La difesa ha fatto quel che poteva, ma i tanti errori in fase di liberazione hanno permesso alle inglesi di restare costantemente nei 22 azzurri, alimentando la pressione
È finita tutto sommato come ci si poteva aspettare. Forse, rispetto a quanto preventivato alla vigilia, il punteggio è stato più pesante del previsto, ma va anche detto che l’Inghilterra è scesa in campo a Parma tenendo un ritmo forsennato per 80 minuti (calando un po’ solo negli ultimi 15). Segno di come le inglesi non abbiano voluto lasciare niente al caso, e anche una dimostrazione di rispetto per le azzurre, travolte da un’intensità degna di quella mostrata dalle loro avversarie contro la Nuova Zelanda lo scorso novembre.
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La difesa
A dispetto dei tanti punti presi, la valutazione della prova difensiva delle azzurre va fatta prendendo in considerazione un altro metro di giudizio, diverso da quello puramente quantitativo: quante marcature sono effettivamente nate da demeriti azzurri, e quante invece sono principalmente merito di un avversaria più forte? Vero, alcune mete (come le prime due) sono viziate da errori italiani gravi, ma tante altre – come quelle da drive o quelle nelle quali le azzurre sono state sfidate nell’uno contro uno – sono principalmente frutto della diversa cilindrata delle inglesi.
Il reale problema, che poi ha portato a un passivo così pesante, è stato la fase di liberazione e di alleggerimento della pressione: i calci azzurri hanno sortito come unico effetto quello di regalare il pallone alle inglesi. Così non c’è stato mai modo di respirare, e ogni calcio portava di fatto a un’altra ondata avversaria. A questo si aggiungono le difficoltà in mischia ordinata e in rimessa laterale, che rendevano ancora più difficile uscire dalle pressione. Chiaro che a lungo andare le mete si prendono.
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A dimostrazione di ciò, la fase del placcaggio ha portato delle soddisfazioni con una Sara Tounesi mostruosa: 22 placcaggi e un solo errore. Anche Vittoria Vecchini – entrata al 35′ del primo tempo – si è fatta sentire a livello fisico, con un gran bel 10 su 10 al placcaggio. La tallonatrice del Valsugana è stata una delle migliori in mezzo al campo, e ha fatto un grande lavoro anche nel punto d’incontro. Unica pecca, gli errori al lancio, fondamentale da mettere a posto il prima possibile per poter rendere al 100% a questo livello. A fasi alterne la prestazione sul punto d’incontro: brave le azzurre in difesa, soprattutto con la già Vecchini, ma anche Sberna e Sillari. Meno bene la difesa del possesso in attacco.
Le fasi statiche
La nota dolente. In mischia ordinata Brown e Cornborough hanno messo sotto pressione Maris e Gai, e la rimessa laterale è stato il fondamentale in cui l’Italia ha sofferto di più. Giocare con una touche di fatto non funzionante ha alimentato ancora di più la pressione alla quale le azzurre sono state costantemente sottoposte, poiché venivano meno anche quelle poche fasi di respiro che potevano essere concesse.
La migliore
Sara Tounesi ha fatto una partita sontuosa, in difesa e in attacco. Detto dei 22 placcaggi, è stata una delle poche a trovare l’avanzamento palla in mano. La migliore delle azzurre per metri percorsi palla in mano, 66 (con 8 carries), nonostante i pochissimi palloni avuti a disposizione.
Francesco Palma
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