Piccolo breviario a un’altra giornata caldissima sul fronte europeo

Indiscrezioni, comunicati e interviste. Ma alla fine le cose si sono spostate almeno di un po’? Non sembra, ma…

“L’arte di trattare, per conto dello Stato, affari di politica internazionale. Più concretamente, può essere definita come l’insieme dei procedimenti attraverso i quali uno Stato mantiene le normali relazioni con altri soggetti di diritto internazionale (Stati esteri e altri enti aventi personalità internazionale), al fine di contemperarne gli interessi in contrasto e di favorire la reciproca collaborazione per la soddisfazione di comuni bisogni”. Così il dizionario definisce la diplomazia. David Frost, celebre produttore televisivo britannico, la definì invece come “l’arte di permettere ad un altro di fare a modo tuo”.

 

Diplomazia, parole centellinate e soppesate frase per frase. E parliamo ovviamente del caos Coppe Europee. Ieri pomeriggio si diffonde la voce – a pubblicarla è Rugbyrama – secondo la quale i club del Top 14, riuniti a Orly sotto l’egida LNR, non solo erano spaccati ma erano pronti a tornare sui loro passi adeguandosi alle rispettive federazioni e lasciando così da soli i club inglesi.
Poi esce un comunicato ufficiale della LNR di non semplice lettura. Non perché non sia chiaro, ma perché dice tante cose. Perché si dice che i club sono compatti, che all’unanimità hanno deciso di chiedere un anno di transizione, con la nuova struttura che entrerebbe in vigore dalla stagione 2015/2016, “un periodo transitorio di un anno che permetta di applicare dalla stagione successiva il nuovo formato della competizione con le migliori squadre dei sei paesi e che consenta al nuovo principio di ripartizione finanziaria di essere approvato”.

 

Già, i soldi. Perché alla fine il problema vero sta lì. Il comunicato della LNR dice che “la struttura organizzativa verrà modificata e risponderà soprattutto ai bisogni dei club circa la gestione degli affari commerciali”. Insomma federazioni, sembrano voler dire i club francesi (e con loro quelli inglesi), appurato che il nostro criterio meritocratico di partecipazione alle coppe è ormai assodato dobbiamo ora affrontare il lato di governance e commerciale.
ERC o non ERC non sembra essere un grosso problema per i club francesi che vogliono però avere i cordoni della borsa in mano, il resto – la governace – viene di conseguenza.
Chiarissimo in tal senso è Paul Goze, presidente della LNR che ha rilasciato una intervista a Rugbyrama. Ecco alcune delle cose che ha detto: “Non arretriamo. Nella prossima stagione prenderemo parte a un torneo gestito dall’ERC solo se ci sono anche i club inglesi. Se non ci saranno convocheremo una nuova riunione dove porremo la questione della nostra partecipazione a quel torneo. Io oggi non so dire se gli inglesi hanno una possibilità giuridica di avere una deroga dal contratto con BT”.
Sull’anno di transizione: “Ci permetterà la creazione di nuove strutture e trovare delle soluzioni che consentano a tutti di prendere parte alla competizione il prossimo anno”.
Sulle struttture commerciali: “Vogliamo passare a una struttura che sia piuttosto una specie di associazione di federazione, un po’ come avviene nel calcio. E non è possibile farlo in sei mesi. La struttura non si chiamerà ERC. La struttura di base, di partenza, sarà quella ma poi cambierà in maniera radicale. Sarà qualcosa di fuori dall’ordinario del rugby e cambierà le mentalità in maniera importante. La cosa più difficile è proprio che tutti si adeguino a questa idea di associazione di federazioni”.
Poi, per chiarire meglio: “La parte commerciale, vale a dire il marketing e i diritti televisivi, sarà gestita dai partecipanti, dunque le Leghe. Ma le federazioni saranno nel board con noi”.

 

Alla fine che cosa si capisce? Proviamo a riassumerlo in pochi punti schematici
– i club inglesi e francesi sono ancora sulla stessa barca, ciò non toglie che qua e là ognuno pensi un po’ a se stesso
– gli altri stanno un po’ a guardare. I gallesi sono glu unici che si sono veramente esposti e vogliono stare con Inghilterra e Francia ma la loro forza dipende dall’appoggio politico ed economico che questi daranno loro
– l’anno di transizione serve per trovare un qualche compromesso con le unions facendo digerire loro l’idea di perdere il controllo completo sulla gestione dei soldi
– l’anno di transizione probabilmente serve anche alla LNR per sistemare qualche voce contraria al suo interno
– i criteri di accesso e i meriti per poter partecipare alle coppe europee sembrano ormai assodati e accettati da tutti
– di questa storia parleremo ancora relativamente a lungo
Rimane poi una curiosità tutta personale: quanto mi piacerebbe sapere che cosa pensano di tutta questa vicenda i signori di BT, che dopo aver cacciato 152 milioni di sterline si trovano ancora con una discreta gatta da pelare…

 

Il Grillotalpa

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