Unità d’intenti e meno campanilismi: la strada verso la Lega di club

Abbiamo intervistato il presidente del San Donà, Alberto Marusso, portavoce del nuovo coordinamento tra le società

san donà mogliano eccellenza rugby

ph. Ettore Griffoni

A nove anni dall’ultimo Super 10 organizzato da un ente che non fosse la FIR, sembrano aprirsi nuovi concreti spiragli affinché il massimo campionato italiano torni ad essere sostenuto e gestito direttamente da una Lega di club. Visto lo stato attuale dell’Eccellenza, è opinione comune che l’organizzazione del torneo possa compiere sensibili passi in avanti nel momento in cui le società faranno fronte comune.

 

Quel momento tanto atteso sembra essere arrivato. Una settimana fa, i presidenti dei dieci club del campionato hanno fatto sapere tramite un comunicato di essersi riuniti per avviare un percorso collettivo, rivolto in un’unica direzione e che porterà alla nascita di una vera e propria Lega tra sei mesi. Come portavoce del progetto è stato nominato Alberto Marusso, presidente del San Donà, che On Rugby ha intervistato per approfondire i temi più urgenti su cui le società dovranno necessariamente intervenire.

 

Ad un anno dall’incontro promosso dal presidente delle Fiamme Oro Armando Forgione a Roma, a cui parteciparono nove presidenti su dieci dell’Eccellenza, cosa è cambiato? Come si è evoluto il dibattito in questi mesi?

A Roma firmammo un documento condiviso. Per vari motivi la cosa è scemata da sé, senza che ci fossero particolari problemi o ripensamenti. Mi ero promesso di ricontattare tutti avendo come pretesto la sfida con il Sudafrica a Padova, per un incontro conviviale in cui poter riprendere in mano ciò che ci eravamo detto mesi prima. Così è stato. C’è uno stato uno sviluppo diverso per fortuna.

 

Cosa è cambiato nella volontà di chi allora disse di no al progetto? Quali resistenze avete dovuto vincere tra i Presidenti meno convinti di questo progetto?

È stato trovato un compromesso. La mission finale è quella di poter avere tra non molto tempo una struttura che sia gestita anche da una persona terza rispetto alle società, che possa andare sempre verso step più importanti. Ci siamo tutti messi d’accordo sul fatto che per cominciare a mettere mano alle cose rese note con il primo comunicato ci dovesse essere unità d’intenti da parte di tutti nel provare a intraprendere un percorso. Ragionevolmente siamo arrivati a questa definizione iniziale. Speriamo possa diventare qualcosa di più grande, e che possa gestire in maniera decisamente più sciolta alcune questioni.

 

Sono stati abbattuti certi campanilismi?

Vengo adesso da una riunione in cui abbiamo definito le modalità operative e formali di questo gruppo di società. Le confermo che c’è una percezione totalmente diversa. C’è molto rispetto delle idee che possono far bene al movimento. Siamo consapevoli anche che ci sono alcune cose da vedere insieme alla Federazione. I tempi sono maturi comunque, l’atteggiamento è sicuramente più propositivo e positivo. Cominciamo a piccoli passi, senza fare i fenomeni. Sviluppiamo queste due-tre cose all’inizio, e se magari siamo bravi proveremo a interessarci anche di altre peculiarità.

 

La sostenibilità economica è una delle sfide più grandi per la futura Lega?

Non è uno degli argomenti che andremo subito a puntualizzare. Non è semplice per nessuno, soprattutto per realtà come la nostra. In questo momento l’oggetto di discussione non è certamente la sostenibilità economica, ma quello di una razionalizzazione potrebbe esserlo.

 

Dal punto di vista commerciale e della ricerca degli sponsor ci sarà continuità con il lavoro della Federazione?

Anche questo è un argomento un attimo più delicato e verrà trattato successivamente. L’auspicio di questa costruzione della Lega è di diventare capace di attingere e portare risorse, che in questo momento non sono intercettate o state cercate. In Italia abbiamo diversi esempi di Leghe, affiliate a Federazioni professionistiche e non. L’obiettivo è sempre quello di sviluppare sempre maggior visibilità, e anche quello di trovare nuove partnership finanziarie può essere propedeutico a questo.

 

C’è un modello di Lega a cui vi state ispirando? Ad esempio la Lega Pro, che era citata nel comunicato di un anno fa

La Lega Pro è sicuramente interessante, ma appartiene sempre a strutture professionistiche. Fatte le dovute proporzioni, direi che comunque i princìpi sono quelli: vendere un prodotto che possa rendere il campionato più interessante, avere strategie di marketing… Direi che ogni entità di questo tipo cerca di arricchire e portare risorse sia in termini finanziari, commerciali e tecnici alla propria base. Intendiamo fare questo.

 

Il nome dell’Eccellenza cambierà, come avete già annunciato. Per il Trofeo Eccellenza invece quali sono le possibili strade sia come nome che come format?

Per il nome, ‘Coppa Italia’. L’idea è quella di allargarla anche ad altre società, quindi poter coinvolgere altre società del territorio che vorranno aderire a questo tipo di iniziativa. Vogliamo interagire con realtà che non hanno il nostro stesso ruolo ora, ma che possono essere una parte fondamentale e integrante di tutta una serie di iniziative che potremmo fare. Sarebbe bello estendere alle società di Serie A, perché no?, un po’ come nella Coppa Italia del calcio. Per un club di Serie A, andare a giocare al Battaglini o al Plebiscito, ma anche a Viadana o Calvisano, sarebbe sicuramente stimolante e darebbe gratificazioni.

 

Uno dei provvedimenti più immediati potrebbe essere una regolamentazione ufficiale sui permit player? Se sì, sarà più facile vedere giocatori delle franchigie scendere in Eccellenza per avere minutaggio?

Assolutamente sì, ce n’è necessità. Questo fenomeno, se gestito con criterio, farà certamente bene a tutti e ci lascerà contenti. I giocatori delle franchigie in Eccellenza? A noi piacerebbe questa doppia possibilità, anche per non tenere fermi i ragazzi. Ce ne sono alcuni che magari non hanno grande minutaggio, quindi si terrebbe in movimento in Eccellenza. Così funziona nei Paesi un po’ più evoluti. Sarà oggetto di discussione nelle prossime settimane, perché vorremmo organizzare la questione già a gennaio.

 

Capitolo trasmissione dei match in diretta. The Rugby Channel sta facendo un grande lavoro, ma a quanto pare la ricerca di un media tradizionale televisivo sembra avere la priorità.

Al momento stiamo studiando con The Rugby Channel un modo per migliorare quello che stiamo facendo. Potenzialmente abbiamo opportunità infinite, ma per poter vendere qualcosa è necessario raggiungere qualità. Non le dico che non sarebbe una cosa importante, ma per discuterne nell’immediato dovremo fare ancora delle valutazioni. Vorremmo tutti essere avere più visibilità.

 

Con una futura Lega si eviteranno accavallamenti come quello del prossimo sabato, quando Benetton-Zebre e l’intera giornata di Eccellenza sarà in contemporanea?

È uno degli auspici. Vogliamo gestire questo tipo di organizzazioni ed evitare cose del genere. Ci sono tanti aspetti che vanno razionalizzati.

 

Se la sente di sbilanciarsi? Il prossimo campionato sarà già organizzato dalla futura Lega? 

Non me la sento di dire nulla. Ne parleremo, ma in questo momento non c’è alcuna possibilità di dichiararlo. Ci relazioneremo con la Fir a gennaio, e spero di poter avere già degli elementi per i quali poter auspicare qualcosa nell’immediato.

 

 

Daniele Pansardi

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