2024: Fuga dalla Premiership? Giocatori stretti tra l’incertezza attuale e i tentativi di rilancio

Le voci di possibili esodi di tante star del campionato inglese alimenta il dibattito: perché tanti andrebbero via dall’Inghilterra? Come limitarlo?

2024: Fuga dalla Premiership? Giocatori stretti tra l’incertezza attuale e i tentativi di rilancio (1997: Fuga da New York)

Un famoso film di John Carpenter del 1981 intitolava 1997: Fuga da New York. Un titolo che si addice anche all’attuale situazione della Premiership Inglese. Il 2024 è appena iniziato e già rimbalzano molte notizie di possibili esodi di giocatori dal campionato d’Inghilterra verso altri lidi, più remunerativi ma soprattutto più sicuri.

Il primo, clamoroso nome che è uscito è stato quello del capitano dell’Inghilterra Owen Farrell. Il trequarti dei Saracens è stato accostato al mercato del Racing 92, l’attuale capolista del Top 14, il massimo campionato francese. Sebbene nel giro di poche ore il club transalpino abbia ridimensionato queste voci, già il segnale ha fatto suonare un campanello d’allarme.

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Campanello che si è già trasformato in sirena. Nelle ultime ore sono uscite le indiscrezioni riguardo offerte di contratto ad altre due stelle della Premiership, il talento gallese Louis Rees-Zammit e il centurione dell’Inghilterra Courtney Lawes.

Del primo ne ha dato notizia il The Rugby Paper, secondo cui sarebbe arrivata una maxi-offerta del Mie Honda Heat per trasferirsi nel campionato giapponese alla fine della stagione. In tal caso Rees-Zammit seguirebbe le orme di altri connazionali come Liam Williams, col rischio di non poter prendere parte a tutti gli impegni del Galles per via di sovrapposizioni di calendari.

Per quanto riguarda il veterano inglese, invece, l’indiscrezione arriva dal Midi Olympique. La rivista riporta l’interesse da parte del Provence Rugby, club del campionato Pro D2, con la precisazione che si tratta ancora di primi contatti e il dossier rimane di non facile soluzione.

L’incertezza regna sovrana in Premiership, la testimonianza di Carl Fearns

Aldilà che questi trasferimenti si concretizzino oppure no, sono evidenti segnali che qualcosa turba il rugby inglese. Come accennato in apertura, a spaventare certi giocatori non è tanto il “peso” del singolo stipendio, quanto l’incertezza per il futuro. Il fallimento di club importanti come Wasps, Worcester e London Irish, che hanno dovuto abbandonare la Premiership per problemi finanziari, hanno reso palese il problema nel suo complesso. Ma questo poi si ripercuote sulle vite dei singoli giocatori e delle loro famiglie.

A rendere bene il clima di insicurezza, e anche di scarsa organizzazione, sono arrivate le parole di Carl Fearns, esperta seconda linea inglese con un passato in Francia e in varie squadre di Premiership.

Fearns, in un’intervista al Telegraph, ha raccontato il caos che regna in uno dei club più in difficoltà, i Newcastle Falcons. Difficoltà in campo, unica squadra ancora a secco di vittorie dopo 11 giornate, ma anche economici e organizzativi. In primis il giocatore ha spiegato come l’offerta di rinnovo contratto gli sia stata fatta dal capo del reclutamento del club, l’ex tallonatore Matt Thompson, in forma verbale sorseggiando un caffè in un pub vicino allo stadio dei Falcons.

Il giocatore, che era in scadenza, ha detto di essere stato poi tenuto in sospeso nel corso di due mesi senza chiarezza sul suo futuro e senza una concreta offerta di contratto scritta, preoccupandosi non poco per il suo sostentamento e per quello della sua famiglia. Alla fine dopo mesi di silenzio e ripetuti messaggi, la proposta e la risposta non sono mai arrivate.

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Premiership in cerca di possibili rimedi: palliativi o vero rilancio?

Le parole di Fearns sono solo un esempio di quello che più spaventa gli attuali giocatori della Premiership e li spinge a prendere in considerazione altre offerte, di solito provenienti dal campionato francese o giapponese. Ora in Inghilterra sembra che abbiano preso davvero sul serio il problema, con un importante programma di rilancio.

Neanche un mese fa la Premiership, con la supervisione anche della Federazione inglese (la RFU), ha deciso di intraprendere una nuova strada per quanto riguarda la formazione delle rose dei club partecipanti al principale campionato inglese. Una via che ha l’obiettivo di costruire delle squadre che siano sostenibili dal punto di vista finanziario.

Il campionato non solo vedrà la conferma dell’attuale formula a 10 partecipanti (rispetto alle 12 di prima dei fallimenti di Wasps e Worcester), ma queste avranno anche compagini “contingentate”. Cosa significa? Le squadre avranno formazioni con 35 atleti senior sotto contratto a cui aggiungere un “gruppo di transizione” formato da 12 giocatori provenienti dalle accademie di ogni singolo club. Quindi 47 giocatori con possibilità di ulteriore addizione di 15 giocatori provenienti dalle categorie ancor minori dei vari settori giovanili.

Un totale di 62 elementi schierabili, con monte stipendi a comparti stagni dichiarati: uno per i 35 giocatori della prima squadra, uno per i 12 giocatori del gruppo di transizione e uno, ovviamente molto piccolo, per i 15 elementi delle categorie minori dei vari settori giovanili.

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Una simile soluzione dovrebbe evitare ingaggi insostenibili, oltre a spingere i club a sfruttare maggiormente i giocatori provenienti dai vivai, in un’ottica di “costo zero”. Questa combinazione di fattori ha l’obiettivo di arrivare, o quanto meno avvicinarsi, alla tanto agognata sostenibilità finanziaria dei singoli club.

Si riuscisse a raggiungere questo obiettivo, sicuramente l’incertezza sul futuro che ora turba molti giocatori della Premiership verrebbe meno. Certamente non metterà fine ad ogni possibile addio. Chi vorrà allontanarsi in cerca di contratti più remunerativi potrà farlo, ma almeno situazioni come quella di Carl Fearns e tanti altri diverrebbero molto più rare. Tutto dipenderà dal raggiungimento di una certa sostenibilità economica.

Matteo Salmoiraghi

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