Cosa non va nella “meta più bella dell’anno”

Nell’azione della meta di Retallick c’è un evidente fallo del seconda linea, ma a World Rugby non è sembrato interessare

brodie retallick all blacks

ph. Reuters

Il premio di “meta più bella dell’anno” è stato assegnato a Brodie Retallick, autore di un gesto tecnico non banale per un giocatore della sua stazza. Nonostante questa sia l’epoca degli avanti capace di fare qualunque cosa in campo e dalle doti atletiche sopra la media, non si vede spesso un gigante di 204cm per 120kg “scherzare” un trequarti con una semplice finta di passaggio e volare indisturbato in meta.

Il 27enne, già incoronato miglior giocatore al mondo nel 2014, ci è riuscito durante Australia-All Blacks dello scorso 18 agosto, valido per la prima giornata del Rugby Championship 2018. Nell’occasione, il seconda linea ha iniziato e concluso l’occasione con due azioni personali: prima il recupero del pallone nella propria metà campo su Genia, poi la finalizzazione beffando Bernard Foley e mandando in visibilio tutti gli appassionati di rugby tranne quelli australiani.

Sull’iconicità del gesto finale ci sono pochi dubbi: è una di quelle mete che potrebbe restare a lungo nell’immaginario collettivo, tanto più se è stata votata come miglior meta dell’anno. La scelta di premiare l’azione di Retallick e degli All Blacks con un riconoscimento del genere, tuttavia, ha involontariamente creato un effetto comico su cui forse non tutti hanno posto l’attenzione, rivolta comprensibilmente più al modo in cui Retallick ha segnato la sua bella e apprezzabile meta.

L’inizio della cavalcata vincente dei neozelandesi, infatti, è contrassegnato un fallo piuttosto clamoroso dello stesso Retallick non fischiato dall’arbitro sudafricano Jaco Peyper. Il seconda linea placca in avanzamento Will Genia, isolatosi dopo aver tentato un’azione personale, e senza mai rilasciare il mediano di mischia wallabie si rialza mettendo le mani sul pallone per scipparlo all’avversario; dopo una frazione di secondo in cui resta anche sui suoi piedi, l’All Black perde anche gli appoggi e ricade sul terreno di gioco, rubando nel frattempo il pallone a Genia e mettendolo a disposizione dei suoi compagni di squadra.

L’infrazione è evidente: Retallick viola almeno un paio di regole in un colpo solo, ma per Peyper – che sarebbe anche nella posizione ideale per fischiare e concedere un calcio di punizione all’Australia – è tutto regolare. È vero che con le nuove regole i punti d’incontro sono diventati una fase di gioco ancora più difficile da dirigere per un arbitro, ma il contesto dello “scippo” di Retallick non era la classica ruck in cui la visuale rischia del direttore di gara di essere coperta da uno o più giocatori. I due giocatori erano isolati dagli altri 28 in campo, offrendo la possibilità a Peyper di avere un quadro chiaro ed evidente della situazione.

Ma a sorprendere maggiormente, a posteriori, è il timbro di legittimità che World Rugby ha impresso sull’intervento di Retallick. Nel video della meta pubblicato sui propri canali ufficiali, la Federazione internazionale ha incluso anche il turnover operato dal neozelandese, senza curarsi del fatto che il grillotalpa di Retallick fosse chiaramente illegale.

Cosa ci ha voluto dire l’organo di governo mondiale in questo modo, dunque? Che nei punti d’incontro è effettivamente concesso di tutto? Che per garantire la giusta dose di spettacolo si possono anche ignorare le regole? Nel produrre il video dell’azione, World Rugby avrebbe potuto tagliare il momento in cui Retallick ruba il pallone al Genia, facendo partire la riproduzione dal momento in cui Aaron Smith fa uscire il pallone dalla ruck. Ha invece deciso di inserire anche quella parte, forse per premiare ancor di più le abilità di Retallick. O forse per una semplice ingenuità. Sean Maitland, CJ Stander, scozzesi e irlandesi avrebbero delle ottime motivazioni per essere molto risentiti.

Daniele Pansardi

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