Sei Nazioni 2018: Italia, resistenza e passione. A Roma arriva l’Inghilterra

Saranno in 60.000 all’Olimpico per gli Azzurri, chiamati a restare in partita il più possibile contro i campioni in carica

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ph. Luca Sighinolfi

L’unica apertura che si è concesso Conor O’Shea in conferenza stampa è stata una frase semplice, detta in maniera forse nemmeno troppo convincente: “Lo sport è strano”. Per il resto, il CT irlandese ha sempre dimostrato un sano realismo, senza scadere in proclami magari controproducenti per la sua squadra. Del resto, all’Olimpico scenderanno in campo la 14esima e la seconda forza del ranking mondiale: per i sogni non c’è spazio, almeno per il momento.

Italia e Inghilterra fanno il loro esordio nel Sei Nazioni 2018 davanti a 60.000 persone, destinate ad assistere ad un finale già scritto. Toccherà agli Azzurri, tuttavia, rendere ben più interessante la trama del romanzo, piazzando qualche colpo di scena qui e là allo scopo di tenere vivo l’interesse per il match. Mentalmente è un esercizio difficile: iniziare una partita consapevoli di avere ottime chance di perdere non è mai una prospettiva allettante ma, come ha sottolineato capitan Parisse in conferenza stampa, “dobbiamo regalare al nostro pubblico una prestazione di alto livello”. Focalizzarsi sulla propria performance è diventato un mantra per gli uomini di Conor O’Shea, ma è anche l’unico modo per misurare gli eventuali progressi o regressi derivanti dalla partita di oggi pomeriggio.

Che Inghilterra sarà?

Gli inglesi avranno come obiettivo principale quello di annientare gli Azzurri dal punto di vista fisico. Un po’ per la ferita nell’orgoglio aperta dalla Fox dello scorso anno a Twickenham, un po’ perché Eddie Jones avrà certamente spronato la squadra a non commettere l’errore di rilassarsi e ad azzannare subito la preda. In quanto a cavalli da sprigionare sul terreno di gioco, d’altronde, il XV con la Rosa sul petto può vantare un considerevole vantaggio sugli Azzurri che, se da un lato potrebbero reggere la fatica per ottanta minuti, dall’altro potrebbero pagare dazio i tanti chili del pack ospite, come già successo nel Test Match contro il Sudafrica a novembre.

Non avendo Billy Vunipola come portatore numero uno, inoltre, Eddie Jones ha pensato bene di compensare l’assenza del numero otto inserendo un’altra testa di ponte come Ben Te’o, giocatore che nel corpo a corpo ha rappresentato un serio pericolo anche per gli All Blacks in maglia British & Irish Lions. A sfruttare il lavoro abrasivo dei vari Launchbury, Mako Vunipola, Lawes e Itoje, ci penserà la cavalleria leggera guidata da Youngs, Ford e Farrell, pronta a lanciare giocatori atletici, potenti e rapidi come May, Watson e Brown. Un pericolo meno convenzionale per l’Italia sarà invece rappresentato da Sam Simmonds, terza linea centro che sfora di poco i 100kg sulla bilancia: un giocatore dotato di splendidi giochi di gambe e abile nello sfruttare gli appoggi, di cui gli Azzurri dovranno preoccuparsi soprattutto nei canali laterali.

Come risponde l’Italia

Con un dislivello di tale portata, i punti forti dell’Italia rischiano di essere neutralizzati quasi del tutto (è anche il motivo per cui è stata utilizzata la Fox lo scorso anno), ragion per cui sarà fondamentale per gli Azzurri mettere del fieno in cascina ad ogni occasione utile. Le fasi statiche potrebbero regalare le gioie maggiori nelle introduzioni o nei lanci a favore, ma il rischio è che l’eventuale superiorità in mischia o touche resti fine a se stessa.

L’attacco, del resto, è il punto interrogativo più grande. Gli ingressi di giocatori nuovi a questo livello – e quindi poco conosciuti – come Giammarioli, Negri e Minozzi può sparigliare le carte e rendere più imprevedibile la manovra azzurra, ma l’aggiunta di tre ottimi attaccanti come i succitati non sarà la soluzione ai problemi di sterilità offensiva mostrati a novembre se non seguiranno dei miglioramenti sul piano collettivo.

Singolarmente, tutti e tre hanno le capacità per portare qualcosa di diverso: Giammarioli è un ball carrier dinamico e estroso, mentre Negri possiede quella capacità di prendere quasi sempre la linea del vantaggio; Minozzi, con il suo fisico mckenziano, è tanto leggero quanto imprevedibile, ma dovrà dimostrare più di tutti di saper essere un fattore al livello del Sei Nazioni.

L’altra grande sorpresa del XV italiano è in mediana, dove O’Shea ha preferito Tommaso Allan a Canna come già accaduto nel tour di giugno contro Fiji e Australia. In quelle occasioni, l’italo-scozzese ben figurò, ma da allora è passato diverso tempo e, soprattutto, il classe ’93 ha giocato 528′ in stagione senza brillare troppo. È difficile intuire se si tratta di una scelta temporanea, prevista nell’ambito di una turnazione (che ha tenuto fuori anche Steyn in terza per esempio), oppure di una gerarchia già stabilita nel momento in cui Allan sarebbe ritornato in Nazionale. In difesa il giocatore del Benetton può offrire un contributo maggiore, ma rispetto al bianconero non ha la stessa inclinazione ad attaccare la linea e lo stesso repertorio tecnico.

Resistere 

Più delle disquisizioni tecnico-tattiche, l’aspetto primario per l’Italia sarà l’attitudine al sacrificio e al placcaggio per restare in partita il più possibile. Gli Azzurri dispongono di un buon impianto difensivo, ma servirà a ben poco se nell’uno contro uno gli inglesi andranno sempre in avanzamento.

Il tanto agognato fitness è una componente chiave, ma servirà a ben poco senza un’adeguata concentrazione per tutti gli ottanta minuti. Memori delle difficoltà incontrate lo scorso anno, gli ospiti non attenderanno prima di cominciare a mulinare fendenti verso gli Azzurri. Essere messi all’angolo sarà difficile da evitare, ma prestare il fianco agli inglesi potrebbe rivelarsi deleterio. Il tramonto sull’Olimpico potrebbe calare (molto) prima di quanto sperato.

Calcio d’inizio alle ore 16, diretta tv su DMAX

Le formazioni

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Renato Giammarioli, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali, 19 George Biagi, 20 Maxime Mbanda’, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward

Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Anthony Watson, 13 Ben Te’o, 12 Owen Farrell, 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Sam Simmonds, 7 Chris Robshaw, 6 Courtney Lawes, 5 Maro Itoje, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Alec Hepburn, 18 Harry Williams, 19 George Kruis, 20 Sam Underhill, 21 Danny Care, 22 Jonathan Joseph, 23 Jack Nowell

Daniele Pansardi

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