Australia: la diatriba tra rugby union e rugby league continua

Dopo il fallimento in Coppa del Mondo, il rugby a XIII sta mettendo gli occhi sui migliori prospetti del rugby a XV

Rugby Championship: l'Australia vuole il bis contro i Campioni del mondo (ph. Wallabies)

La nazionale australiana (ph. Wallabies)

In Australia la convivenza tra i due codici di gioco è sempre stata abbastanza complessa. Il rugby a XIII convoglia su di sè molto interesse e risorse e di fatto è un competitor molto importante per la versione a XV.

Da una parte c’è la ARU (Australia Rugby Union) che si sta leccando le ferite dopo una Rugby World Cup fallimentare, dall’altra la NRL (National Rugby League) che vuole ampliare il parterre di stelle del suo campionato.

I giocatori che hanno cambiato codice sono stati tantissimi, tra cui solo per citare i più noti si trovano Lote Tuqiri, Wendell Sailor, Israel Folau o Sonny Bill Williams in Nuova Zelanda.

Il prossimo nome altisonante destinato a giocare per la ARU è quello di Joseph-Aukuso Suaalii, pronto a indossare i colori dei Warathas a fine 2024.

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Australia: la diatriba tra rugby union e rugby league continua

I riflettori su questa ‘lotta’ si sono riaccesi dopo che i Sidney Roosters, club di NRL ha messo gli occhi sull’ala dei Wallabies Mark Nawaqanitawase, uno dei giocatori migliori alla recente Coppa del Mondo. Insieme a lui un altro giocatore sotto la lente di ingrandimento è Max Jorgensen.

“Vogliamo che i migliori atleti giochino il nostro gioco, che si tratti della competizione maschile o femminile”, ha dichiarato Andrew Abdo, CEO della NRL.

“La crescita è nella nostra agenda, quindi mentre il nostro obiettivo principale rimane quello di sviluppare i talenti del rugby league attraverso i nostri percorsi, siamo anche aperti ad attrarre e, potenzialmente in alcuni casi, far tornare questi atleti al campionato a XIII da altri codici.”

I club di NRL sono soggetti al tetto salariale, ma questo blocco potrebbe essere rivisto proprio al fine di reclutare uno o due giocatori di talento per club, provenienti da altri codici in tutto il mondo.

Wallabies verso la prossima Coppa del Mondo con un futuro da costruire

I commenti di Abdo sono arrivati quando il CEO di Rugby Australia Phil Waugh ha ammesso che il codice a XV sta attraversando dei problemi e si rende necessario un lavoro profondo per riconquistare la fede dei giocatori dopo la disastrosa uscita dei Wallabies dalla fase a gironi alla Coppa del Mondo.

L’ex terza linea della nazionale australiana, adesso in plancia di comando della federazione oceanica, ha l’occasione di cambiare le cose.

“Parliamo di costruire fiducia e connessione. Abbiamo perso molta fiducia da parte del gruppo dei giocatori”, ha dichiarato Waugh, che poi ha proseguito: “L’esperienza che hanno avuto quest’anno in Francis, rispetto a quella che avevano previsto, è stata molto diversa. Quindi è davvero importante per noi costruire un sistema che sia attraente di cui far parte. In questo momento, siamo nel ciclo che comprende il tour dei Lions e la Coppa del Mondo in casa (rispettivamente nel 2025 la versione femminile e nel 2027 quella maschile). Abbiamo l’occasione perfetta per noi di ricostruire il gioco.”

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