Benetton Treviso 2014-2015, siamo sicuri che sarà Anno Zero?

Rifondazione e una o due stagioni da lacrime e sangue, dicono in tanti. E se il panorama non fosse così tetro?

ph. Sebastiano Pessina

Quella della squadra veneta è stata un’annata complicata, su questo ci sembra che non possano essere avanzati dubbi di sorta. Così come non può essere messo in dubbio che i risultati del campo che erano stati in qualche modo preventivati sono molto diversi da quelli che poi si sono concretizzati. Dopo il settimo posto di un anno fa ci si aspettava dai biancoverdi un salto di qualità che non è arrivato e i motivi sono diversi: un approccio mentale forse sbagliato ad inizio stagione, una incapacità di gestire una pressione e una attesa di risultati non abituale alle nostre latitudini, la vicenda Franco Smith, le nuove regole della mischia dalle quali ci si è fatti colpevolmente sorprendere, la tensione continua con la federazione. E questi sono solo alcuni degli aspetti, i più evidenti.
Eppure se i veneti imbroccassero tre vittorie nelle ultime tre gare della stagione potrebbero addirittura finire sesti: oggi sono penultimi a 29 punti, Edimburgo occupa la settima piazza a quota 35… Certo, è solo un giochino, e va sottolineato che il Benetton deve giocare contro il Leinster e Glasgow, ma questo da un lato dà l’idea che un qualche risultato positivo è ancora raggiungibile da parte dei biancoverdi mentre dall’altro fa aumentare la rabbia perché con un pizzico di fortuna in più e un atteggiamento diverso in alcune occasioni pensare di agganciare anche la quinta posizione non era fantascienza.

 

In tanti ora parlano di rifondazione, di Anno Zero, di almeno una/due stagioni da lacrime e sangue per la squadra di Treviso. Magari andrà così, lo scopriremo solo con il tempo, però qualche dubbio noi lo abbiamo.
Intanto è vero che da un lato arriveranno tante facce nuove e che alcuni dei big prenderanno strade che portano al di là delle Alpi, ma sia i primi che i secondi saranno probabilmente meno di quanto pensato qualche mese fa. Rizzo, Loamanu, Barbieri, Ghiraldini e Cittadini partiranno, oltre a De Marchi che si è già accasato a Sale. Perdite importanti. Ma Alessandro Zanni non ha più la valigia in mano come qualche mese fa, complice anche un infortunio che lo ha bloccato proprio quando il suo trasferimento doveva essere concretizzato. I vari Campagnaro, Sgarbi, Esposito, McLean rimarranno e a loro si aggiungeranno nomi interessanti dall’Eccellenza: la Tribuna un paio di giorni fa dava per fatto l’arrivo da Rovigo del più che promettente Simone Ragusi. Nelle scorse settimane anche Swanepoel, Van Niekerk sono stati avvicinati al club biancoverde e sempre la Tribuna ha parlato di un probabile rientro dalle Zebre di Iannone e di una trattativa aperta con i bianconeri per Venditti. Particolarmente interessante sarà vedere chi arriverà in prima linea. Nel complesso la rosa registrerà un abbassamento di età e di esperienza e questo comporterà un dazio da pagare, ma la situazione non ci sembra affatto disastrosa come qualcuno la dipinge.

 

Vedremo chi arriverà, ma il punto in realtà ci sembra un altro: i giocatori sono ovviamente la materia prima ma il vero “tesoretto” del Benetton Treviso è il know-how accumulato negli anni e che invece ancora oggi manca alle Zebre (ma hanno una storia diversa, solo due anni fa non esistevano ancora, non potrebbe che essere così). Un qualcosa che è nell’aria che si respira alla Ghirada, un metodo di lavoro, uno spirito che permea quell’ambiente. Non è ovviamente un qualcosa che c’è a prescindere, va curato e alimentato, ma siamo sicuri che al Benetton nessuno vuol disperdere quella ricchezza e che il tecnico si chiami Marius Goosen o Umberto Casellato cambia poco.
Treviso deve essere brava a proteggere squadra e ambiente dalle pressioni esterne, da qualunque parti arrivano, la strada imboccata in questi anni è quella giusta e buttare tutto sarebbe suicida, oltre che estremamente stupido.

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