Conor O’Shea verso il The Italian Job con umiltà e nessuna arroganza

Il tecnico irlandese parla per la prima volta del prossimo incarico alla guida degli Azzurri

ph. Ryan Browne/Action Images

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Inutile dirlo, c’è molta attesa per l’arrivo sulla panchina della Nazionale italiana di Conor O’Shea, che a partire dal tour delle Americhe di giugno prenderà le redini della squadra azzurra dopo sei anni da Director of Rugby degli Harlequins. “Non vedo l’ora di iniziare questa nuova sfida, sia dal punto di vista personale che professionale“, ha dichiarato il tecnico irlandese a BT Sport nella prima intervista in cui ha parlato del futuro ruolo in Italia.

 

“Ho visto alcune grandi formazioni negli anni Novanta, conosco la loro ambizione e i cambiamenti che vogliono apportare”, dichiara O’Shea. Che dal canto suo predica umiltà, non sentendosi un maestro con la bacchetta magica e la soluzione in mano: “Non sarò arrogante ed egoista da iniziare ad elencare i problemi e le mancanze senza aver prima lavorato in quel contesto. Finirò la stagione agli Harlequins e solo allora sarò pronto per la nuova avventura, a cominciare dal tour delle Americhe (dove avrà al seguito Goosen e Guidi) e proseguendo per i prossimi quattro anni. Sarà un periodo molto stimolante per me“. E se i tifosi italiani sono avvisati, quelli Harlequins sono invece rassicurati: “Sarebbe facile dire che mi sto facendo distrarre – dice O’Shea a proposito della flessione che la sua squadra ha avuto in Premiership dopo il Sei Nazioni – Ma fare uno più uno in questi casi è semplicistico. Abbiamo iniziato bene, poi avuto delle difficoltà causate da molteplici ragioni”.

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