Champions Cup, McCall sprona i suoi Saracens. Munster si tiene stretto Erasmus

Le voci dalla conferenza stampa post-semifinale: il Director of Rugby sudafricano conferma la sua permanenza a Limerick

ph. Reuters/Clodagh Kilcoyne

ph. Reuters/Clodagh Kilcoyne

DUBLINO – Fairplay e complimenti reciproci nelle conferenze stampa che hanno seguito la semifinale di Champions Cup vinta dai Saracens. Mark McCall, Farrell e Miko Vunipola arrivano per primi. Il Director of Rugby dei Saracens legge così la partita: “È stata dura, la nostra difesa è stata eccellente e decisiva. Nel primo tempo potevano segnare molte volte ma noi abbiamo tenuto. Nel secondo tempo abbiamo pressato bene e segnato, anche se prima abbiamo sprecato alcune occasioni, avremmo potuto potevamo segnare prima”. Owen Farrell, autore di 16 dei 26 punti dei suoi: “Loro hanno avuto molto la palla nel primo tempo e noi reggendo con un uomo fuori nel primo tempo abbiamo tenuto mettendo un mattone importante per costruire la vittoria. C’era una grande atmosfera nello stadio, è bello giocare in questo ambiente”.

 

 

Consapevolezza e maturità rossonera

Le domande dei colleghi inglesi si spostano in prospettiva finale: “Pensiamo di poter migliorare ancora, essere più concreti – dice McCall -. Certo è che questa partita ci ha dato sicurezza. Loro sono un grande gruppo ma sono ancora giovani, come lo eravamo noi alcuni anni fa. Con esperienza e allenamento sono sicuro che miglioreranno e li ritroveremo a questo livello presto. La finale? Clermont arriva in fondo da anni e sembra che per loro non debba mai arrivare il momento di vincere, ma hanno grandissimi giocatori. Sarà una partita difficilissima”. Miko Vunipola, autore della prima meta dell’incontro: “I giorni in cui per noi le finali bastavano sono finiti, ora vogliamo vincere. Abbiamo dimostrato di avere il talento e la sicurezza per venire in stadi con questa incredibile atmosfera, e giocare con maturità e classe necessarie a vincere”.

 

Imparare dalle sconfitte
Poi tocca agli sconfitti. Erasmus: “Siamo contenti di essere arrivati fin qui. Oggi abbiamo perso contro una squadra più forte, il distacco finale è il divario fra noi e questa squadra. Da come hanno retto la nostra pressione del primo dimostra che sono una grande squadra, abituata e forte per giocare queste partite – ha dichiarato il DoR della Red Army – Noi siamo un gran gruppo con un grande staff ma per crescere dobbiamo passare attraverso giornate come questa, sconfitte a questo livello che fanno crescere i nostri giovani”. Il sudafricano poi si sofferma sulla partita: “Loro ci hanno messo molta pressione, soprattutto mentale, respingendo i nostri attacchi. Noi avevamo territorio e possesso costanti (quasi il 75% nel primo tempo, ndr) ma non convertivamo. Siamo dispiaciuti di non aver dato a questa folla la gioia che voleva”.

“Oggi ha comunque giocato la migliore squadra possibile di Munster – continua Erasmus – ma semplicemente non era abbastanza. Nel secondo tempo loro hanno cambiato tattica, iniziando a metterci pressione. Se avessimo segnato nelle occasioni create all’inizio avremmo potuto intaccare la loro sicurezza, ma non era il nostro giorno”.

In conferenza stampa è intervenuto anche Simon Zebo: “È vero quello che ha detto McCall sulle nostre possibilità – ha detto l’utility irlandese – Sappiamo che questa squadra ha ancora molto dentro di sè. Adesso guardiamo all’altro titolo che possiamo vincere, il Pro 12, e faremo di tutto per vincerlo. Dal momento della tragedia di Parigi abbiamo subito detto tutti che avremmo dato tutto ogni volta, per Foley e la famiglia. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo”.
Nel segno di Rassie Erasmus

Infine il dolce. A Erasmus che continua a parlare di futuro e dello sviluppo di questa squadra, i giornalisti irlandesi chiedono se questo significa che rimarrà a Limerick nonostante le molte richieste ricevute da club del Super 15. Lui sorride e annuncia che “sì, rimarrò”. Da vero leader, nel momento della sconfitta annuncia la cosa che fa sorridere tutto l’ambiente, dandogli speranza e facendo guardare al futuro con fiducia.
di Damiano Vezzosi

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