Gatland: “Se avessi conosciuto la situazione, non sarei tornato in Galles”

Il coach neozelandese sta affrontando uno dei periodi più turbolenti dell’era professionistica gallese

Warren Gatland – ph. Sebastiano Pessina

Warren Gatland è un allenatore che ha le spalle larghe. Il suo curriculum professionale parla da solo, con una carriera da coach che si snoda su 30 anni di attività.

Il ruolo che più di ogni altro lo ha reso famoso è quello di responsabile tecnico del Galles, una squadra che ha ripreso in mano a dicembre scorso, dopo essere stato al timone per 12 anni tra il 2007 e il 2019.

La federazione ha affidato la conduzione dei Dragoni all’unico uomo che poteva navigare in acque agitate senza perdere il focus sulla parte sportiva.

L’ex tallonatore di Waikato però tutto si aspettava tranne che trovare un mare in burrasca. La stagione 2022/23 in poche parole è stata semplicemente la più turbolenta dell’era professionale gallese.

Gatland: “Se avessi conosciuto la situazione, non sarei tornato in Galles”

Al suo ritorno Gatland si è trovato di fronte ad uno scenario piuttosto complicato: uno scandalo di sessismo all’interno della Welsh Rugby Union (WRU), l’amministratore delegato che si dimette, gli allenatori dimissionari o sospesi, i giocatori del Galles che minacciano di scioperare al Sei Nazioni per il caos dei contratti, una squadra nazionale in difficoltà e i continui fallimenti sportivi delle regioni.

Un quadro tutt’altro che idilliaco, spiegato al Podcast della BBC Scrum V.

“Quando ho preparato il Sei Nazioni, non ne avevo idea. Non mi rendevo conto di molte delle cose che stavano succedendo e dei problemi che c’erano dietro il rugby e la squadra e i giocatori”, ha detto.

“All’epoca, se l’avessi saputo, avrei preso una decisione diversa e probabilmente sarei andato da qualche altra parte.”

Il sentore di qualcosa che non andava era già stato avvertito, ma dalla sua prospettiva era molto difficile fotografare con precisione i problemi al di fuori del rettangolo di gioco.

“Questi problemi erano presenti anche prima, ma non c’è dubbio che il successo della squadra nazionale in passato probabilmente ha oscurato gli aspetti negativi. Ora c’è voglia di migliorare e c’è la possibilità di concentrarsi sulle cose che dovevano essere risolte.”

Leggi anche: Galles: tra ritiri e scetticismi, la stampa adesso teme anche le Fiji

La fiducia in vista della RWC

Il Galles si troverà ad affrontare la Coppa del Mondo nella pool c insieme ad Australia, Georgia, Portogallo e Fiji. Un girone eliminatorio molto duro, non esente da possibili sorprese.

Inoltre la squadra sta vivendo un cambio di pelle complesso, con alcuni senatori come Alun Wyn Jones e Justin Tipuric che si sono ritirati, altri come Rhys Webb, Corey Hill, Joe Hawkins che si sono chiamati fuori dalla RWC e altri ancora come i leader Dan Biggar e Ken Owens che non hanno il posto assicurato.

Sulla scia delle prestazioni evidenziate nel Sei Nazioni 2023 la paura di non superare la fase preliminare è concreta, ma lo stesso Gatland è convinto che dalle difficoltà possano nascere nuove occasioni di crescita.

“C’è una grande possibilità per noi di fare un reset davvero positivo su una serie di cose, è eccitante lavorare con alcuni dei giovani talenti che stanno arrivando squadra. Ciò che mi dà più motivazione è quando le aspettative non sono alte su di noi o le sfide sembrano essere più difficili. Questo mi spinge a fare ancora meglio”.

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