Fatica all’Albonico il CUS Ad Maiora

L’esperto seconda linea Davide Malvagna:«Faremo di tutto per ripartire in campionato da dove abbiamo interrotto»

Sta dimostrando di essersi abituato alla serie  A il CUS Ad Maiora Rugby 1951, che rispetto all’anno scorso, quello del debutto in categoria, ha migliorato sensibilmente tutti i suoi numeri del girone d’andata, pur avendo disputando una partita in meno, dieci contro undici. I ragazzi di coach Regan Sue hanno infatti chiuso la prima metà della regular season con 33 punti contro i 24 del 2012-2013. Il bilancio è stato di sei vittorie e quattro sconfitte, a fronte dei cinque successi e delle sei battute d’arresto. I biancoblù hanno mosso la classifica in tutti i match, mentre nella stagione passata erano rimasti a secco quattro volte. I punti fatti sono stati 262 contro 226, con 32 mete a 27, e quelli subiti 161 contro 208. Merito di un gruppo che, seppur rinnovato, sta crescendo sotto la guida degli atleti più esperti.

Quello che ha più stagioni alle spalle, anche se ha appena compiuto soltanto 27 anni, è Davide Malvagna, che concilia il suo impegno sportivo con il lavoro in uno studio di avvocato. «Vivo questa situazione in modo molto tranquillo – spiega il seconda linea, che quest’anno è sempre partito titolare, – . So che devo assumermi le mie responsabilità, come devono fare anche gli altri leader del gruppo, ma soprattutto cerco di dare tutto quello che posso in ogni momento e di aiutare i compagni più giovani a fare lo stesso, senza mai tirarsi indietro. Quando andiamo in campo il nostro obiettivo comune deve essere la vittoria, alla quale deve essere finalizzato tutto il lavoro che svolgiamo. Al termine di ogni match, indipendentemente dal risultato, tutti dobbiamo essere consapevoli di avere profuso fino all’ultima stilla di energia».

La squadra sta effettuando la seconda settimana di allenamento, al rientro dopo la pausa natalizia. «Il ritorno in campo è stato molto positivo – spiega Malvagna – . Regan ci ha rimesso sotto in modo veramente molto intenso, come aveva fatto durante il camp estivo di Sestriere. Abbiamo puntato sulla preparazione atletica e fisica e poi ci siamo concentrati in modo particolare sulla difesa, perché nelle ultime partite contro Prato Sesto e Badia il nostro sistema difensivo aveva rilevato qualche problema. Questa settimana sarà uguale a quella passata e la prossima sarà invece di scarico, in vista dell’amichevole contro i Lyons Piacenza di domenica 26 gennaio. Sarà una partita molto utile, in cui potremo verificare i frutti del lavoro svolto, soprattutto a livello difensivo».  Tutti si sono ripresentati in buona forma e pronti a ripartire:« Regan Sue ci aveva dato delle tabelle individuali di esercizi da effettuare in palestra dopo le feste e le abbiamo seguite scrupolosamente. C’è in tutti una grande voglia di ricominciare. L’ultimo successo a Badia ha dato un’impennata al nostro morale. Vincere all’ultimo minuto una gara così dura e intensa, che si pensava fosse difficile da portare a casa, ci sta aiutando a impegnarci al massimo anche in questi giorni di ripresa».

Malvagna ha girato il mondo, seguendo con la famiglia papà Massimo, ingegnere e grande dirigente aziendale. «Sono nato a Istanbul – ricorda – dove ho vissuto fino a sei anni. Poi ci siamo trasferiti in Cina, a Xiaolangdi un paese vicino a Pechino. È lì che ho toccato per la prima volta una palla ovale, insieme con altri bambini italiani, inglesi e francesi. A dieci anni siamo tornati in Italia e a Torino ho cercato una squadra in cui potessi giocare a rugby. Ho trovato il Cus, in cui l’attività era gestita da Benedetto Pasqua e Mattia Basile, e da lì è partito tutto. Pasqua mi ha impiegato come numero 8 e poi come flanker. Alla fine sono approdato alla seconda linea ed è un ruolo che mi piace molto, perché è fondamentale sia in mischia sia fuori in fase difensiva e di attacco. Si tratta di un lavoro a 360°». Suoi compagni di allora furono Roberto Modonutto, Manuel Musso e Walter Tinebra, con cui sta condividendo anche l’esperienza della serie A. «Il mio sogno era di riuscire a giocare ad alto livello e si sta avverando in questi anni. Mi dispiace soltanto che quando ho iniziato non esistevano ancora le Accademie e il movimento complessivo era molto più limitato. Allora si guardava più al nome della squadra che al giocatore e in Piemonte le possibilità di emergere erano minori. Ho frequentato qualche intercentro, ma mai un vero camp a livello giovanile. I ragazzi di oggi sono molto fortunati».

Davide sente fortissimamente l’appartenenza a una squadra che fa del senso del gruppo il suo maggiore punto di forza:«Siamo molto uniti e anche coloro che sono arrivati quest’anno si sono inseriti perfettamente al nostro interno. Nelle difficoltà guardi di fianco a te e trovi sempre un compagno, che è pronto a sputare sangue per te e a mettere la testa dove la metti tu. Un altro aspetto importante è che tutti, oltre all’allenamento serale che svolgiamo insieme, ci sobbarchiamo un extra-lavoro in palestra. Anche questo ci aiuta a puntare fortissimamente allo stesso obiettivo». Far parte veramente di un gruppo significa rimanerci anche quando un infortunio ti impedisce di giocare. «Nel mio caso – racconta Malvagna – è stato molto duro due anni fa, quando mi feci male alla spalla destra nell’amichevole contro Piacenza. Era un problema che mi portavo dietro da un po’ di tempo e dovetti decidere di farmi operare. Ho saltato praticamente tutta l’ultima stagione di serie B, che è terminata con la qualificazione ai playoff, rientrando non ancora al 100%, nell’ultimo incontro di regular season in casa del CUS Genova. Nel periodo di recupero, quando avevo il tutore, ho sempre mantenuto il contatto con i compagni, che sono per me come dei fratelli, e seguito tutte le trasferte».

Ora il peggio è passato è Malvagna in campo lotta sempre come un leone. «Abbiamo superato i momenti difficili, in cui commettevamo parecchi errori e vanificavamo negli ultimi metri, facendo cadere il pallone, il buon lavoro di costruzione precedente, e dimostrato una bella capacità di reazione. Contro Vicenza e Badia, a mio parere, abbiamo vinto non tanto per il rugby che abbiamo espresso, ma soprattutto grazie al nostro coraggio. Non abbiamo mai mollato e su ogni palla abbiamo dato l’anima. Per quanto riguarda il prosieguo della stagione, sono ottimista. Siamo pronti a ripartire in campionato da dove abbiamo interrotto. In questa serie A non bisogna mai allentare la presa e ormai lo abbiamo capito».

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