Braam Steyn è del Benetton: Treviso e giocatore pagano l’indennizzo

OnRugby può confermare la conclusione della vicenda: determinante la volontà del giocatore di andare in Ghirada

ph. Alessandro Tessari

ph. Alessandro Tessari

Una specie di caso-Castrogiovanni, in parte. Vi ricordate quando il pilone lasciò i Tigers per andare a Tolone? Per farlo il numero tre pagò di tasca propria per potersi trasferire nel sud della Francia dopo che i suoi rapporti con il director of rugby Richard Cockerill erano ormai ai minimi termini.
Le similitudini tra quella vicenda e quella di Braam Steyn si limitano però al versamento di una quota per poter andare dove ritenevano meglio per la propria carriera. Perché il terza linea era a fine contratto mentre il pilone aveva un accordo valido per un’altra stagione da giocare a Leicester, e poi perché l’impegno scritto siglato dal giocatore del Calvisano di trasferirsi a partire da giugno a Treviso è stato siglato a gennaio, cioè tre mesi prima che la FIR introducesse l’indennizzo da 20mila euro che le due celtiche devono versare alle squadre dell’Eccellenza quando vanno a pescare in quel bacino. Una norma annunciata da un comunicato federale il 17 aprile dove non si parla di retroattività.

 

Il trasferimento di Steyn al Benetton è stato sul punto di saltare, come vi abbiamo raccontato nelle ultime due settimane, ma alla fine OnRugby può confermare che tutto si è chiuso: il braccio di ferro legale è stato vinto dalla FIR (il club veneto opponeva una questione di principio sulla retroattività, prima ancora che una questione meramente economica) ma a pesare in maniera decisiva è stata la volontà del giocatore che vuole fortemente vestire il biancoverde e che parteciperà in prima persona al pagamento del contestato indennizzo con una quota messa di tasca sua.
L’unica squadra italiana con cui Steyn voleva giocare era il Benetton, e il giocatore era pronto a trasferirsi in Francia con un contratto da semplice joker medicale come alternativa al passaggio agli ordini di Umberto Casellato. E sarebbe stata una perdita non da poco per l’Italia: il giocatore da gennaio sarà eleggibile per la nazionale e il suo nome è da tempo nei taccuini dello staff azzurro per il post-RWC tanto che nel corso della scorsa stagione era stato chiamato come permit player dalle Zebre.

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