Il flanker dei biancoverdi ha tracciato un bilancio della stagione, parlando anche del peso che consegue dall’indossare la fascia di capitano

Michele Lamaro: “I giovani che si affacciano a questo Benetton trovano una squadra alla pari con le grandissime”
Una stagione intensa, ricca di sfide, successi e anche qualche delusione. Michele Lamaro, leader del Benetton Rugby e della nazionale italiana, è intervenuto allo Sport Business Forum del gruppo Nem nella tappa di Treviso per riflettere sul percorso appena concluso dalla formazione trevigiana.
Tra consapevolezza acquisita e responsabilità sempre più marcate, il capitano biancoverde ha sottolineato come oggi il club rappresenti una realtà solida e credibile, capace di competere alla pari con le migliori squadre europee.
Un messaggio chiaro anche per i giovani che si affacciano al gruppo: Benetton non è più un trampolino, ma vuole essere una destinazione sempre più ambiziosa. Le sue parole pubblicate sulla Tribuna di Treviso hanno toccato diversi argomenti, compresa la competizione interna per una maglia da titolare.
Michele Lamaro: “La fascia da capitano è qualcosa che, ogni tanto, pesa”
«Abbiamo dimostrato di essere cresciuti, cercando di prendere sempre un briciolo in più rispetto a prima, passi che magari da fuori non si vedono – ha commentato Michele Lamaro parlando dell’annata 2024/25 – L’élite del rugby è chiusa, progredire è difficile: la cultura fa la differenza e gioca un ruolo importante. Ma la stiamo costruendo. Ho 27 anni e posso dare ancora tanto, ma i giovani che si affacciano a questo Benetton trovano una squadra alla pari con le grandissime. E qui possono crescere, dimostrare le loro doti contro le migliori al mondo, e questo fa la differenza.»
La prossima stagione il Benetton Rugby aprirà un nuovo ciclo sotto la guida di Calum MacRae e anche Michele Lamaro dovrà far fronte a una importante sfida personale: riconfermare il suo ruolo di leader.
«La fascia da capitano è qualcosa che, ogni tanto, pesa. Prima era irraggiungibile: mai avrei pensato di arrivare a questo grado, sia nel Benetton che con l’Italia. Era un obiettivo, certo, ma è stata soprattutto la conseguenza del lavoro fatto in precedenza. Non è stato solo merito mio, ma anche delle persone con cui ho lavorato in questi anni, di chi mi è stato vicino fin dalle giovanili.Traggo la maggior parte della forza da chi mi circonda. La motivazione interna è ciò che ti spinge ad andare oltre, e la mia fortuna è avere tante persone al mio fianco che mi supportano e mi danno i consigli giusti.»
Al termine di una stagione lunga e impegnativa, Gonzalo Quesada ha scelto di lasciarlo a riposo per l’imminente tour estivo. Il focus sui prossimi appuntamenti in azzuro è comunque massimo.
«La Nazionale è uno step superiore rispetto al club: esserne il capitano è incredibile. Poter rappresentare un gruppo così mi ha dato tantissimo. A Treviso, invece, rappresento un club con una storia fatta di vittorie e sconfitte, che l’ha portato a crescere anno dopo anno. Lo United Rugby Championship ti mette di fronte a squadre con uno standard altissimo: basti pensare alle due settimane in Sudafrica. Lì capisci quanto puoi ancora migliorare, sia sul piano tecnico che su quello umano.»
La concorrenza interna è un tema che Michele Lamaro vive con grande serenità. Avere a fianco giocatori come Menoncello e Zuliani è uno stimolo a fare sempre meglio.
«Tommy è un giocatore incredibile, sia fisicamente che mentalmente. Ha ancora margini di miglioramento, ma ha già dimostrato il suo valore con costanza e consistenza. Pensare di aver avuto un impatto sulla sua preparazione mi rende orgoglioso. Manuel gioca nel mio stesso ruolo: ci siamo ritrovati a competere in modo sano, spingendoci a vicenda per ottenere il massimo, sempre con grande ambizione. È stato un fattore fondamentale per entrambi, soprattutto nei momenti più difficili.»
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