Sudafrica, parla Meyer: guardo i giocatori, non il colore. E la squadra è con me

Il coach degli Springboks replica alle accuse del Cosatu, mettendo l “integrità” prima dei successi in campo

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Dopo le dure accuse del Cosatu, il sindacato vicino alla popolazione nera, che lo ha accusato di scelte razziste in sede di convocazione, Heyneke Meyer risponde in via ufficiale durante la conferenza stampa di annuncio della formazione Springboks per la partita contro l’Argentina. “Tanti giocatori si sono fatti avanti per darmi supporto – ha esordito l’head coach – Devi sempre fare i conti con giocatori che se non giocano non sono contenti. Uno come Steven Kitshoff vuole giocare. Merita una chance e non l’ha avuta”. Poi, la risposta all’accusa più dura, quella di razzismo: “Non guardo il colore, cerco i migliori giocatori […] Con loro ho un solido rapporto. Siamo tutti sudafricani e siamo una squadra che deve fare il meglio per il proprio paese. Dobbiamo sostenerci l’un l’altro come giocatori”.
Infine, Meyer parla del difficile momento del rugby sudafricano: “Dicono che lo sport e il rugby formino un carattere. Non è vero, lo rivelano. Quando ho accettato l’incarico ho detto che non dipendeva da me, questo lavoro è più grande del singolo individuo. La cosa più importante è mantenere la mia integrità. So che ci sono molte critiche. So di non avere scuse […] C’è molta negatività e lo capisco, ma come ho detto…Voglio mantenere la mia integrità e ciò è più importante che la semplice vittoria“.

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