Cavinato e le Zebre: legami azzurri e un avvertimento ai giovani

Il tecnico torna ad avvisare i più giovani, parla di Palazzani e Padovani e indica in sei anni il termine per vedere i risultati delle Accademie

ph. Sebastiano Pessina

L’head coach della franchigia federale è uno che non le ha mai mandate a dire e oggi, dalle pagine di Tuttosport, torna a battere su un chiodo che negli ultimi mesi ha già più volte “colpito”, quello della mentalità dei nostri giovani: “I progetti sono parecchi e precisi, ben studiati, e seguono criteri individuati da tempo. Un esempio: ogni giocatore deve prima guadagnarsi il posto alle Zebre prima di pretenderlo in maglia azzurra. Lo dico perchè qualcuno arriva dalle Accademie e presume di avere la precedenza: sbagliato”. Cavinato non fa nomi ma evidentemente questo è un tema sul quale sta lavorando parecchio.
Nell’intervista si parla ovviamente della stagione delle Zebre (“Nell’ultima Celtic ne abbiamo vinte cinque e pareggiate due, ma siamo rimasti all’ultimo posto. Ovvio: quest’anno la situazione deve cambiare”) ma anche di rapporti con lo staff azzurro: “Berot per i trequarti e i calciatori, De Carli per la mischia e Sanguin per la preparazione atletica sono da noi ogni settimana e prima e dopo ogni match sono in contatto con il ct azzurro Brunel, del quali i tre tecnici sono i collaboratori diretti. Lavoriamo sul sistema di gioco e soprattutto sulla difesa, in funzione azzurra”.

 

Cavinato fa anche alcuni nomi in prospettiva nazionale: “Pochi hanno notato che abbiamo già utilizzato, insieme, il ventunenne Edoardo Padovani all’apertura e il 23enne Guglielmo Palazzani, che era stato spostato a estremo, come mediano di mischia. Una coppia giovane e da rodare come si deve, che avrà bisogno di tempo per rendere al massimo ma che potrebbe un giorno risolvere i vecchi problemi della mediana della nazionale. (…) Ma chi pretende tutto e subito dovrà aspettare, perchè la maturazione dei talenti deve seguire un percorso che non prevede scorciatoie”. 
Infine una previsione: “Di sicuro abbiamo alzato il nostro livello e nessuno viene più a Parma con la seconda squadra. E’ un fatto. Nella stagione che porta al Mondiale, però, tutti stanno crescendo e quindi questi mesi non saranno facili. Ne dico una: gli effetti dei lavori delle Accademie si vedranno tra non meno di sei anni. Meglio saperlo”.

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