Italia, Kieran Crowley: “Schiacciati dalla potenza della Francia”

Nella sua ultima conferenza stampa da CT dell’Italia il tecnico neozelandese ha difeso le sue scelte sul piano di gioco e si è detto comunque orgoglioso del percorso fatto

Kieran Crowley – ph. Sebastiano Pessina

LIONE – La potenza della Francia, dice Kieran Crowley, ci è costata questa larga sconfitta, la peggiore nella storia delle sfide tra l’Italia e i transalpini. Il modo peggiore di chiudere un viaggio lungo due anni che non è stato povero di soddisfazioni.

Dopo il 60-7 maturati all’OL Stadium, il tecnico neozelandese ha raccontato così la prestazione dei suoi: “Siamo stati schiacciati dalla loro potenza. Le squadre più forti del rugby mondiale giocano al momento un rugby di potenza fisica. La Francia è una di queste, mentre invece noi siamo mancati un po’ sotto questo aspetto. Dovevamo giocare su quelli che sono i nostri punti di forza, ma non ci siamo riusciti. Abbiamo concesso una cosa come 17 calci di punizione, alcuni discutibili anche se non hanno influenzato l’andamento della partita.”

“Credo che ci sia stata una reazione rispetto a venerdì scorso. Caratterialmente eravamo in ottimo stato fino a questa mattina ed eravamo pronti alla partita. Abbiamo iniziato male, abbiamo perso le prime due o tre rimesse laterali e qualche turnover. So che sembrerà un cliché, ma abbiamo reagito, combattuto fino alla fine. Se fossimo riusciti ad andare all’intervallo sul 24-7 sarebbe stata una partita diversa, invece siamo andati al riposo sul 31-0 e fa tutta la differenza del mondo.”

“Sono state due sconfitte che hanno messo insieme due prestazioni deludenti da parte nostra e due grandi performance da parte avversaria – ha proseguito Crowley confrontando la sconfitta di venerdì 6 ottobre con quella del 29 settembre – A noi come squadra manca un po’ di potenza fisica e un po’ di profondità. Qui in Francia c’è il Top 14, prendiamo i tallonatori: anche se qualche squadra ha dei giocatori stranieri, ogni club ha almeno due tallonatori su tre francesi. In Italia ci sono due franchigie e da queste possiamo ricavare tre, quattro tallonatori.”

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“Questa è una delle sfide principali del futuro prossimo del movimento italiano: dare ai propri giocatori adeguato minutaggio, perché ci sono due franchigie ed entrambe giocano per vincere. Alcuni di questi ragazzi torneranno in URC e probabilmente non avranno quanto rugby avrebbero bisogno di giocare da qui al Sei Nazioni. Questo sarà un problema in particolare nei primi cinque uomini.”

Il neozelandese ha poi sostenuto il piano di gioco pensato da lui e dallo staff: “Oggi avremmo potuto giocare una partita diversa e tenere il punteggio più ravvicinato, ma non credo sarebbe stato un piano che ci avrebbe dato una qualsiasi opportunità di vittoria. Stasera il punteggio si è dilatato troppo rispetto alle nostre speranze, ma rimango orgoglioso di cosa hanno fatto questi ragazzi.”

“Non so se il fatto che già si sapesse che me ne sarei andato abbia influenzato le prestazioni della squadra, ma non ha influenzato il mio lavoro. Credo che come staff e squadra non abbiamo mai consentito a questa cosa di incidere.”

“Mi sarebbe piaciuto portare questa squadra fino alla prossima Rugby World Cup, quando questi giocatori avranno 50, 60, 70 presenze. Non è stata una mia decisione lasciare. Quello che deve accadere è che questi giocatori devono iniziare ad essere trattati con un po’ più di rispetto fuori dal campo, ci sono delle cose che devono essere risolte, e onestamente non so se vorrei essere comunque coinvolto a meno che non siano appianate.”

“Rispetto questi ragazzi e lo staff per quello che hanno fatto, per come sono andati oltre sé stessi. La gente ci giudicherà solo su queste due partite e non mi farà sentire meglio pensare che quando abbiamo iniziato eravamo quattordicesimi nel ranking e ora siamo undicesimi. È stato un finale deludente – chiude amaro Crowley – Mi sarebbe piaciuto portare avanti questi ragazzi, ma invece mangerò sushi e li guarderò da lontano.”

Lorenzo Calamai

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