Quattro personaggi (di Benetton e Zebre) in cerca d’autore

Quali sono i giocatori su cui puntare forte per un ’18/’19 di crescita o rinascita?

sperandio

ph. Ettore Griffoni

La stagione ’17/’18 ha regalato ad entrambe le franchigie italiane la sensazione chiara di aver intrapreso il corretto sentiero verso la “cima della loro montagna” (che può aver caratteristiche morfologiche diverse a seconda dell’obiettivo designato di un percorso). Certo, Zebre e Benetton si trovano ancora nella parte iniziale del cammino, peraltro in punti diversi del tragitto (con il “nuovo corso” trevigiano che ha già macinato qualche km in più), eppure sia il team veneto che quello emiliano hanno goduto di una crescita complessiva, non necessariamente solo dentro il rettangolo verde.

In contesti che funzionano, per un singolo è senza ombra di dubbio più facile esprimere tutte le qualità positive di cui dispone, riuscendo ad esaltare i pregi e mascherando, invece, i difetti, grazie alla forza di un collettivo solido, in grado di limare tutte le lacune del caso. Non è un caso, dunque, che diversi giocatori, tra Treviso e Parma, abbiano fatto un primo vero salto di qualità (almeno per ciò che riguarda l’ovale dei club, il livello internazionale, invece, risulta ancora un cibo complesso da digerire), costruendosi, gara dopo gara, una credibilità celtica quasi inscalfibile, evidenziata anche dalle dichiarazioni estremamente positive (ma non più con quella bonomia quasi stucchevole di chi parla dell'”ultimo della classe”) di vari coach stranieri nei confronti dei club italiani, prima (e dopo) i match di Pro14.

Il ’18/’19, dunque, sarà un banco di prova pesante per testare la consistenza dei giocatori cardine dell’annata scorsa, e la solidità delle strutture dei due club a qualsiasi livello, ma rappresenterà anche l’occasione per chi è lì lì per entrare o rientrare nel giro della Nazionale di sbocciare definitivamente, o ritornare con prepotenza sul proprio percorso personale verso la vetta professionale. Quattro personaggi in cerca d’autore, su tutti, da cui aspettarsi molto nei prossimi mesi sono Luca Sperandio, Edoardo Padovani, Leonard Krumov e Marco Lazzaroni.

Quattro elementi noti, freschi ed ambiziosi che hanno già toccato con mano la Nazionale, tra selezione maggiore e rappresentative giovanili, la cui crescita gioverebbe molto sia agli staff di Bradley e Crowley, sia a Conor O’Shea, che avrebbe così a disposizione una rosa ben più ampia di uomini da cui attingere in vista del prossimo mondiale nipponico.

Edoardo Padovani

L’utility back classe ’93, nel recente passato, è stato addirittura uno dei referenti massimi del team azzurro. Il ragazzo veneto ha collezionato diverse presenze con la maglia dell’Italia, conquistandosi per un paio di stagioni i galloni dell’estremo titolare. Poi la fugace esperienza a Tolone della passata stagione, ed un finale di stagione non esattamente entusiasmante, tra qualche problemino fisico ed una condizione mai realmente al top, lo hanno tenuto ai margini del gruppo di O’Shea tra Sei Nazioni e Tourneé asiatica. Ripartire da capo, in un ambiente che conosce benissimo, con una preparazione puntigliosa e stimolato dalla concorrenza di un Minozzi caldissimo (pur potendo entrambi districarsi anche all’ala), potrebbe e dovrebbe riconsegnare all’ovale azzurro il miglior Edoardo Padovani.

Luca Sperandio

Anche il versatile trequarti ex Mogliano ha già assaggiato la maglia azzurra nel 2017, comprendendo immediatamente cosa possa significare confrontarsi con il resto dell’elite europea. Il suo standard offensivo, nel frattempo è cresciuto costantemente, mese dopo mese in quel della Ghirada. Nella finestra internazionale dello scorso Sei Nazioni è stato uno dei protagonisti assoluti del bel mese del Benetton, mettendo in mostra regolarmente tutta la sua competenza offensiva. Se riuscisse a salire di colpi anche a livello difensivo, potrebbe trasporre quanto di buono fatto vedere nel torneo celtico (dove qualche placcaggio errato lo paghi decisamente meno che nell’arena dei test internazionali) anche sui campi più pesanti del rugby continentale e non (solo). In un’intervista rilasciata ai nostri microfoni ci sottolineò come stesse lavorando duramente proprio sugli aspetti maggiormente migliorabili.

Marco Lazzaroni/Leonard Krumov

Le due giovani (’95 il primo, 96′ il secondo) seconde linee (e anche terza nel caso del leone)di Benetton e Zebre hanno innalzato esponenzialmente il loro livello prestazionale negli ultimi 12 mesi, candidandosi per un posticino azzurro (che ha già occupato, peraltro, nello scorso novembre) in uno dei settori in cui l’Italia soffre maggiormente da un poco di tempo a questa parte, soprattutto per ciò che concerne la profondità del reparto. Lazzaroni, per elevato grado di work-rate, è stato un elemento cardine dell’annata dei Leoni, e si è regalato, in estate, anche l’esperienza formativa con la nazionale seven di Andy Vilk. Leonard Krumov, invece, non ha ancora indossato la maglia della selezione maggiore, ma i suoi miglioramenti e le sue caratteristiche tecnico-fisiche lo rendono uno dei principali indiziati nel ruolo ad irrompere sulla scena internazionale per l’Italia. Ball carrier notevole, abilissimo anche nel breakdown, dotato di una struttura fisica impressionante, soprattutto per tonnellaggio, se dovesse riuscire a dare continuità alle proprie prestazioni, anche nell’arco di una singola gara, potrebbe sognare un posto sull’aereo per Tokyo.

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