L’apertura azzurra: “Potevamo dargli più punti di scarto”. Gli ultimi trenta minuti? Condizionati dall’indisciplina
FIRENZE – Braam Steyn è stato uno dei giocatori dell’Italia più criticati nelle ultime stagioni, a causa delle sue prestazioni non sempre all’altezza del contesto e della sua eccessiva indisciplina. Contro la Georgia, in una partita importante per il movimento azzurro, si è preso una personale rivincita venendo eletto Man of The Match. In zona mista, gli abbiamo chiesto se è stata per lui la sua miglior partita in azzurro.
– Gli highlights di Italia-Georgia
“Sì, credo di sì, ma spero che ci saranno tante altre partite così. Come dicevo prima, un grazie va a tutta la squadra che mi ha messo nelle condizioni di fare questa prestazione”. Per il sudafricano, ormai più abituato a giocare flanker che numero otto, è anche un modo per acquisire maggiore fiducia nei suoi mezzi. “Sono stato molto coinvolto nel gioco, e di questo sono molto contento. In generale, mi piace di più giocare flanker per stare in mezzo al casino, essere sempre disponibile e stare ‘dentro la guerra’”.
Il 26enne ci ha detto la sua anche sugli ultimi trenta minuti, in cui gli azzurri sono andati in apnea e non sono usciti quasi mai dalla loro metà campo. “Non credo sia stata stanchezza, ma indisciplina. Abbiamo gestito bene la partita però, e non abbiamo lasciato loro l’opportunità di fare mete facili”.
In touche con Dean Budd
La rimessa laterale e la maul sono state due armi molto efficaci per gli azzurri, ma è stata soprattutto nella difesa di questi fondamentali che l’Italia ha costruito una parte della propria prestazione.
Ne abbiamo parlato con Dean Budd, che sul suo score vanta una touche rubata e una sporcata (“Abbiamo deciso di saltare o rimanere a terra a seconda dei momenti, per non fargli costruire un momentum in determinate zone. Siamo contenti di quello che abbiamo fatto), con cui poi toccato anche l’argomento della difesa al largo non sempre impeccabile.
“Siamo rimasti sempre molto stretti sui punti d’incontro, e infatti Goosen ce l’ha fatto notare più volte anche durante il secondo tempo. Dobbiamo lavorare di più, stare più larghi e dare più tranquillità ai trequarti nel prendere le decisioni”.
Le versioni di Allan…
“Anche se non abbiamo giocato benissimo, abbiam vinto”. È un Tommaso Allan parzialmente soddisfatto quello che si presenta davanti ai nostri microfoni. “Potevamo dargli più punti di scarto. Ora pensiamo all’Australia”.
All’apertura della nazionale abbiamo chiesto quanto gli azzurri abbiano avvertito l’importanza del match, nonostante le parole di circostanza rilasciate ai media in cui cercavano di smorzare l’attesa per l’incontro. “Abbiam provato ad affrontarla come una partita qualsiasi, però c’era quel pizzico di volontà in più perché conosciamo tutte le storie attorno alla Georgia e ci danno un po’ fastidio. Siamo noi che ci meritiamo il posto, l’abbiamo dimostrato”.
E forse, dopo la quarta meta firmata proprio da Allan, gli azzurri potevano legittimamente pensare di aumentare ancor di più il proprio score. “Speravo un po’ di sbloccare la partita con quella meta, ma bisognava pensare momento dopo momento. E negli ultimi venti minuti dovevamo pensare ad uscire semplici (dai nostri 22), cosa che poi non abbiam fatto”.
L’attacco azzurro guidato da Allan ha girato piuttosto bene, soprattutto in fase di costruzione, ma ha lasciato a desiderare in alcuni casi per rifinitura e finalizzazione. “Abbiamo fatto delle belle robe, è la prima volta che giochiamo insieme dopo tanti mesi. A volte possiamo fare un passaggio in più invece di andare a sbattere, e potevamo avere più pazienza dentro i 22”.
…e di Bellini
L’ala delle Zebre è concorde con i suoi compagni di squadra riguardo all’indisciplina che ha frenato l’Italia nel secondo tempo. “Alla fine abbiam subito una metà di penalità, ma è stata una partita positiva. Speriamo di replicarli contro l’Australia, sarà difficile”.
Inevitabile la domanda sulla difesa al largo degli azzurri, che hanno lasciato tante situazioni di superiorità numeriche su cui hanno messo una pezza due cose: le poche abilità dei georgiane e anche qualche salita rapida degli azzurri. Su quest’ultimo punto, Bellini dice “che fa parte del piano di gioco togliere spazio e obbligare la scelta al playmaker. Ci sono alcuni punti su cui migliorare, ma tutto sommato penso che la difesa sia stata positiva”.
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