Saracens di nuovo sull’orlo del baratro

Se non riusciranno a rientrare nei limiti imposti dal salary-cap rischiano la retrocessione automatica

ph. Matteo Mangiarotti

Mark McCall e il suo staff avevano bisogno di una distrazione, forse, in vista della sfida, decisiva per il passaggio ai quarti di Heineken Champions Cup, contro il Racing 92, una sfida che potrebbe dare la svolta ad una stagione, per i Sarries, davvero complicata.

Che però sembrava essersi, finalmente, incanalata sui binari giusti dopo le belle vittorie raccolte in Gallagher Premiership e, soprattutto, la prova di forza mentale data a Swansea quando, in quattordici per settantasei minuti (e in tredici per altri dieci) sono riusciti a battere gli Ospreys mettendosi nelle migliori condizioni per continuare la difesa del trofeo conquistato nel maggio scorso a Newcastle-upon-Tyne.

Invece, la notizia pubblicata ieri da RugbyPass ha, se possibile, creato ancora più confusione.

Secondo quanto scrive Ian Cameron, infatti, i Saracens sarebbero vicinissimi alla retrocessione automatica in Championship se non riusciranno, in brevissimo tempo [si parla di giorni] a rientrare nei limiti del salary-cap, la cui violazione sistematica negli ultimi tre anni li ha già visti condannati a 35 punti di penalità e oltre £5 milioni di multa nel novembre scorso.

Ci sono stati incontri durante la settimana tra i club di Gallagher Premiership e, sebbene una decisione ufficiale non sia ancora stata presa, sempre secondo RugbyPass i Saracens si sarebbero ormai rassegnati alla retrocessione d’ufficio in seconda serie da campioni in carica – un po’ quello che successe, nel 2006, con la Juventus in ambito calcistico italiano, solo per citare un caso altrettanto clamoroso.

La retrocessione in Championship non sarebbe “solo” un’onta (seppur pesante) sulla storia del club, ma avrebbe un impatto devastante sulle finanze dei Saracens, che si vedrebbero costretti a dover far fronte ad un esodo dei loro talenti (che, molto probabilmente, sarebbe comunque l’epilogo naturale dopo la riduzione degli ingaggi se i giocatori non la accettano) e ad un ridimensionamento delle loro ambizioni.

Se il Club viene retrocesso d’ufficio, i giocatori si svincolano e sono liberi di trovarsi un nuovo club e anche per questo il momento vissuto da tutto l’ambiente è davvero delicato, alla vigilia di una delle partite più importanti della loro storia.

Il regolamento sul salary-cap dice che i 35 punti di penalità sono un punto di partenza e lascia spazio ad un ulteriore inasprimento della sanzione, fino ad arrivare all’azzeramento dei punti in classifica e alla retrocessione automatica se il club non riesce a rientrare entro i vincoli accettati unanimemente dagli altri club. Oltretutto, sembrerebbe che il nuovo CEO di Premiership Rugby, Darren Childs, voglia cogliere l’occasione per lanciare un segnale forte a tutti: attenzione, non tollereremo mai più ulteriori infrazioni del regolamento sul salary-cap, il cui limite è, va ricordato, £7 milioni.

Il problema più grande per i Sarries, adesso, è il fatto che la stagione 2019/20 è iniziata in luglio, nessun giocatore è stato rilasciato [solo Liam Williams ha annunciato il suo ritorno in Galles, ma dal prossimo anno] e tutti gli stipendi pagati finora vengono conteggiati contro il limite imposto dal salary-cap. Oltretutto, se i Saracens dovessero prendere la decisione di rilasciare i giocatori con ingaggio più alto, anche un’eventuale compensazione per la rescissione unilaterale del contratto andrebbe conteggiato contro il salary-cap.

Il 5 novembre scorso i Saracens avevano emesso un comunicato stampa in cui, ammettendo di aver commesso “errori amministrativi” negli anni precedenti, avevano detto di essere in regola col salary-cap nella stagione in corso perchè “il budget stabilito ad inizio anno per stipendi di giocatori e staff tecnico è stabilito ad inizio anno”:

“(…) Will the Club now be forced to sell players to comply with the salary cap?
No.  The Club allocates a set budget for player remuneration which the CEO and coaching staff take full responsibility for.  This budget falls within the salary cap and has no connection whatsoever to third party co-investments.”

Il nuovo CEO dei Saracens, Edward Griffiths [che svolge la sua funzione come interim] ha detto che “le discussioni stanno continuando e niente è stato ancora deciso, ma la nostra posizione rimane la medesima. È chiaramente interesse del torneo [Premiership] e di tutto il rugby inglese che questa faccenda venga chiusa il prima possibile e noi siamo pronti a fare tutto quanto è ragionevolmente possibile per fare in modo che si chiuda con una soluzione.”

L’unica speranza per i Saracens, se non hanno già superato la soglia a questo punto della stagione, sembra essere che i giocatori decidano di tagliarsi lo stipendio volontariamente da qui a giugno, altrimenti il prossimo anno l’Allianz Park si troverebbe ad ospitare gare di Championship.

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