Due, nove e quindici: i dubbi di formazione dell’Italia in vista della trasferta in Galles

Kieran Crowley deve sciogliere alcuni nodi: saranno confermati Nicotera e Braley? Chance da titolare per Capuozzo?

Sei Nazioni 2022, Italia: Giacomo Nicotera – ph. Sebastiano Pessina

L’Italia sta preparando la trasferta in Galles in vista dell’ultima giornata del Sei Nazioni 2022. La partita che si giocherà sabato pomeriggio a Cardiff, con calcio d’inizio alle ore 15:15, vedrà gli Azzurri impegnati in un’ultima, difficilissima sfida per sfatare il tabù vittoria che va avanti da 7 anni.

Il Millennium Stadium è forse il rettangolo verde meno indicato per le imprese esterne, come testimonia anche il fatto che in 11 trasferte a Cardiff nel torneo l’Italia abbia racimolato solamente un pareggio, quel 18-18 di ormai 16 anni fa, con la meta d’intercetto di Pablo Canavosio.

A Cardiff, però, l’Italia ha offerto una delle migliori prestazioni dell’ultimo periodo: nel 2020 la nazionale di Franco Smith era in vantaggio al 58′, e solo negli ultimi 10 minuti il Galles segnò i 14 punti che permisero ai Dragoni di far registrare un 38-18 molto meno comodo di quello che il punteggio suggerisce.

Per Kieran Crowley i dubbi dell’ultima selezione del suo primo Sei Nazioni riguardano tre ruoli in particolare: il numero 2, il numero 9 e il numero 15.

Giacomo Nicotera e Callum Braley non hanno avuto il miglior pomeriggio della loro carriera.

Il triestino in forza al Benetton, al debutto in nazionale, ha offerto una prestazione di grande cuore e si è dimostrato all’altezza della situazione sia al lancio che in mischia ordinata, ma ha faticato nel gioco aperto, in particolare in difesa, con 6 errori al placcaggio su 15 tentativi.

Il mediano di mischia destinato ai Northampton Saints ha finalizzato bene l’azione della prima meta azzurra, che ha peraltro orchestrato con un loop dopo il quale ha saputo battere in velocità Sam Johnson, prima di cedere a Bruno all’ala. Due suoi errori da matita rossa sono però costati carissimo nella prima fase dell’incontro: il placcaggio sbagliato su George Taylor e l’intercetto subito nei 5 metri scozzesi che ha dato il la alla prima meta di Chris Harris.

Il suo gioco al piede è stato buono dalla base della ruck, situazione nella quale è migliorato in accuratezza e precisione rispetto al recente passato, ma ad inizio secondo tempo è stato coinvolto in un paio di situazioni tattiche dove ha perso la sfida al piede nei confronti del proprio omologo, poi man of the match, Ali Price. In particolare, però, spiccano i 5 placcaggi sbagliati su 6 tentativi. Brutalmente: i placcaggi sbagliati di Braley e Nicotera ammontano al 25% circa dei 40 errori commessi dalla squadra negli interventi difensivi.

Con Lucchesi ancora ai box e Faiva squalificato, per Crowley la scelta a tallonatore consta nel confermare il 25enne in una partita dove rimessa laterale e mischia ordinata la faranno da padroni, o affidarsi all’esperienza dell’ex capitano Luca Bigi, il cui contributo dalla panchina contro la Scozia non è però stato così palpabile, specie perché entrato in campo a cavallo delle due mete scozzesi nella ripresa, nel momento più difficile dell’incontro.

A mediano di mischia si ripropone il confronto fra Braley e Fusco. Il 9 delle Zebre è stato preferito a Braley come backup di Varney prima dell’infortunio di quest’ultimo, ma poi superato dal più esperto pariruolo per giocare dal primo minuto la partita contro la Scozia. C’entra probabilmente il fatto che Fusco è un giocatore molto fisico, adatto ad un rugby molto intenso e rapido, che ama mettersi in proprio e attaccare. Un tipo di giocatore adatto per l’ultima parte di una gara, meno per le sue fasi iniziali, dove limitare il numero di errori è fondamentale.

Infine, c’è Ange Capuozzo. Difficile pensare che possa rimanere fuori dal XV iniziale, ma altrettanto difficile capire come riarrangiare il triangolo allargato. Posta l’inamovibilità di Monty Ioane, miglior ball carrier azzurro con 14 portate per 130 metri fatti, in questo momento Crowley non sembra disposto a fare a meno neanche della solidità e della duttilità di Edoardo Padovani. Capuozzo potrebbe trovare spazio come ala destra, prendendo il posto di Pierre Bruno, o come estremo, facendo scalare Padovani.

Tuttavia Bruno non ha offerto una brutta prestazione, tutt’altro. Crowley potrebbe scegliere di affidarsi nuovamente al medesimo trio, puntando su un giocatore più fisico come l’ala delle Zebre per la parte iniziale della partita, e inserire poi Capuozzo nella mezz’ora finale, quando la benzina spesa può far sì che ci siano più spazi da esplorare. Se infatti il giocatore di Grenoble è più affidabile in difesa di quanto le sue dimensioni fisiche possano far credere, grazie a un’intelligenza rugbistica di alto livello, ottime letture e gran tecnica individuale nel placcaggio, è anche vero che esporlo a 60 minuti di uno contro uno con i quasi 100 kg di Josh Adams vorrebbe dire logorarlo in situazioni dove non necessariamente può fare la differenza.

Non scopriamo oggi, d’altronde, che il rugby non si gioca in 15 ma in 23, e che tante volte è quello che viene fuori dalla panchina a decidere il destino di una partita.

Lorenzo Calamai

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