Rugby World Cup 2023: 5 giocatori della fase a gironi di cui sentiremo la mancanza

Prima di addentrarci nei quarti di finale, un ultimo sguardo ai protagonisti che lasciano il palcoscenico

Nicolas Martins, uno dei protagonisti della fase a gironi della Rugby World Cup 2023 – ph. World Rugby

La Rugby World Cup 2023 è entrata nella sua fase più calda. Dodici delle venti squadre qualificate si sono dovute fare da parte: niente più nobili decadute, piccole squadre con grandi aspirazioni, leggende del rugby minore e protagonisti inattesi.

È giunta l’ora di sgombrare il palcoscenico e lasciarlo a coloro che fanno sul serio, ma un attimo prima che tutto venga tirato a lucido e i riflettori tornino ad accendersi per accogliere le gesta dei più bravi, è tempo di rivolgere un ultimo tributo a chi ci ha fatto divertire, a chi ha stupito e a chi magari non finirà in nessun albo d’oro di questo mondiale, ma che resterà nella nostra memoria dopo quanto mostrato in queste prime quattro settimane di Francia 2023.

Rugby World Cup 2023: i protagonisti della fase a gironi

Nicolas Martins – Portogallo
Grazie alla vittoria sulle Fiji nell’ultima gara della fase a gironi, il Portogallo si è guadagnato il titolo di sorpresa di questa Rugby World Cup. Una squadra che si sapeva avrebbe fatto divertire, ma che è riuscita ad essere competitiva contro ogni avversario ben al di sopra delle aspettative. Se si pensa che il più grande risultato ottenuto fin qui dai lusitani era stato un altro pareggio contro la Georgia nel Rugby Europe Championship o l’aver spinto l’Italia fino all’ultimo minuto nell’estate del 2022, ecco che emergono le proporzioni dell’impresa.
Alcuni tra i protagonisti della bella campagna mondiale del Portogallo erano già noti agli appassionati più impallinati: le ali Rodrigo Marta e Raffaele Storti, l’apertura Jeronimo Portela, l’estremo Nuno Sousa Guedes. Qualcun altro aveva ben presenti i volti dei veterani di lungo corso, già visti sui campi di ProD2 e Top 14 come Mike Tadjer e Samuel Marques.
Nessuno invece, conosceva Nicolas Martins, forse il giocatore più sorprendente della squadra più sorprendente della Rugby World Cup.
Il numero 7 dei Lobos è il secondo giocatori per numero di placcaggi eseguiti nelle prime 4 partite del torneo, il terzo per volte in cui è riuscito a guadagnare la linea del vantaggio portando il pallone. Ha offerto prestazioni a tutto tondo, sui due lati del campo, in tutte le occasioni, con un’energia inesauribile.
Nativo di Tolosa, di nazionalità portoghese grazie al padre, cresciuto nelle fila del Colomiers e attualmente al Soyaux-Angouleme in ProD2, Martins ha debuttato in nazionale solo lo scorso anno, subito dopo aver mollato gli studi universitari di aeronautica per diventare un giocatore professionista a tutti gli effetti. A 24 anni la sua carriera è appena decollata.

Leggi anche: “Posso morire domani”. Il pazzesco calcio del tallonatore portoghese e le parole dei compagni lusitani

Amato Fakatava – Giappone
Lo hanno fatto notare in pochi, forse per l’orario sfortunato della partita contro l’Argentina, ma il seconda linea Amato Fakatava ha segnato forse la più clamorosa meta individuale della Rugby World Cup fino a qui.
Il seconda linea ha infatti srotolato tutti i suoi 195 centimetri per andare in fuga sull’out di sinistra, superare la difesa grazie ad un calcetto a scavalcare e battere l’estremo raccogliendo il rimbalzo dell’ovale.
Non è stata l’unica prodezza del giocatore nato a Nuku’alofa, Tonga, e vissuto in Giappone negli ultimi 8 anni. Sono infatti state ben 3 le sue mete al mondiale, per fare il paio con le due segnate nella Pacific Nations Cup. Avendo esordito in nazionale nipponica solo lo scorso luglio, il bilancio di 5 mete in 7 presenze non è da ignorare.
Fakatava gioca normalmente terza linea per i Tokyo Black Rams nella massima serie giapponese, ma data l’assenza di giocatori di stazza nel pacchetto nipponico e l’esigenza di averlo in campo insieme al trio delle meraviglie composto da Michael Leitch, Lappies Labuschagne e Kazuki Himeno , ha giocato tutta la Rugby World Cup in seconda linea. Possiede grandi skills e ottime doti atletiche che lo rendono un giocatore a tutto campo. Una gradita novità in una squadra giapponese che aveva bisogno di aggiungere talento alla propria rosa.

Marius Simionescu – Romania
Le Querce sono state forse la squadra più debole di questa Rugby World Cup. Al contrario della Namibia, altra cenerentola, non sono riusciti a giocarsi nessuna delle partite del girone, che era peraltro proibitivo.
Non ci sono solo cattive notizie, però, per il rugby dei Carpazi. Il 26enne Simionescu è infatti uno dei talenti più cristallini di questa nazionale, un giocatore sul quale fare sempre sicuro affidamento.
Dotato di una notevole rapidità, dimostrata anche nella partita contro Tonga in cui ha segnato, l’ala/estremo del Timisoara è uno dei giocatori da cui la nazionale rumena potrà provare a ripartire per ricostruire e tentare l’assalto alla qualificazione per la Rugby World Cup 2027.

Darcy Graham – Scozia
Con la Scozia ancora una volta fermata nella fase a gironi della Rugby World Cup se ne vanno tantissimi giocatori di classe e di incredibile spessore.
Fra coloro che hanno messo in mostra il meglio del loro repertorio ci sono Rory Darge, Jack Dempsey, Pierre Schoeman, ma soprattutto il solito, elettrico, eclettico Darcy Graham.
Cinque mete in quattro gare: ancora una volta numeri sensazionali per un giocatore che non arriva né al metro e 80 né a 90 chili di peso, ma che è dotato di una forza e di un coraggio insospettabili.
E oltre a quelli ci mette anche la classe e una fame infinita: adesso gli mancano soltanto 3 marcature per eguagliare Stuart Hogg in vetta alla lista dei più grandi marcatori di mete della storia scozzese. Con 24 mete in 39 presenze la stella di Graham brilla più forte che mai.

Manuel Ardao – Uruguay
Maledetto Anton Lienert-Brown. Con il suo straordinario placcaggio è riuscito a trascinare la punta della scarpa di Manuel Ardao in rimessa laterale prima che il numero 6 dell’Uruguay riuscisse a schiacciare l’ovale all’angolino, dando un incredibile vantaggio ai Teros sugli All Blacks in occasione della prima sfida di sempre fra i sudamericani e la nazionale di nero vestita.
Sarebbe stata la ciliegina sulla torta nel mondiale di un giocatore rivelatosi stella totale, un probabile futuro capitano a livello internazionale.
Ardao è un giocatore completo: un buon portatore di palla, mani discrete, corsa stilisticamente rivedibile ma esplosiva nei primi metri ed efficace. C’è una caratteristica che però lo rende speciale: è un pescador fenomenale, un recuperatore di palloni al breakdown come pochi altri. Ha una capacità particolarmente efficace nell’anticipare il punto di caduta del portatore avversario e grazie a questa riesce a vincere la gara rispetto ai sostegni nel mettersi nella giusta posizione, come hanno imparato a loro spese i giocatori dell’Italia. Una volta che le sue mani toccano l’ovale, buona fortuna se sperate di sradicarlo.

Lorenzo Calamai

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