Il riscatto di Banca Cras

Convincente successo nel derby con il Firenze 1931 (22-5)

I raggi del sole, quasi paralleli, al terreno di gioco, illuminano di una luce morbida il “Sabbione” mitigandone la sincera bruttezza. Gli altoparlanti sparano una musica rock che, piaccia a meno, trasmettono una vaga sensazione di allegria. Si è appena concluso il derby tra Banca Cras e Firenze 1931, bianconeri contro biancorossi. I giocatori senesi, al centro del campo, intonano il coro della vittoria. Dopo due sconfitte Banca Cras è infatti tornata a riassaporare il piacevole sapore della vittoria ed eccettuato il primo quarto d’ora, ha tenuto in mano le redini del gioco ottenendo un convincente successo che lo riporta in una posizione di classifica più confacente al suo (recente, ma pur sempre vero) blasone.

Eppure l’inizio non era stato dei migliori: al 4’ Trefoloni mette a lato un calcio di punizione, al 6’ l’alta Goldemberg calcia in avanti e innesca un pericoloso contrattacco che la difesa senese blocca a fatica. Sulla touche seguente, i fiorentini aprono brillantemente il gioco verso i trequarti: il centro Currini trova un intervallo e galoppa in meta (0-5). A tentare la trasformazione, fatto davvero inconsueto, va il pilone Paoletti. E da buon pilone, calcia malamente a lato da buona posizione.
Le sacre tavole della legge di questo gioco così strutturato recitano che c’è chi deve suonare il pianoforte e chi lo deve spostare. Mai contraddirle. Per alcuni minuti gli ospiti giocano un buon rugby. Il Firenze 1931, erede del Cus Firenze, ha buona tradizione al gioco aperto: i suoi migliori uomini giocano in serie A (la seconda in ordine importanza FIR). Siena esce dal guscio intorno al 15’ anche per merito della giovanissima apertura Bartolomeo Trefoloni, in prestito dall’under 20, che purtroppo fa le spese dei contatti certo più impegnativi di quelli cui è abituato. Una botta lo costringe a uscire dal campo al 17’. Passa un minuto e Siena va a segno con Carmignani, sugli sviluppi di una mischia. Sestini trasforma (7-5). Preso il vantaggio Banca Cras mantiene una pallida prevalenza senza fare nulla di eccezionale, contenuta da un coriaceo Firenze che difende invero aiutandosi con qualche fallo di troppo. Il match si decide nell’ultimo quarto della prima frazione: al 31’Gembal innesca una splendida ed elegante penetrazione che viene fermata dall’ultimo uomo dell’ultima linea difensiva. Siena porta il baricentro del gioco una ventina di metri più avanti e preme, ma ottiene il premio per la sua supremazia solo allo scadere, quando Ferrazzani, buona anche la sua prova, gioca in velocità una punizione sulla linea mediana di campo a ridosso dell’out sinistro, visto che l’invisibile corridoio che lambisce la linea di fondo campo è sguarnito dalle truppe avversarie. Corre così, vanamente inseguito, per 50 metri e deposita oltre la linea bianca (14- 5).
Nell’intervallo l’allenatore fiorentino Cerchi sprona i suoi, che appaiono un po’ affaticati e infatti biancorossi iniziano bene: al 2’, un sincronico movimento dei trequarti libera l’ala Goldenberg verso la linea bianca di meta, ma il giocatore perde sciaguratamente da solo il possesso dell’ovale. É forse ultimo guizzo veramente pericoloso degli ospiti. I senesi, infatti, tornano a gestire gran parte dei palloni, pur validamente contrastati da una difesa fallosa ma efficace che al 18’ respinge una serie di attacchi alternati tra giochi alla ‘dritto per dritto’ e aperture verso i trequarti. Per allargare il punteggio Siena deve infatti utilizzare il piede dell’estremo Sestini (calcio di punizione, 21’). Infine, dopo una girandola di cambi, al 32’ il potente Dupré trova da par suo il varco che lo porta a siglare la terza meta (22-5). Negli ultimi minuti Siena, invero senza troppa convinzione, cerca la quarta meta. Bella l’ultima azione di Firenze, che gioca alla mano una punizione ben dentro la sua metà campo, pur avendo il tempo per sfruttare il lancio in touche. Bella perché è solo cercando di attaccare che si ottengono i risultati. La stessa filosofia che Jacques Brunel sta insegnando alla Nazionale maggiore.

 

Foto di Gianni Bonelli

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