Le Fiji tra dubbi e risultato: le sensazioni degli Azzurri

In fase difensiva gli ingranaggi hanno bisogno di una bella sistemata, ma la vittoria intanto fa bene al morale

ph. Sebastiano Pessina

CREMONA – Dopo un brutto Giugno e un brutto inizio di Novembre, a quanto pare l’obiettivo principale era uno: vincere. Ne aveva bisogno Brunel, ne avevano bisogno i giocatori, e probabilmente anche tifosi e addetti ai lavori. All’Italia serviva proprio questo, un risultato da cui ripartire. Certo, ci si aspettava di non rivedere errori nell’uno contro uno e nella distribuzione difensiva, ma intanto ci si è ricordati che questa Nazionale sa anche vincere. Nelle parole dei giocatori queste due sensazioni, quella positiva per la vittoria e quella negativa per le lacune difensive, sono ben chiare.

 

“Abbiamo ritrovato la fiducia in alcuni punti di forza, come la touche e la mischia ordinata”, esordisce Mauro Bergamasco. Che segnala poi come l’Italia abbia giocato il match a viso aperto, dimostrando una “gran volontà di fare che però non sempre è stata concretizzata e che talvolta ha portato delle scelte forzate che ci hanno fatto perdere il possesso”. Vincere contro “ventidue colossi” è comunque stato molto importante, e “dal punto di vista mentale la prova è da considerare positiva“. Sulla forzatura di certe scelte, come il riciclo da terra che ha portato la prima meta avversaria, ritorna anche Ghiraldini: “dovevamo essere più sereni e lucidi nella gestione dei palloni”.
Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno anche il ct Jacques Brunel, forse per cercare di proteggere un po’ il gruppo: “Siamo andati a riposo con un buon margine, volevamo mantenere la stessa strategia anche nella ripresa ma ci siamo riusciti a tratti. Di sicuro abbiamo sempre cercato di giocare una partita organizzata, sapevamo che così facendo avremmo potuto limitare le Fiji: ripeto, non sempre ne siamo stati capaci”.

 

Alessandro Zanni, man of the match, parla invece dei problemi avuti in difesa, fase in cui l’Italia si è trovata in difficoltà, concedendo miss match e spazi da attaccare per vie verticali. “Abbiamo sofferto la loro fisicità e la loro velocità, e se non placchiamo in avanzamento la difesa retrocede, e in questo modo è più difficile organizzarsi e schierarsi bene, anche perché tendi a stringere concedendo superiorità al largo”. Inutile nascondersi, “non siamo al livello difensivo del Sei Nazioni, ma ci lavoriamo molto“. L’ultimo match, contro l’Argentina, sarà per il terza linea della Benetton “il termometro” definitivo per misurare la salute della Nazionale, e per stabilire se sia stato un Novembre positivo o negativo.
Una nota positiva sono infine i giovani che stanno esordendo. “Ora è il momento più difficile”, avverte Bergamasco, “devono confermare di poter restare qui, ma la serietà e l’impegno che stanno mettendo fanno ben sperare“.

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