Italia: né esperimenti né vittoria, cosa (non) lascia la partita di Torino

Dalla sconfitta contro la Scozia restano le prestazioni di alcuni singoli e un interrogativo: qual era l’obiettivo?

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Pensare di predire il Mondiale dell’Italia basandosi sugli ottanta minuti di Torino, sarebbe come fare la tara della stagione di Treviso partendo dalla partita di Biarritz. La valutazione sarebbe inevitabilmente parziale e affrettata, e difatti quanto visto l’altra sera a Monigo rispetto alla vittoria in terra francese è lì a dimostrarcelo. Quella contro la Scozia è stata la prima partita stagionale ma soprattutto la prima dopo settimane di lavoro fisico e di carico. Normale che le gambe nell’ultimo quarto siano appesantite e qualche meccanismo ancora impreciso, anche se a meno di un mese dalla Rugby World Cup lanciare le touche storte e non eseguire bene un passaggio all’altezza può essere un campanello d’allarme. Ma al di là di quanto fatto o non fatto dagli Azzurri, resta il fatto che lunedì Brunel renderà nota la lista dei 31 iridati. Il coach aveva detto di avere le idee abbastanza chiare e di valutare come è giusto che sia sulla base anche se non soprattutto delle settimane di ritiro, e non certo di una partita singola. Ma proprio alla luce di queste considerazioni, allora, la prestazione di Torino suona forse più che come un semplice campanello d’allarme. La formazione è stata scelta per vincere, ha dichiarato il tecnico francese in conferenza stampa. Nel finale, quando cioè la meta di Pyrgos ha deciso la partita, in campo vi erano i vari Castrogiovanni, Ghiraldini, McLean, Bortolami, Bergamasco, Masi e via dicendo. Avessimo perso giocando un’ora con in regia Canna e Violi, forse la sconfitta avrebbe avuto un sapore in parte diverso.

 

Al di là del dispiacere per una partita che avrebbe potuto fare bene al morale, e che conferma invece l’incapacità azzurra di essere cinici e i crolli degli ultimi quarti, la partita dell’Olimpico ha lasciato anche indicazioni e fatto trasparire qualcosa delle prossime scelte di Brunel.
Difficilissimo valutare la partita di Allan e Benvenuti, ma il primo ha calciato bene da fermo e il secondo quando coinvolto ha fatto a sportellate dandoci anche un break. Bene poi Vunisa come ball carrier, e a questo punto se dovesse essere un numero otto di peso a non volare a Londra tutti gli indizi portano a Barbieri. Venditti ha fatto una partita di sostanza sacrificandosi nelle pulizie lungo l’out e correndo in un paio di occasioni: se lo staff Falcons lavorerà bene sulle mani (vedi offload non azzardato), potrebbe diventare un’ala di altissimo livello.
Infine, il capitolo mediano di mischia: premesso che ne porteremo via tre, a questo punto tanto valeva dare a Violi qualche minuto in più, e lo stesso discorso vale per Canna. Se invece Brunel ha veramente puntato alla vittoria e in base a questo scelto di cambiare molto tardi, allora non resta che prendere atto della scelta tecnica ma soprattutto di un’altra, evitabile, sconfitta.

Di Roberto Avesani

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