Italia e Jacques Brunel, il ko con la Scozia è la fine della luna di miele

Un primo tempo appena così così, un secondo inguardabile e dal piglio sbagliato. E per la prima volta l’Olimpico mugugna e fischia

ph. Sebastiano Pessina

Perdere si può, ci mancherebbe, e farlo con un drop all’ultimo minuto fa molto male. C’è chi ha perso un Mondiale in questa maniera… Però stavolta il risultato finale, 20 a 21, è fuorviante: dopo un primo tempo sicuramente non entusiasmante ma sufficientemente efficace l’Italia conduceva 13 a 3 contro una Scozia che ha sofferto terribilmente la nostra mischia e che non ha mai dato l’impressione di poter sfondare la retroguardia azzurra, tanto che i secondi in cui gli avversari hanno stazionato nei nostri 22 metri nella prima frazione si contano sulle dita di una mano. Azzurri che dovevano mettere un po’ di fieno in più in cascina probabilmente, ma sarebbe bastato giocare un secondo tempo dignitoso per portare a casa la vittoria.
Invece la Scozia nei secondi 40 minuti ha aumentato i giri e cresciuto la pressione, si è piazzata nella nostra metà campo e si è messa a combattere con grande foga. Nulla di trascendentale, intendiamoci, gli ospiti hanno fatto poche cose tanto normali quanto prevedibili. Il problema è che non c’è stata una risposta azzurra: Banda Brunel molle, senza grinta e probabilmente convinta che la partita fosse ormai in cassaforte.
Italia che ha avuto un sussulto solo dopo essere stata raggiunta dalla Scozia e questo aumenta i rimpianti perché l’Italia ha dimostrato che aumentando la pressione poteva ottenere risultati: la meta di Furno è arrivata in una manciata di minuti.
Un secondo tempo davvero inguardabile dell’Italia contro una squadra che certo non è parsa irresistibile. Anzi. Questa Scozia era ed è alla portata anche di un’Italia che gioca modestamente. Ma se gli azzurri scendono in campo con supponenza e sufficienza… E l’in avanti probabile nella seconda meta avversaria non cambia di una virgola il problema.

 

Lo Stadio Olimpico non ha affatto gradito e per la prima volta si sono sentiti mugugni e qualche fischio. Un segnale davvero brutto per la nazionale, le cui sconfitte finora erano sempre state “comprese” in qualche maniera dal pubblico, ma il ko di ieri potrebbe rivelarsi come una sorta di punto di svolta, con i tifosi da conquistare ogni volta.
In conferenza stampa sono emerse differenze di vedute tra il ct Jacques Brunel e il capitano Sergio Parisse: il ct ha risposto a un giornalista sostanzialmente negando che ci sia stato un approccio mentale sbagliato alla partita mentre il giocatore – rispondendo a un’altra domanda – ha detto che quell’errore dal gruppo è stato fatto, che certe mancanze poi in campo si pagano e che probabilmente c’è stata “una preparazione psicologica sbagliata”.
Niente di grave, niente di clamoroso. In un gruppo di oltre 30 persone le opinioni sono vivaddio diverse e questa è una ricchezza, il fatto che su un’unica partita ci siano riflessioni non univoche rappresenta una possibilità di analisi più ampia e approfondita.
L’importante è che poi in campo si scenda con la giusta concentrazione. Certo stare davanti a una tastiera è più semplice che non trovarsi in mezzo a un campo a dare e ricevere botte, ma ognuno ha il suo ruolo e i quasi 70mila dell’Olimpico e i tanti che seguono la palla ovale nel nostro paese meritano qualcosa di diverso.

 

NB: Mi sono reso conto che il titolo dato a questo articolo può essere interpretato in maniera fuorviante rispetto a quanto enunciato invece in una maniera che mi pare chiara nell’articolo stesso.
Due precisazioni. La prima: nel titolo si parla di “fine della luna di miele”, non di fine di un matrimonio. In ogni rapporto di coppia, prima o poi, a un certo punto si arriva ad un momento in cui non si accetta più qualunque cosa o qualunque atteggiamento arrivi dal tuo partner. Succede a tutti i rapporti, è un passaggio necessario anche per quelli che poi durano una vita intera.
Secondo: la fine della luna di miele NON E’ tra Brunel e la nazionale italiana, rapporto che è fortissimo, ma tra il binomio Brunel/Azzurri con il mondo dei tifosi e di buona parte della stampa. E anche qui torno alla spiegazione di prima: NON E’ la fine di un matrimonio, ma solo della luna di miele.
Per quanto mi riguarda ho sempre espresso pubblico apprezzamento per il lavoro svolto dal ct e per le sue qualità umane. Dipendesse da me lo confermerei già domani mattina fino al Mondiale del 2019…
Paolo Wilhelm

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