Sei per Sei: dall’Europa al Sei Nazioni

Quali sono i giocatori che con le loro prestazioni nelle coppe si stanno candidando ad un ruolo di primo piano nel torneo?

ph. Ettore Griffoni

Manca poco più di un mese e mezzo al kick-off del Sei Nazioni 2019, e questo turno europeo che impegna i migliori club del continente in Champions e Challenge Cup è un ottimo viatico per i giocatori delle sei nazionali impegnate nel torneo per mettersi in mostra in vista della prima giornata, quella del prossimo primo febbraio.

Sulla base delle prestazioni offerte durante la stagione, e poi in particolar modo durante la terza giornata di coppe europee disputatasi sabato, abbiamo scelto un giocatore per ogni squadra del Sei Nazioni che sta offrendo la sua candidatura per un presenza stabile fra le fila della nazionale.

Scozia
George Horne – Glasgow Warriors

Una meta e un assist per il minore dei fratelli Horne nel trionfo degli scozzesi contro Lione in Champions Cup. Mediano di mischia rapido, intelligente e con un istinto innato per la fase offensiva, Horne è un mediano molto diverso dai suoi concorrenti in nazionale Laidlaw e Pyrgos, mentre somiglia in qualche modo ad un altro attaccante naturale come Ali Price. Classe 1995, il nativo di Dundee ha ottenuto finora 4 presenze in nazionale maggiore, segnando due mete alla sua seconda presenza contro l’Argentina. Proprio la prolificità è uno degli aspetti più intriganti del numero 9 che ha incendiato Lione.

Galles
Matthew Morgan – Cardiff Blues

Warren Gatland avrà un gran mal di testa nello scegliere la formazione titolare del Galles per il debutto al Sei Nazioni, nella partita d’apertura contro la Francia. Uno di quei mal di testa, però, che agli allenatori piace tanto avere, dato dalla grande varietà di scelte a disposizione. Se tutti sono abili e arruolati, Gatland avrà a disposizione Leigh Halfpenny e Liam Williams nel ruolo di estremo, due garanzie difficili da scardinare. Chi ci sta provando a farlo è Matthew Morgan, estremo dei Cardiff Blues che hanno giocato un primo tempo d’autore contro i Saracens, prima di collassare sotto i colpi di una squadra di un altro livello nella ripresa. Grande contributo proprio del 26enne di Swansea, passato alla squadra della capitale nel 2016, dopo aver lasciato gli Ospreys due anni prima per provare il brivido del Championship inglese con Bristol. Fin da giovanissimo una delle grandi promesse del rugby gallese, ha finora trovato la strada sostanzialmente chiusa in maglia rossa: solo 5 i caps per lui. Chissà che il prossimo torneo non possa vederlo di nuovo fra i protagonisti.

Irlanda
Marty Moore – Ulster

Difficile aggiungere qualcosa a questa squadra irlandese, e difficile uscire dal cerchio dei soliti noti quando andiamo ad analizzare le prestazioni in Europa che hanno visto brillare ancora nomi come Jacob Stockdale per Ulster o James Ryan per Leinster. Proviamo a uscire dai nomi più prevedibili indicando quello di Marty Moore, il pilone destro di Ulster che ha contribuito all’importante lavoro fatto dal pack irlandese contro gli Scarlets in una delle partite più belle del weekend. Moore manca dalla nazionale dallo scorso 2015, quando collezionò la sua decima presenza. Dopo due anni ai Wasps, il suo ritorno a 27 anni nell’isola di smeraldo potrebbe valergli la convocazione in nazionale.

Francia
Anthony Belleau – Toulon

Dal 2017 Belleau è stabilmente parte della rosa della nazionale francese, sia sotto Guy Novès che con Jacques Brunel. L’ex CT dell’Italia, però, non gli sta concedendo molto spazio. La prestazione del giovane mediano d’apertura contro Montpellier, regolato con un 38 a 28 che sembrerebbe essere il segno di una rinascita rouge-et-noir dopo l’avvio disastroso di stagione, potrebbe far cambiare idea al baffuto selezionatore. Il classe 1996 ha disputato una partita da man of the match, correndo 111 metri palla in mano e segnando 16 punti (6/8) dalla piazzola.

Inghilterra
Ollie Thorley – Gloucester

Non c’è carenza di ali nella rosa dell’Inghilterra, ma il talento del giovane di Londra non può passare inosservato. Thorley è stato il più giovane giocatore a debuttare nella storia di Gloucester, a soli 17 anni. Oggi il giocatore ha 22 anni e con la sua velocità mortale ha giustiziato gli Exeter Chiefs al Sandy Park, propiziando la meta di Willi Heinz con un contrattacco devastante che al quarto d’ora ha rovesciato gli equilibri della gara. Non è la prima ottima prestazione (139 metri corsi in 9 cariche, 2 clean breaks, 1 turnover vinto) della stagione di Thorley: solo lo scorso weekend in Premiership, doppietta per lui contro i Worcester Warriors.

Italia
Marco Barbini – Benetton Rugby

Il terza linea dei biancoverdi è stato il migliore in campo nel match dei suoi con gli Harlequins. Di lui si è parlato molto ultimamente, perché stupisce la qualità delle sue prestazioni a fronte degli appena due caps raccolti con la maglia della Nazionale. Al di là di dietrologie più o meno fondate, la terza linea della nazionale italiana ha una discreta profondità, dato il recente apporto di giocatori come Negri e Polledri, e il salto di qualità a novembre di Braam Steyn. E’ certo vero, però, che in un paese che fatica a creare terze linee (degli ultimi 5 esordienti nel ruolo, solo Licata è un prodotto del vivaio italiano) non concedere almeno un’opportunità a chi si sta mettendo continuativamente in luce come Barbini ha il sapore dell’autolesionismo.

Lorenzo Calamai

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