ASR Milano U20, una bella storia di rugby

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta scritta da un papà di un giocatore dell’U20 di Milano

Ieri l’under 20 dell’ASR Milano ha chiuso al secondo posto il girone eccellenza del nord ovest, subito dietro Viadana, qualificandosi per le finali. Eliminato eccellente il Calvisano.

Cosa c’è di speciale in questo? direte voi. Di speciale qualcosa c’è, perché l’U20 dell’ASR Milano è l’unica squadra delle finali che non appartiene ad un grande club; i nomi che andranno ad incontrare nei prossimi due mesi dicono Benetton, Viadana, Rovigo, solo per citare quelli del Nord.

C’è anche il fatto che l’ASR Milano non ha un campo suo, gioca un po’ al Crespi, un po’ all’Iseo, due campi al limite del praticabile (nel caso del Crespi è un eufemismo). Gli “altri” hanno tutti, senza eccezione, campi da allenamento e campi da gara perfetti, a volte in sintetico; hanno club house, mezzi, supporto, tempo.

Tempo, certo. Perché i ragazzi dell’U20 di Milano sono studenti, molti vanno al liceo classico o allo scientifico, alcuni sono prossimi alla maturità, la maggior parte di loro vivono il rugby come una grande passione, ma senza la prospettiva di trasformarlo in lavoro, mentre le squadre citate hanno per lo più ragazzi che hanno scelto di dedicare al rugby tutto il loro tempo. E’ anche per questo che dopo un girone di andata stratosferico chiuso al primo posto e con tutte partire vinte, abbiamo vissuto un ritorno a freni
tirati, con i ragazzi distratti per i recuperi da secondo quadrimestre, o impegnati a preparare la maturità.
Il divario in chilogrammi con tutte le rivali ha pure pesato, perché non è facile scendere in campo e battere avversari che possono contare in 100 kg in più solo in prima linea: l’hanno fatto, ma chiaramente combattere con chi ti sovrasta fisicamente alla lunga logora.

La vittoria finale sul Recco ha lasciato gioia, ma anche sconforto sia nei ragazzi che soprattutto nei genitori preoccupati per la scuola. Per dirla tutta, ieri molti genitori erano visibilmente seccati, per non dire di peggio, per la prospettiva di dover fare altre sei gare proprio prima degli esami di maturità.

Una vittoria quindi contro tutto e contro tutti, non solo gli avversari, ma anche i professori, le famiglie, i propri interessi di studenti e, non ultimo, il Comune di Milano che fa poco o nulla per questi giovani che pure portano il nome della città con orgoglio in giro per l’Italia.

Questa piccola società, senza campo e senza soldi, non è nuova a simili risultati. Tutte le giovanili militano nei rispettivi gironi di eccellenza e da li sono partiti giocatori come Luca Morisi, che milita nel Benetton e ha già esordito in nazionale, Ragusi e Dell’Acqua, che giocano nel campionato nazionale di eccellenza.

È un esempio di passione per questo sport, con tanti allenatori che si dedicano alla crescita dei ragazzi a tutti i livelli e tante famiglie che si rimboccano le maniche per dare una mano nell’organizzazione e nella gestione delle squadre. Proprio come tante altre realtà di questo sport, ma con la particolarità di sfornare eccellenti giocatori e di competere con squadre ben più attrezzate e blasonate.

Certo senza gli “accademici” (4 ragazzi dell’ASR Milano frequentano l’accademia, ndr) sarà dura contro Viadana, Benetton e Rovigo, ma i ragazzi dell’U20 dell’ASR Milano il loro campionato l’hanno già vinto. Ora potranno divertirsi in leggerezza, sapendo di non essere certo i favoriti, magari prendendosi, perché no, la soddisfazione di fare qualche scherzetto.

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