URC: i 5 movimenti di mercato più interessanti

Il grosso del mercato si è ormai chiuso: ecco i giocatori più interessanti in arrivo nell’ex campionato celtico

Jordie Barret prolunga il suo contratto con gli All Blacks (con la possibilità di un anno sabbatico) (Ph. Sebastiano Pessina)

Jordie Barrett, uno dei nuovi arrivi dal mercato nello URC 2024/2025 – ph. Sebastiano Pessina

Lo United Rugby Championship 2024/2025 prenderà le mosse il prossimo 20 settembre, ma ad agosto inoltrato il mercato di tutti i club coinvolti nella lega hanno ormai chiuso il grosso dei movimenti.

Certo, c’è ancora qualcosa in dirittura d’arrivo: in questi giorni si parla di un’uscita anticipata dal contratto di Siya Kolisi con il Racing 92 e un possibile ritorno del capitano degli Springboks in maglia Sharks. Qualcosa che rimane ancora in sospeso a causa dei costi dell’operazione e che probabilmente si evolverà nel corso delle prossime settimane.

In un campionato poco avvezzo a grandissimi colpi i trasferimenti si riassumono in tre categorie di massima: giovani di belle speranze eleggibili per la propria nazionale, rientro in patria di giocatori maturi da esperienze estere, giocatori dell’altro emisfero che non hanno sfondato a livello internazionale ma rappresentano un salto di qualità per il club.

Fa eccezione a tutto questo il Leinster, che ha messo in campo tutte le proprie opportunità di fare un mercato di altro livello rispetto alla concorrenza per mettere fine a un digiuno di titoli lungo tre stagioni che per qualsiasi squadra sarebbe normale, ma per i dubliners sfiora l’onta.

Per quanto riguarda le franchigie italiane, il Benetton ha consolidato il proprio gruppo e fatto fino ad ora un buon mercato di consolidamento, portandosi a casa due internazionali azzurri in Louis Lynagh e Matt Gallagher. Le Zebre hanno aggiunto due giovani in prima linea, ma l’acquisto sostanziale è quello di Giacomo Da Re in cabina di regia.

Lasciando un attimo da parte i volti noti di casa nostra, ecco cinque giocatori che arrivano in URC dal mercato estivo e che potranno far bene nella stagione 2024/2025.

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Josh Ioane (Connacht)

La classe di Damian McKenzie, l’eccellenza di Richie Mo’unga, l’intramontabile talento di Beauden Barrett hanno lasciato poco spazio all’esplosione del talento di Josh Ioane, mediano di apertura classe 1995 con un cap al proprio attivo per gli All Blacks.

Quello di Ioane è il classico profilo del giocatore respinto dal livello internazionale, ma che può cambiare le carte in tavola per il club che ne attrae i talenti in Europa. Nel 2019 Steve Hansen lo inserì nel giro della nazionale neozelandese. Ioane era pronto al debutto contro l’Argentina nel Rugby Championship, ma una partita assai ravvicinata nel punteggio costrinse lo staff e negarli quell’opportunità. Escluso dalla Rugby World Cup di quell’anno, Ioane ottenne il proprio singolo cap internazionale in un test pre-mondiale contro Tonga, convocato solo per tutelare Richie Mo’unga da eventuali infortuni.

Nel Super Rugby ha giocato 72 partite in 6 anni, dividendosi fra gli Highlanders, dov’era l’erede di Lima Sopoaga, e i Chiefs, dov’è per la verità rimasto abbastanza chiuso dalla presenza di Damian McKenzie.

A Connacht Ioane può portare un’immediata fiammata di talento ed energia in un reparto di mediani di apertura sulla china discendente: Jack Carty ha solo 31 anni ma è da qualche stagione che il suo rendimento è in flessione rispetto ai tempi in cui bussava alla porta della nazionale irlandese; JJ Hanrahan è più vecchio di qualche mese, ma viene da un grave infortunio ed inizierà la stagione ai box.

Audace, rapido, tecnico. Josh Ioane è un giocatore divertente, che spesso prende l’iniziativa in prima persona e che, se necessario, può vestire indifferentemente anche la maglia numero 15 (e in NPC ha giocato pure come 12). Il profilo del giocatore è intrigante, rimane da vedere come si adatterà il suo stile peculiarmente neozelandese allo strutturato stile di gioco irlandese.

Mosese Tuipulotu (Edinburgh)

Non ha ancora ottenuto molto nella sua carriera Mosese Tuipulotu, ma se il 23enne centro acquistato da Edimburgo vale anche solo la metà di quanto vale il fratello Sione, gli scozzesi hanno fatto centro.

Classe 2001, Tuipulotu è australiano di nascita, eleggibile per giocare con i Wallabies, ma anche con Tonga, Scozia e Italia per via dei suoi legami di parentela. Sembra abbia scelto la Scozia, visto il trasferimento nella capitale.

E così adesso ognuna delle due franchigie scozzesi ha il suo Tuipulotu. Di Mosese si dice che abbia il potenziale per diventare un giocatore internazionale, malgrado la sua carriera nell’alto livello per il momento si sia limitata ad alcune sparute apparizioni con i Waratahs in Super Rugby, frenate anche da qualche infortunio.

Sebbene insista nel volersi fare un nome per sé, Mosese Tuipulotu dentro al campo assomiglia molto al fratello: un giocatore non molto alto, fisicamente quadrato, con ottime doti al contatto. Da vedere la sua capacità di divenire, come Sione, un 12 completo, capace di minacciare le difese avversarie con le mani, i piedi, le cariche a testa bassa in prima persona.

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Thaakir Abrahams (Munster)

Il Munster aggiunge alla propria faretra una freccia molto interessante: è l’ala del Lione Thaakir Abrahams.

Sudafricano, classe 1999, Abrahams fa parte della premiata filiera delle ali compatte ma fulminee di scuola bokke. Un metro e settantacinque per 75 chili, è cresciuto negli Sharks prima di tentare fortuna in Francia nelle fila di un Lione che non ha mai confermato le proprie ambizioni di alta classifica.

E allora nuova sfida in Irlanda, in un reparto arretrato che vanta una concorrenza non banale sia per il ruolo di estremo, che spesso ha ricoperto a Lione, che per quello di ala in Shane Daly, Calvin Nash, Mike Haley e nel giovane Pat Campbell.

Tuttavia l’esperienza, il carisma e la classe di Abrahams sembrano portare qualcosa in più rispetto ai pur valenti prodotti delle accademie irlandesi. Il sudafricano ha la dinamite nelle gambe e la capacità di creare qualcosa anche dal nulla, nel semplice uno contro uno, una risorsa davvero preziosa nel rugby di oggi.

Jordie Barrett (Leinster)

Senza dubbio alcuno, l’acquisto di Jordie Barrett è il più rumoroso dell’intero mercato di URC. E pensare che il Leinster si porterà a casa anche il seconda linea due volte campione del mondo RG Snyman e l’esperto pilone francese Rabah Slimani.

Barrett, però, è senza mezzi termini uno dei migliori giocatori di rugby del mondo, nonché uno dei più polivalenti. La sua completezza a livello tecnico e fisico lo rendono capace di ricoprire indifferentemente ogni ruolo tra il 10 e il 15, malgrado si stia specializzando come primo centro ai livelli più alti della palla ovale.

Il suo è un contratto a breve termine. Arriverà al Leinster solo a dicembre, per rimanerci fino alla fine della stagione. Giusto in tempo per l’avvio della Champions Cup, insomma, la cui vittoria è diventata ormai una ossessione per la franchigia, finalista perdente delle ultime tre edizioni.

André Esterhuizen (Sharks)

Nel grande mare dei rientri in patria del mercato estivo dello URC, spicca quello del centro André Esterhuizen verso gli Sharks, dopo aver concluso una proficua esperienza in Inghilterra con gli Harlequins.

Esterhuizen si accoda a nomi come Steven Kitshoff, Trevor Nyakane, Jason Jenkins tra i sudafricani di ritorno nella madreterra.

Pur essendo campione del mondo con gli Springboks, è stato escluso dai convocati del Sudafrica per il Rugby Championship, principalmente a causa della squalifica impostagli dopo il cartellino rosso ricevuto nel corso del test contro il Portogallo dello scorso luglio.

Certamente il ritorno in Sudafrica del potente centro si deve anche alla volontà di giocarsi tutte le proprie carte per rimanere stabilmente nel giro della nazionale. Agli Sharks Esterhuizen può immediatamente trovare spazio grazie al suo combinato di brutale forza fisica e capacità di distribuzione, completando un reparto dove Lukhanyo Am non è sicuro della sua permanenza e François Venter è l’unica alternativa nel ruolo di numero 12.

Lorenzo Calamai 

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