Francia: i club professionisti indennizzeranno quelli amatoriali

Mossa importante della LNR: remunerata la formazione dei giocatori pro da parte dei club di base

Antoine Dupont

In Francia i club pro indennizzeranno quelli amatoriali – ph. MARTIN BUREAU / AFP

La Ligue Nationale de Rugby, la lega dei club professionistici francesi, ha preso una decisione potenzialmente rivoluzionaria per il futuro del gioco di là dalle Alpi: i club pro indennizzeranno quelli amatoriali per la formazione dei loro giocatori.

Secondo il rapporto diffuso dalla stessa LNR nel corso di questa settimana oltre 500.000 euro saranno distribuiti fra 386 club su tutto il territorio nazionale. Il merito dei club amatoriali? Quello di aver provveduto a una proficua formazione di chi rappresenta il gioco a livello professionistico.

La misura è parte del cosiddetto RIF, acronimo di réforme des indemnités de formation, piano di modifiche alla situazione delle indennità di formazione in atto dallo scorso anno.

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Le indennità che i club di base riceveranno sono calcolate in funzione del percorso di formazione e basate sul livello di remunerazione del giocatore durante la sua carriera professionale. Vengono presi in considerazione tutti gli atleti che hanno un contratto professionistico da meno di 10 anni.

Per essere meno astratti e più pratici: il St Pee UC riceverà dalla LNR circa 20.000 euro a titolo di indennizzo per tutti gli anni passati nella propria école de rugby (ovvero dai 6 ai 14 anni, l’equivalente grossomodo del nostro minirugby) da Charles Ollivon, terza linea del club e, fra l’altro, capitano della nazionale francese.

Il presidente della lega dei club Paul Goze è soddisfatto: “Il rugby amatoriale e quello professionistico costruiranno insieme il futuro del rugby francese, le prestazioni dei club e della nazionale. Nel sostenere la formazione per tutto il percorso dei giocatori, incoraggiamo l’eccellenza. Il dispositivo RIF dimostra il sostegno e la solidarietà inossidabile dei club professionistici e della LNR ai club amatoriali e ai centri di formazione.”

Una iniziativa sicuramente proficua per il rugby di base francese, pensata per tempi normali e applicata infine in tempi straordinari, con l’emergenza sanitaria che, come in tutto il mondo, ha provato duramente le casse dei club.

E in Italia?

In Italia una indennità di formazione esiste già, anche se diversa da quella francese, visto che non viene operata una significativa distinzione fra gioco amatoriale e professionistico e che non esiste una lega dei club, ma i contributi sono elargiti dalla federazione.

Come recita infatti il Regolamento Organico della federazione italiana, indennità di formazione sono previste per tutti quei giocatori che tra i 18 e i 25 anni si trasferiscano, stante l’esistenza di un contratto, dalla società di formazione ad un’altra.

L’indennità da versare è quindi proporzionale al livello di destinazione in cui l’atleta andrà a giocare e all’età in cui avviene il trasferimento: si va dai 150€ per un 25enne che si trasferisca ad un club di serie C fino ai 23.000€ per un atleta fra i 19 e i 22 anni che si trasferisca in una delle due franchigie che giocano il Pro14.

Nella pratica, non sono molte le indennità riconosciute, perché la maggior parte dei giocatori, soprattutto ai livelli inferiori e quindi ben lontani dal professionismo, è libera da vincoli scritti con la società di appartenenza.

Diverso il discorso per i giocatori di interesse nazionali riconosciuti dal nuovo regolamento approvato dal Consiglio federale lo scorso agosto. In questo caso la FIR corrisponde alle società di appartenenza dei giovani inseriti nel programma un contributo la cui entità viene stabilita annualmente dal Consiglio federale.

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