Manuel Ferrari: la mia mischia, fatta di tecnica e cura dei dettagli

Abbiamo intervistato il nuovo consulente degli avanti della Benetton. Che ci ha parlato anche del nuovo regolamento…

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

E’ arrivato a Treviso all’inizio della scorsa settimana, dopo che il turbolento addio di Franco Sbaraglini aveva costretto la società a mettersi alla ricerca di un nuovo coach della mischia.  Argentino di Cordoba, dove ha giocato con la maglia del Tala, Ferrari in passato ha avuto esperienze di allenatore e consulente della mischia a Piacenza e Recco, prima di entrare nello staff tecnico delle Accademie. E’ anche consulente per la progettazione di macchine da mischia (la più famosa da lui pensata è la “Ensemble”, in dotazione pure per la Nazionale azzurra). Chi lo conosce e chi lo ha avuto come allenatore, parla di una persona tanto umile quanto competente nella delicata fase della mischia ordinata. E alla Benetton un tecnico del pack serviva con grande urgenza, tanto che non ha avuto dubbi Umberto Casellato, che aveva già lavorato con Ferrari alle Zebre. “È una scelta mia […] ha esperienze anche con Australia ed Irlanda: per la mischia chiusa è uno dei più qualificati. Avevamo iniziato con Munari, poi Sbaraglini, poi Grespan, ora abbiamo uno veramente qualificato, che ha già analizzato tutte le nostre mischie”, ha recentemente dichiarato il coach veneto alla Tribuna di Treviso.
La prima non è andata male. Vero che il pack delle Zebre non è paragonabile a quello dei Saints, ma tenendo conto della situazione di emergenza, con piloni adattati e neo arrivati mandati subito in campo, poteva andare decisamente peggio. Per tutta la partita Ferrari ha dato consigli alla prima linea, invitandoli continuamente a curare i minimi dettagli di ogni singola legatura o ingaggio. Ecco cosa ci ha raccontato al termine del derby.

 

Partiamo dalla partita, la sua prima. Come è andata lì davanti?
Non è andata male, la mischia ordinata ha tenuto e le rolling maul hanno funzionato. Certo, non sono cose che si imparano da un giorno all’altro, sono il risultato del molto lavoro fatto in tempi precedenti. C’è stata una svolta oggi [domenica, ndr] nella squadra, devo ringraziare di essere arrivato al momento giusto.

 

Certo, la situazione non era delle migliori…
Abbiamo adattato dei giocatori, a destra ha giocato chi non è abituato, è andato in campo un giovane appena arrivato… Ma tutti sono stati in grado di aiutarsi e sostenersi, senza mai mollare. Abbiamo lottato dall’inizio alla fine e portato a casa i frutti del nostro sforzo. Poi certo, alcune mischie sono andate meglio e altre peggio, ma questo è normale.

 

Durante la partita ti abbiamo sentito incitare i giocatori e dare tanti consigli molto precisi e tecnici. Quanto è importante curare il dettaglio in ogni singola mischia ordinata?
Nel rugby i dettagli sono fondamentali, e sono quelli che fanno la differenza. Bisogna conoscerli, saper riconoscere tutte le particolarità, ed essere in grado di lavorarci su.

 

Che squadra hai trovato?
Ho trovato giocatori con una grandissima disponibilità a lavorare ed imparare, e questo è importante. Quando l’atteggiamento mentale è quello giusto, per lo staff tutto è più facile. Conosco bene Umberto Casellato, mi sono sempre trovato molto bene insieme a lui.

 

Quanto ti fermerai a Treviso e qual è il tuo obiettivo?
Alla prima domanda non saprei rispondere, abbiamo iniziato questa collaborazione, vedremo come prosegue ma sono sicuro mi troverò bene. Dovunque vada il mio obiettivo è lasciarmi con un ottimo rapporto con i giocatori, e lasciare un ottimo ricordo di me. Se alla fine avremo tutti un buon ricordo vorrà dire che tutto è andato bene, anche dal punto di vista tecnico e sportivo.

 

Ultima domanda sulle nuove regole. Che ne pensi, a distanza di alcuni mesi?
Questo cambiamento mi piace molto. Innanzitutto ci sono ingaggi meno forti, e quindi meno infortuni ed effetti meno logoranti, che è l’aspetto più importante di tutti. Al di là di ciò, tutti i cambiamenti del gioco servono anche a favorire il gioco, e l’importante è saperlo interpretare restando però nel suo rispetto, senza snaturare le modifiche che vengono proposte.

 

L’Italia è stata penalizzata dal nuovo ingaggio?
All’inizio abbiamo un po’ faticato, ma è normale. Bisogna entrare nel regolamento: non penalizza chi è più forte, ma chi è meno tecnico. Prima anche con poca conoscenza tecnica si poteva essere vincenti puntando tutto sulla forza del primo impatto, ora invece non è importante la potenza ma la tecnica. Ed ecco perché sono fondamentali i dettagli.

 Di Roberto Avesani

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