Pro14 e Heineken Champions Cup: cosa aspettarsi dalle squadre scozzesi nel 2018/2019?

In una stagione per certi versi “storica,” Edinburgh e Glasgow Warriors dovranno essere anche il traino per la Nazionale del Cardo

ph. Matteo Mangiarotti

Sabato prossimo, 1 settembre, inizierà ufficialmente la stagione 2018/19 delle due squadre pro scozzesi, una stagione importantissima per tutto il movimento rugbistico scozzese.

Edinburgh e Glasgow Warriors, infatti, per la prima volta dopo la riforma delle Coppe Europee (era la stagione 2014/15) giocheranno entrambe nella massima competizione (la Heineken Champions Cup) e, per la prima volta in anni, il Club della capitale si presenta ai nastri di partenza almeno alla pari con I rivali dell’Ovest che nelle ultime stagioni hanno sempre monopolizzato l’attenzione.

L’arrivo di Richard Cockerill alla guida tecnica di Edinburgh, I risultati (clamorosi, considerando da dove partiva l’ex coach di Tigers e Tolone) ottenuti alla prima stagione (riconquista della 1872 Cup, qualificazione per la prima volta in assoluto ai playoffs di PRO14 e ritorno nell’Europa “che conta”) e il rebrand annunciato poco più di un mese fa, oltre alle buone prestazioni della pre-season (sconfitta di misura a Meggetland contro Bath, vittoria al Kingston contro Newcastle) hanno galvanizzato l’ambiente.

“Certo, si è vista un pò di ‘ruggine’ in entrambe le squadre ma fisicamente credo abbiamo tenuto bene, soprattutto in fase difensiva abbiamo anche fatto buone cose. Sappiamo tutti che dobbiamo migliorare, ma come punto di partenza non posso non essere soddisfatto nonostante il risultato negativo – io odio perdere!” ha detto Cockerill in sala stampa dopo il match contro I Termali, toccando tre temi (preparazione fisica, fase difensiva e voglia di vincere) che hanno fatto le fortune del club lo scorso anno.

Una settimana dopo è arrivato anche il risultato e Cockerill può essere contento dei nuovi innesti – su tutti Juan Pablo Socino, che ha il potenziale di essere uno dei migliori acquisti degli ultimi anni del Club. Henry Pyrgos è il mediano di mischia che, a parte la stagione miracolosa di Hidalgo-Clyne (anno 2015) il Club della Capitale scozzese non ha mai avuto, per qualità e quantità, mentre le conferme importanti di giocatori come Kinghorn e Duhan van der Merwe si sommano al ritorno di Matt Scott da Gloucester. Nel pack, che sembra finalmente completo (nonostante l’assenza, pesantissima, di John Barclay ancora impegnato con la riabilitazione dopo l’infortunio rimediato a Glasgow nella semifinale di PRO14 dello scorso maggio) e che annovera il capitano della squadra, McInally, va segnalato l’arrivo del pilone italiano, Pietro Ceccarelli, che ha fatto bene all’esordio e avrà sicuramente modo di trovare spazio a stagione in corso.

I Glasgow Warriors, invece, si presentano al via con una squadra indebolita dalle partenze di Pyrgos e Finn Russell ma che potrà contare su un gruppo sostanzialmente confermato ed affiatato cui coach Rennie ha aggiunto l’esperienza del Wallaby Nick Frisby 25enne che arriva dai Queensland Reds. Frisby può anche giocare apertura e, contando che a numero 9 i Warriors hanno giocatori del calibro di George Horne e Ali Price, l’australiano potrebbe fare concorrenza ad Adam Hastings per prendersi le chiavi della mediana dei Glaswegians – Rennie ha detto di avere grande fiducia nel “figlio d’arte” Adam e lo ha schierato subito titolare nelle due uscite estive.

Pre-season agrodolce per i Warriors, che hanno battuto nettamente gli Harlequins nel match giocatosi al North Inch Park di Perth (con stadio temporaneo costruito per l’occasione in centro città) ma sono stati sconfitti altrettanto nettamente a Northampton poco meno di una settimana dopo.

L’esordio a Galway contro Connacht, ormai un “classico” del Guinness PRO14, darà sicuramente segnali importanti allo staff tecnico che quest’anno dovrà essere capace di trovare quell’equilibrio che è mancato nettamente nella seconda fase della scorsa annata. Rennie ha sempre parlato di “costruire e tenere vivo il momentum” ma nonostante una prima parte di stagione ‘domestica’ (in Europa, infatti, i Glaswegians hanno fallito miseramente l’obiettivo-knckout stage) travolgente, in primavera gli entusiasmi sono stati smorzati da sconfitte consecutive in trasferta in regular-season che hanno impedito ai Warriors di arrivare carichi nella sfida decisiva, la semifinale casalinga (persa male) contro gli Scarlets.

Come spesso capita, i Warriors dovranno essere capaci di “sopravvivere” alle finestre internazionali perdendo meno punti possibile e, soprattutto, dovranno riuscire ad esportare la ferocia con cui affrontano ogni avversario tra le mura amiche dello Scotstoun Stadium. Lo stile di gioco di coach Rennie ha garantito molti punti di bonus offensivo ma, anche, concesso qualche opportunità di troppo agli avversari di mettere punti a referto. Anche qui, la parola d’ordine per i Glaswegians dovrà necessariamente essere “equilibrio”.

I prossimi due mesi non decideranno la stagione delle due squadre scozzesi, ma (soprattutto in Europa) partire con il piede giusto è fondamentale per creare quel “momentum” tanto caro all’head coach neozelandese.

Connacht in trasferta, Munster in casa, doppia trasferta in Sud Africa prima di tornare a Glasgow contro Dragons e Zebre per i Warriors, mentre Edinburgh esordisce con due trasferte (Ospreys e Ulster) prima di ospitare Connacht e Benetton Treviso (gare inframezzate dalla trasferta di Dublino), chiudendo la prima fase di PRO14 in casa contro i Cheetahs. Saracens e Tolone, a distanza di una settimana, ci diranno se le due squadre scozzesi sono poi pronte per fare bene anche in Europa.

Spettatori interessatissimi saranno Gregor Townsend, il sup staff e tutti i tifosi scozzesi, perché se i club faranno bene, la Nazionale (nella stagione che ci porterà alla Coppa del Mondo) non potrà che trarne beneficio. Novembre è ormai dietro l’angolo e la Scozia ci arriva al sesto posto del ranking mondiale – e con tutte le carte in regola per fare bene.

 

Matteo Mangiarotti

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