Lotta al doping: microdosi di EPO e il passaporto biologico è inefficace

In Francia otto atleti professionisti si sono dopati davanti alle teleamere per testare i protocolli. E il risultato è preoccupante

ph. Denis BalibouseAction Images

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Il team di ricerca si chiama “Athletes for Transparency”, otto atleti di alto livello che si sono fatti dopare appositamente dalle agenzie che combattono questa truffa sportiva e non per testare i protocolli utilizzati. Il tutto davanti alle telecamere di “Stade 2”, della televisione pubblica francese che ha ripreso il tutto.
Prima hanno chiesto tutte le autorizzazoni necessarie alle federazioni di riferimento e agli enti governativi, ottenendo dopo ben nove mesi il sì da parte di tutti gli attori coinvolti a patto che per due mesi non prendessero parte a nessuna competizione sportiva. Gli atleti si sono sottoposti a un’assunzione di microdosi di EPO, ma prese in maniera continua, assidua e alla fine si è scoperto che il passaporto biologico può essere facilmente aggirato.

 

La notizia la si trova sul Corriere della Sera: “Epo Theta iniettata in quantità dieci volte inferiore a quella standard, mini sacche di sangue da 200 mi invece di 450, ormone della crescita e ancora ferro e vitamina B per preservare l’organismo. Il tutto con effetti collaterali pesanti: un atleta è collassato durante la reinfusione del sangue, quattro hanno sviluppato (effetto del-l’Epo) un’aggressività incontrollabile. Micro le dosi, macro i risultati: dopo appena 29 giorni la potenza del ciclista-cavia è passata da 420 a 445 watt, quanto basta per balzare dal 250 al terzo posto in una cronometro mondiale. Migliorando di 22″ il tempo sui 3 mila metri, il mezzofondista ha scalato (virtualmente) trenta posizioni nel ranking intemazionale. Per tutti la sgradevole sensazione di «indossare un corpo diverso dal proprio». E i passaporti biologici? Immacolati”.
Il passaporto biologico, richiesto a gran voce anche in Italia, di fronte a microdosi di EPO non funziona. 

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