Ovale Internazionale: Lions, domattina non calciate quella palla

Tre giocatori da tenere d’occhio sabato contro i Maori: Milner-Skudder, Damian McKenzie e James Lowe

onrugby maori

Sabato i Lions affronteranno i Maori All Blacks (kick off ore 9.35, diretta Sky Sport), a sette giorni dal primo contatto con l’avversario vero e proprio della serie, la nazionale neozelandese. La selezione maori rappresenta un test di altissimo livello, e le convocazioni di coach Colin Cooper lasciano intendere che l’intenzione è quella di dare battaglia vera, in una battaglia campale che promette notevoli fuochi d’artificio.

La squadra maori potrà contare su alcuni giocatori di esperienza internazionale, su tutti l’ex All Black Liam Messam e il mediano di mischia Tawera Kerr-Barlow, al quale è stato dato il via libera dallo staff degli All Blacks per unirsi al team. Allo stesso modo, Hansen e soci hanno consentito ai fratelli Ioane, Akira e Reiko, di aggregarsi al gruppo, con la concreta possibilità di vedere almeno uno dei due figurare contro i Lions con tre maglie diverse (Blues, Maori All Blacks, Nuova Zelanda).

 

A Rotorua, dove si terrà la partita, si intrecciano molte storie: Messam e il numero nove di belle speranze degli Hurricanes Te Toiroa Tahuriorangi (non a caso detto Triple T) sono di casa a Rotorua, essendoci nati e cresciuti; Charlie Ngatai è stato incluso nel gruppo, nonostante il talentuoso giocatore continui ad accusare sintomi riconducibili alla concussion che lo ha tenuto fuori per un anno e che sono tornati a manifestarsi dopo il suo recente ritorno in campo; il mediano Bryn Hall, il già citato Te Toiroa Tahuriorangi e il centro Rob Thompson sono i selezionati in attesa di vincere il primo cap per i Maori All Blacks.

 

Per questo sabato, però, l’attenzione si sofferma su tre giocatori in particolare, quelli che l’head coach Cooper ha segnato nella lista dei convocati come outside backs, e che potrebbero comporre un letale triangolo allargato: si tratta del redivivo Milner-Skudder, dell’astro nascente Damian McKenzie e del futuro oversea James Lowe.

Lo stile di gioco dei Maori All Blacks è fatto di corse pericolose, offload e contrattacchi. Ammirate la seconda meta nel match dello scorso novembre con il Munster (poi vittorioso). I Lions troppo spesso sono stati imperfetti nel loro gioco al piede, che sabato dovrà essere chirurgico per non essere fatti a fette così

Nehe Milner-Skudder

Solamente qualche manciata di giorni fa Nehe Milner-Skudder, stella degli All Blacks campioni del mondo 2015, ritornava finalmente al Super Rugby dopo una lunga pausa forzata, dovuta ad una serie di infortuni che gli hanno consentito di disputare solo poche partite.

Fuori da marzo per una frattura al piede, ultimo degli incidenti occorsi al brillante trequarti ala, Milner-Skudder ha giocato 26 minuti nello scontro fra i suoi Hurricanes contro Western Force, impressionando a tal punto da essere, nelle parole di Steve Hansen, “molto molto vicino” a essere incluso nella lista dei convocati per la serie.

Così si ripresentava a marzo, prima di infortunarsi nuovamente

Con otto mete in otto presenze con gli All Blacks, Milner-Skudder si è messo in mostra come arma letale del XV in nero alla Rugby World Cup del 2015, dove ha segnato due mete a Tonga e Namibia e una ciascuno a Francia e Australia.

Nonostante le ridotte dimensioni fisiche, il 26enne degli Hurricanes ha delle doti di esplosività, velocità e capacità di cambiare direzione in un passo che lo rendono un attaccante formidabile, sia come numero 14 che come numero 15. Sebbene infatti in nazionale abbia sempre occupato lo spot di ala, gli Highlanders lo hanno spesso schierato estremo, concedendogli quindi diverse situazioni dove poter mettere in mostra i suoi step unici con il campo aperto a disposizione. Un piede sufficientemente educato gli permette di non avere veri e propri sostanziali difetti come estremo, fatta eccezione la statura inferiore a tanti avversari, che potrebbe esporlo a difficoltà nelle contese aeree, ma il giocatore sa il fatto suo e se l’è finora sempre cavata. Per questo sabato, però, Colin Cooper lo ha schierato all’ala, dove si troverà di fronte George North, in una sfida tra opposti golosa per gli occhi.

 

 

Damian McKenzie

damian mckenzie all blacks rugby

ph. Sebastiano Pessina

Al fianco del pericoloso Milner-Skudder potrebbe giocare Damian McKenzie, la rivelazione del Super Rugby nelle ultime due stagioni, dove con i Chiefs sta facendo sfaceli. Escluso illustre delle selezioni All Blacks, con i quali ha esordito lo scorso anno in Italia, McKenzie ha giocato soprattutto estremo nel Super Rugby, dopo essere stato l’estremo dei Baby Blacks al mondiale under-20 del 2014, ma è inizialmente cresciuto come numero dieci.

Nonostante la sua grande stagione, già 5 mete all’attivo con i Chiefs, McKenzie è stato escluso sostanzialmente per fare spazio a Jordie Barrett, che ha sfoderato prestazioni sempre più sorprendenti nel ruolo di estremo per gli Hurricanes.

Damian McKenzie è uno dei giocatori più divertenti dell’intero Super Rugby: piccolo fisicamente, supplisce alle carenze con una insospettabile forza. Ama attaccare, dotato com’è di una corsa elusiva e brillante che instilla un immediato panico fra le fila della difesa avversaria, il tutto condito da un pizzico di fantasia e grandi doti tecniche.

L’impressionante 2016 di Damian McKenzie

Piede preciso e piazzatore affidabile, il ventiduenne McKenzie si trova a un bivio della carriera: Aaron Cruden passerà al Montpellier la prossima stagione, e i Chiefs potrebbero decidere di affidare permanentemente le chiavi della regia al giovane. Cosa che peraltro pare richiedere anche lo staff tecnico degli All Blacks, che vede rosee prospettive per il ragazzo nell’evoluzione verso il numero dieci. La sua inesperienza e le poche partite disputate all’apertura, infatti, sono una delle ragioni per cui non gli è ancora stato affidato un ruolo di jolly dalla panchina, capace di coprire gli spot numero 10 e 15 come Beauden Barrett alla scorsa coppa del mondo.

Un momento che, però, potrebbe non tardare ad arrivare. Già contro i Lions, McKenzie sarà come numero dieci tra le fila dei Maori All Blacks, condividendo la cabina di regia con il compagno di squadra Tawera Kerr-Barlow. Una chance importante per dare un segnale definitivo ai selezionatori All Blacks, rendendosi protagonista della partita più importante e prestigiosa giocata dalla selezione maori negli ultimi tempi.

 

 

James Lowe

Rapidità e potenza hanno fatto di James Lowe il giocatore temibile che il Super Rugby ha imparato a conoscere, e sul quale ha messo gli occhi il Leinster. Lowe sarà infatti un giocatore della franchigia dublinese il prossimo anno, aggiungendo a una linea arretrata molto temibile un attaccante capace di occupare l’ala ma anche il ruolo di estremo, come ha già fatto altre volte per i Maori All Blacks.

Maori All Blacks che hanno appunto scelto di riconfermare il giocatore dei Chiefs con la maglia numero 15 con la quale l’avevamo visto giocare contro gli Harlequins e Munster lo scorso novembre. La sua è una presenza offensiva importante nei back three degli avversari dei Lions: Lowe si presenta con un biglietto da visita di 25 mete in 50 presenze nel Super Rugby e 6 mete in 5 presenze per i Maori All Blacks.

 

Sembra che Leinster possa incominciare a leccarsi i baffi per le prossime stagioni, avendo acquistato in una sola sessione di mercato Lowe e il terza linea australiano Fardy

 

Quello che sarebbe vicino ad essere un titolare per la maggior parte delle nazionali ovali del mondo, in Nuova Zelanda è un giocatore che non ha mai rappresentato il proprio Paese, neanche a livello giovanile. Chiuso da una generazione di talenti cristallini come quelli di Savea, Naholo, Ioane e dallo stesso Milner-Skudder, Lowe ha preferito monetizzare i suoi talenti già a 24 anni, emigrando nel Vecchio Continente.

Alla decisione ha contribuito anche l’essere affetto da artrite reumatoide giovanile, diagnosticatagli quando ancora adolescente, e solo grazie a determinazione, abnegazione e l’aiuto della medicina è riuscito a costruire una carriera rugbystica di successo. D’altronde il suo corpo, dolorante e al quale serve un po’ più di recupero del normale, gli ha donato anche un piede sinistro molto potente, grande velocità e un’ottima capacità di riciclare il pallone dopo il contatto. Un’arma temibile che i Lions dovrebbero temere assai, vista anche l’episodica imprecisione del loro gioco al piede, che potrebbe risultare disastrosa contro una squadra che fa del contrattacco la sua fonte di ispirazione primaria.

 

di Lorenzo Calamai

Ovale Internazionale

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