L’analisi di Irlanda-Italia: l’assenza di un piano B e la poca continuità – 6 Nazioni femminile

A Cork, purtroppo, si è vista una sola squadra in campo, soprattutto nel secondo tempo

L'analisi di Irlanda-Italia: l'assenza di un piano B e la poca continuità - 6 Nazioni femminile (Ph. Luca Sighinolfi)

L’analisi di Irlanda-Italia: l’assenza di un piano B e la poca continuità – 6 Nazioni femminile (Ph. Luca Sighinolfi)

Grande delusione per le azzurre. A Cork ci si aspettava tutt’altro risultato, ma l’Irlanda – dopo una partenza non così brillante – ha preso in mano la partita col passare dei minuti, vincendola agevolmente per 29-8. Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca, soprattutto perché le irlandesi sembravano un avversario tutto sommato alla portata di questa Italia. Certo, le 4 positività dell’ultimo minuto, che hanno costretto Di Giandomenico a ridisegnare la squadra in corso d’opera, non hanno aiutato, ma questo non deve essere un alibi per una sconfitta così pesante.

Cos’è successo?

Come preventivabile, l’inizio del match è stato molto equilibrato, con un’Italia che in realtà era partita anche abbastanza bene. Molto ben piazzate in difesa (nella prima mezz’ora l’Irlanda ha trovato solo uno spazio, in occasione della prima meta) e avanzanti a contatto. In attacco, come purtroppo si era visto anche nelle altre uscite, le principali iniziative sono arrivate da belle giocate individuali: la sempre avanzante Sara Tounesi, l’ottima D’Incà e qualche bella fiammata di Ostuni Minuzzi. Giocate che però non hanno mai trovato continuità, a causa di scelte a volte troppo frettolose e di una ricerca esagerata dell’offload, anche quando sarebbe stato meglio passare per un altro punto d’incontro.

Leggi anche: 6 Nazioni femminile: poca Italia a Cork, l’Irlanda passa 29-8

Il piano B

Nonostante gli errori, il match era tutto da giocare: sul 5-3 le azzurre erano sembrate meritare anche qualcosa di più dei soli 3 punti ottenuti col piede di Rigoni. Nessuna delle due squadre era riuscita, nella prima parte, a trovare grandi spazi. La chiave del match è stata la capacità delle irlandesi di attuare un piano B, nel momento in cui la partita si stava facendo difficile da sbloccare: e allora ecco un gioco al piede molto ben pensato e calibrato, che ha messo in crisi il triangolo allargato azzurro. A questo si è aggiunta la capacità di sfruttare la superiorità in mischia. Dopo un primo tempo in cui il pacchetto azzurro era parso superiore, nella ripresa il trend si è invertito. L’Italia, però, non è riuscita a capitalizzare il lavoro fatto dalla mischia nella prima frazione, cosa che invece è riuscita molto bene all’Irlanda, che ha ottenuto ben 4 calci di punizione da quel fondamentale, contro lo 0 delle azzurre. Gioco al piede e fasi statiche: così l’Irlanda ha vinto la partita.

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Le migliori

Alyssa D’Incà un’oasi nel deserto dell’attacco azzurro, una delle poche in grado di creare pericoli. Bene anche le fiammate di Ostuni Minuzzi, che però ha sprecato tanti palloni con giocate a volte troppo rischiose e poco efficaci. Una garanzia Tounesi, in avanzamento e in difesa, così come la sempre ottima Melissa Bettoni (23 placcaggi riusciti su 25 per la tallonatrice, che ha giocato 76 minuti scalando in posizione di pilone dopo l’uscita di Maris). Bene anche Veronese, molto solida con 14 carries e 12 placcaggi. Il problema, come detto, è stato il non riuscire a rendere queste buone prestazioni individuali parte di un qualcosa di più solido a livello di squadra.

A questo punto, contro la Scozia sarà una vera e propria finale. Una di quelle partite da “vietato sbagliare”. L’Italia la giocherà in casa, davanti al proprio pubblico e con la consapevolezza di dover fare qualcosa in più, per evitare di terminare il torneo all’ultimo posto.

Francesco Palma

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