Aviva Stadium già esaurito per la sfida del 22 aprile
ph. Reuters
DUBLINO – Munster sta trasformando l’Aviva Stadium nel proprio fortino, che cercherà di difendere il prossimo 22 aprile dall’assalto della corazzata Saracens nella prima semifinale di Champions Cup. I 51,700 biglietti in vendita sono stati polverizzati in pochi minuti, la partita non avrebbe faticato a riempire gli 82.300 posti di Croke Park.
La ERPC, organizzatrice della manifestazione, ha dato a Munster 35.000 biglietti, che sono stati divisi secondo un ordine ben preciso: innanzitutto i possessori di abbonamento decennale, quindi Club di rugby della Provincia, sponsor, squadra e membri del Munster rugby supporters club. Per dare un’idea della richiesta, molti club della zona di Limerick stanno organizzando una lotteria per decidere chi li avrà.
Gli altri 16.700 biglietti sono stati divisi in tre parti: quelli per i Saracens, quelli per tutti i partner della ERPC (i cosiddetti biglietti corporate) e infine una parte, andata in vendita venerdì 7 aprile alle 14 e polverizzata in pochi minuti, con relativa polemica in stile concerto rock perché sono apparsi poco dopo in vendita a prezzo maggiorato sui altri siti. È probabile, anche se non confermato, che questi i biglietti messi in vendita al pubblico fossero quelli avanzati dalla vendita in Inghilterra, che per ora sembra si aggiri sulle 2500 unità.
L’Aviva insomma il 22 aprile offrirà un colpo d’occhio d’eccezione, con la Red Army al gran completo che proverà a spingere i propri beniamini verso la finale. Il Munster supporters club sta già organizzanzo intorno all’hashtag #redwave, una distribuzione di bandiere per colorare di rosso l’autostrada M7 Limerick-Dublino.
Febbre accesa ma decisamente più bassa a Dublino per la trasferta a Lione. Leinster ha ricevuto circa 11.000 biglietti. I precedenti di grandi sfide in Francia dicono che i tifosi in trasferta non hanno mai superato le 2500 unità. Stavolta il numero potrebbe essere superato, ma è probabile che le macchie blu nel Matmut Stadium Gerland non saranno grandissime.
di Damiano Vezzosi
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