Sei Nazioni 2024: le pagelle di Galles-Italia

Gli Azzurri dominano il match di Cardiff, conquistando il secondo successo nel Torneo

Sei Nazioni 2024: le pagelle di Galles-Italia.  Ph. Sebastiano Pessina

L’Italia chiude meravigliosamente il suo Sei Nazioni 2024 battendo il Galles 24-21, ma il punteggio non dice tutto: gli Azzurri hanno dominato dall’inizio alla fine, concedendo due mete soltanto negli ultimi minuti, a partita ormai finita. Raramente si è vista una partita dominata in questo modo dall’Italia nel Sei Nazioni, e i nostri voti ne sono la conseguenza.

Leggi anche: Italia, Lamaro: “Il Galles non ci ha rispettati”. Quesada: “Siamo un grande gruppo”

Sei Nazioni 2024: le pagelle di Galles-Italia

Lorenzo Pani 7.5 – L’impresa era delle più ardue: sostituire Capuozzo. Lui lo ha fatto benissimo. Bene il primo tempo in copertura e al piede, come sempre caldo e potente, poi nella ripresa apre il gas e con una finta delle sue brucia Josh Adams. L’esultanza è quella di Cristiano Ronaldo: uno che potrebbe eccellere in qualsiasi sport, ma noi ci teniamo volentieri Pani.

Louis Lynagh 7 – Ottimo in difesa, in particolare nella ripresa si fa sentire con un paio di placcaggi importanti. Il talento è indiscutibile, e col tempo si inserirà ancora meglio nel piano di gioco.

Juan Ignacio Brex 8.5 – Il rischio è di sembrare ripetitivi, ma dopo due player of the match consecutivi al Sei Nazioni c’è veramente poco da aggiungere. Forse è proprio questo il suo pregio principale: Brex non esegue il piano di gioco, lui è il piano di gioco. Praticamente il playbook vivente dell’Italia, visto che ogni giocata offensiva passa da lui (comprese quelle delle due mete) e in difesa prende tutto quello che c’è da prendere e anche di più.

Tommaso Menoncello 7.5 – Con Brex si intende ad occhi chiusi. Passargli il pallone significa metterlo in cassaforte, e in occasione della meta di Ioane il suo offload consente agli Azzurri di dare continuità a un’azione che rischiava di spegnersi. Nel finale paga un po’ di fisiologica stanchezza dopo un Sei Nazioni giocato a mille all’ora.

Monty Ioane 8.5 – Indemoniato. Parte da lui la prima azione d’attacco della partita, segna la meta che scava il primo solco ed è protagonista anche nella marcatura di Pani, con il break che apre la strada all’estremo delle Zebre. Ogni pallone è un pericolo costante per una difesa gallese, che non capisce mai come arginarlo e che alla fine capitola. (Marin s.v.)

Paolo Garbisi 7.5 – L’offload che dà il via all’azione della prima meta è strepitoso, la gestione del gioco è come sempre intelligente e in difesa placca meglio di tante terze linee in giro per il mondo: 14 su 15 il suo bilancio difensivo, con 57 placcaggi totali in tutto il Sei Nazioni. Unico neo, va un po’ rimesso a posto il piede: manca ancora qualche calcio facile di troppo e il cross-kick sbagliato su Lynagh nel primo tempo aveva regalato una ripartenza al Galles. Sono dettagli, ma essendo lui per primo molto autocritico, sa quanto sia importante migliorarli.

Stephen Varney 7 – Rivederlo con la forma dei tempi migliori è una vittoria nella vittoria per una squadra che di 9 di qualità ne ha bisogno come il pane. Buon ritmo, bene al piede e ottima visione di gioco: il Varney che conoscevamo. Deve ancora velocizzarsi nella gestione dei palloni che escono dal punto d’incontro sotto pressione, ma ci siamo. (Page-Relo 7 – Un paio di errori all’inizio, poi si scalda e gestisce il finale con autorevolezza. Ancora una volta i suoi 3 punti da metà campo sono decisivi. Quesada lo aveva tenuto in panchina anche per poter usare il suo piede nel finale, e anche questa volta ci ha preso)

Lorenzo Cannone 7 – Mette insieme 16 placcaggi su 16. Nel lavoro in mezzo al campo deve ancora ritrovare la forma migliore, forza qualche giocata di troppo ma è anche lui partecipe di una partita dominata dall’inizio alla fine. (Vintcent 7 – Il miracolo su Tomos Williams, che già pregustava la meta, vale il voto e una buona parte di vittoria)

Michele Lamaro 9 – Una furia fin dal calcio d’inizio. Si conferma il miglior placcatore del Torneo (103 placcaggi totali) e lavora come un dannato nel punto d’incontro: conquista il calcio del 6-0 ed è fondamentale il turnover su Josh Adams sull’11-0, nell’unica azione del Galles nel primo tempo. Citare solo gli episodi sarebbe riduttivo, perché di fatto non sbaglia praticamente nulla. Giusto per chiudere in bellezza, in assenza del mediano calcia pure dalla base. E in conferenza stampa si toglie pure qualche sassolino dalla scarpa.

Sebastian Negri 7.5 – Numeri alla mano è il miglior ballcarrier dell’Italia. Solidissimo in difesa con 18 placcaggi riusciti, senza errori. (Zuliani 7 – Entra e fa quello che sa fare meglio: battagliare nel breakdown. Salva tutto recuperando il pallone su Tomos Williams lanciato verso la meta, dopo il primo placcaggio di Vintcent)

Federico Ruzza 7.5 – Gioca i soliti 80 minuti di battaglia in rimessa laterale, dove è praticamente l’unica opzione, ma non fa mai mancare il suo contributo in campo aperto, soprattutto in difesa.

Niccolò Cannone 7.5 – Altra prestazione da veterano (ma di anni ne ha 25) con 18 placcaggi e tanto lavoro sporco in mezzo al campo (Favretto s.v.)

Simone Ferrari 7.5 – Se a sinistra Fischetti fa vedere le stelle a Lewis, il pilone del Benetton non è da meno: chiedere a Thomas per ulteriori informazioni (Zilocchi 7.5 – Mette a segno 15 placcaggi in mezz’ora, e già questo basterebbe)

Giacomo Nicotera 8 – Una belva in mezzo al campo. Nel punto d’incontro è semplicemente devastante, in difesa non si passa e anche in rimessa laterale è cresciuto partita dopo partita rispetto all’inizio zoppicante contro l’Inghilterra (Lucchesi 7 – Nel primo tempo entra a freddo ma si fa subito sentire con alcuni placcaggi importanti. Bene anche nella ripresa)

Danilo Fischetti 8.5 – Che fosse carico a molla lo si era capito fin dagli inni: semplicemente devastante. Conquista il tenuto che vale il primo vantaggio azzurro, poi in mischia demolisce Lewis che per un po’ se lo sognerà di notte. Numero uno, di nome e di fatto. (Spagnolo 7 – Solito grande ingresso a coronamento di un Sei Nazioni di altissimo livello, soprattutto se si considera che era un esordiente)

A cura di Francesco Palma

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