Champions Cup: la nuova immagine europea del Benetton Treviso

Tre prestazioni importanti, due vittorie sfiorate e tante note positive. E ora gli Scarlets sono attesi a Monigo

benetton treviso pasquali

ph. Ettore Griffoni

La fotografia migliore della partita del Benetton Treviso, e del significato da attribuirle, è nell’espressione di James Davies dopo aver calciato mestamente fuori l’ovale oltre l’ottantesimo, ponendo fine al match sul 33-28 per gli Scarlets. Un sorridente Steff Evans lo raggiunge e lo abbraccia, ma il terza linea ricambia con freddezza e scuote leggermente la testa, probabilmente per uno di questi motivi:

– per aver dovuto compiere ben 21 placcaggi

– per metabolizzare l’altalena di emozioni provate durante una sfida rocambolesca

– per scacciare via le streghe viste per tutto il secondo tempo

– perché dopo una vittoria del genere, contro una squadra sulla carta inferiore e in 14 per quasi 60′, ci sarebbe ben poco da festeggiare

Certo, gli Scarlets sono usciti dal campo comunque con il bottino pieno, ma presumibilmente non come avevano immaginato alla vigilia della sfida. I Leoni, che pure sembravano destinati ad un ruolo di sparring partner visti i primi cinque minuti, hanno stupito tutti – ma non loro stessi – per la consapevolezza con cui hanno aggredito la partita e messo alle corde i gallesi, nonostante l’espulsione di Minto. È proprio vero: non c’è più il Benetton Treviso di una volta.

 

 

Per un’Europa migliore

Prima di Bath-Benetton, giornata inaugurale della Champions Cup 2017/2018, avevamo parlato della necessità di ricostruire una propria credibilità da parte di Treviso nella competizione regina, dopo troppi anni di passivi pesanti e di considerazioni su quanto le squadre nostrane fossero davvero meritevoli di un posto automatico in Champions. Se tre indizi fanno una prova, fin qui la missione può dirsi compiuta, se andiamo oltre il semplice dato delle tre sconfitte subite contro Bath, Tolone e appunto Scarlets. In classifica Treviso è ultimo al termine del girone d’andata, ma con ben tre punti tra bonus offensivi e difensivi e un impatto davvero importante in tutte le tre gare giocate fin qui, anche nella sconfitta in terrra inglese contro Bath per 23-0. I biancoverdi non hanno né il peggior attacco (il 17esimo del torneo) né la peggior difesa (la 16esima), dati che rappresentano già un netto miglioramento rispetto all’ultima partecipazione nella competizione risalente al 2015/2016.

 

Con 57 punti, per esempio, il Benetton ha già segnato più punti di quanti non ne avesse segnati in tutta la fase a gironi di due anni fa, appena 53 (e 27 in tre partite); quel Treviso, allenato da Umberto Casellato, aveva subito inoltre ben 118 punti da Munster, Leicester e Stade Francais (contro gli 86 attuali), giocando per due volte in casa a differenza della versione 2017/2018. In quell’annata, naturalmente, il Benetton concesse sempre il punto di bonus offensivo all’avversario, mentre in questa stagione i Leoni hanno regalato i cinque punti soltanto agli Scarlets, ma nel modo in cui conosciamo e costringendo i gallesi a marcare la quarta meta soltanto al 76′. Per di più rendendola strettamente necessaria ai fini del risultato finale.

 

 

Efficacia e qualità

I numeri sono glaciali. Raccontano freddamente la realtà, senza curarsi delle trame che si sviluppano in campo. Nel caso del Benetton Treviso si rendono indispensabili, perché offrono uno spaccato statistico del netto miglioramento biancoverde, ma come spesso succede non spiegano tutto. La rinnovata immagine della squadra in Europa passa anche dalle cosiddette intangibles, ovvero tutto quell’insieme di dettagli che non entrano nelle classifiche numericamente ma che sono fondamentali ai fini della buona riuscita di un’azione offensiva o difensiva.

 

Contro gli Scarlets, per esempio, velocità e precisione nelle esecuzioni sono state di livello notevole, ad eccezione per alcuni errori fisiologici nel corso della partita. Un paio di esempi: lo scambio Lazzaroni-Ruzza con break in mezzo al campo del secondo, e la meta di Hayward con la bella corsa di Benvenuti e il sostegno+sponda non banale di Tiziano Pasquali.Nei punti d’incontro, dove i Leoni erano stati domati non più tardi di una settimana fa da Leinster, Treviso ha progressivamente alzato la voce nel corso del match ed è riuscito a rifornire l’attacco con palloni più rapidi e puliti rispetto a quanto visto finora in stagione.

 

Anche la stessa fase offensiva è stata abrasiva e avanzante in maniera piuttosto clamorosa, sempre considerando l’uomo in meno e tutte le conseguenze che possono derivare dall’inferiorità numerica. A stupire, in questo senso, è stata soprattutto l’ottima copertura del campo da parte degli uomini di Kieran Crowley, con la mediana che aveva sempre un buon numero di opzioni a disposizione per continuare ad alzare il ritmo. In alcuni momenti è mancata una maggiore armonia, complice anche la partita non perfetta di Allan, ma l’efficacia delle giocate dei singoli è senz’altro da rimarcare: su tutti, hanno brillato per quantità di lavoro svolto in attacco Barbieri, Ruzza, Ioane e Esposito, con le due ali caparbie nell’andare a ricercare palloni giocabili anche fuori dalla loro zona di competenza.

 

 

E allora, dov’è stata persa?

Il 66% di possesso e il 68% di territorio a favore del Benetton Treviso ci ricordano non solo per l’ennesima volta la grande partita giocata dai Leoni, ma anche quanto poco possano dire di una partita questi due dati. Soprattutto se poi la percentuale di placcaggi riusciti è appena del 77%. Negli ultimi cinque minuti di gara, in cui gli Scarlets hanno marcato i 12 punti decisivi, a Treviso è sembrata mancare la lucidità per resistere agli assalti gallesi, che comunque hanno dovuto letteralmente aggrapparsi al talento di Steff Evans (meta, break e assist decisivi) per ribaltarla.

 

Difficile pensare che la squadra di Crowley abbia avuto paura di vincere, data la straordinaria rimonta dal 21-7 al 21-28; piuttosto, i Leoni sembrerebbero aver pagato il grande sforzo compiuto nel giocare in 14 ad un tale livello di intensità (e la brutta copertura di Hayward sulla meta finale), oltre ad essere scesi in campo con cinque minuti di ritardo. Ma se l’inizio e la fine sono stati oggettivamente non all’altezza della situazione, nel mezzo il Benetton Treviso ha stroncato ogni velleità di facile vittoria per gli Scarlets. Nel replay del prossimo weekend, i biancoverdi proveranno a completare l’opera. Forse anche per questo James Davies era così contrariato.

 

Daniele Pansardi

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