ha annunciato la rescissione del contratto con il giocatore australiano qualche settimana fa: è cambiato qualcosa?). Sarà per l’anno prossimo, intanto penso che rimarrò qui a Reggio Emilia: potrò giocare il massimo campionato italiano e con il sistema dei permit player giocare in Pro12 e in Champions Cup, magari contro una squadra francese. Magari non potrò giocare in trasferta, ma non penso che il divieto della FFR possa durare ancora a lungo: a fine anno World Rugby dovrebbe pronunciarsi sull’utilizzo degli occhiali e potrebbe dare un ultimatum alle federazioni che non li permettono, ma già doveva comunicare qualcosa un anno fa… Non ci penso e non mi fisso sulle scadenze di World Rugby, sarebbe troppo snervante”.

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