Struttura e libertà, il nuovo gioco delle Zebre raccontato da capitan Castello

Le parole del capitano dei ducali nel post partita di Edimburgo, che racconta lo stile di gioco bianconero

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ph. Luca Sighinolfi

EDIMBURGO – Le Zebre Rugby non sono riuscite a bissare il successo ottenuto lo scorso anno nella capitale scozzese (allora si giocò al BT Murrayfield) ma venerdì sera, al Myreside contro Edinburgh, hanno raccolto qualcosa di, forse, ancora più prezioso di una vittoria. Hanno dimostrato, su un campo ostico e contro un avversario disperato che, dopo tre sconfitte consecutive, si trovava di fronte alla prima, vera crisi stagionale, di potersela giocare davvero con chiunque e, dopo tutte le delusioni del passato, di essere finalmente una squadra capace di imporre il proprio gioco.

 

“C’è grande rammarico per il risultato e per come abbiamo giocato stasera, perché nelle partite scorse abbiamo fatto molto, molto meglio,” esordisce capitan Tommaso Castello nell’immediato post-partita. “Le Zebre sono molto meglio di quello che abbiamo fatto stasera, abbiamo commesso troppi errori anche di superficialità contro una squadra che ha lottato su ogni pallone e che ci ha messo davvero il cuore. Edimburgo ha vinto con merito, giocando anche un po’ sui nostri errori mettendoci sotto grande pressione fisica.”

“Noi, va detto, abbiamo avuto grandi prestazioni e in queste sei partite siamo cresciuti molto rispetto all’anno scorso ma stasera c’è grande rammarico per aver perso e il solo punto di distacco non allevia la delusione. La delusione di aver perso è molto, molto più grande del fatto di essercela giocata contro una squadra come Edimburgo.”

 

“Stasera abbiamo fatto tanti errori in tutti i reparti e in tutte le zone del campo e non voglio andare ad analizzare un solo particolare perché mi sembrerebbe sbagliato,” continua il capitano delle Zebre. “In generale siamo stati un po’ superficiali, ci sono stati tanti errori dovuti forse alla stanchezza delle ultime settimane ma quello che è sicuro è che dobbiamo subito cambiare rotta perché abbiamo dimostrato di essere un’altra squadra rispetto a quella vista in campo stasera. Oggi si è visto che se non siamo al massimo delle nostre forze facciamo fatica.”

 

“Il sistema di gioco che Bradley ha importato è improntato sulla velocità e abbiamo un sistema di gioco che, nonostante sia strutturato e richieda, da parte nostra, attenzione e dedizione, ci lascia comunque molta libertà. Possiamo giocare, possiamo provare a sbagliare e tante volte viene anche la giocata giusta; purtroppo, mi ripeto, stasera abbiamo commesso molti errori però il modo di giocare è cambiato. Per esempio anche quando siamo dentro i nostri 22m il coach vuole che proviamo sempre a giocare l’ovale e questo per un giocatore è sempre positivo. Abbiamo tanti impegni importanti davanti a noi adesso e cercheremo di affrontarli al meglio; abbiamo due settimane di coppa prima di sfidare di nuovo i Cheetahs il 28 ottobre, una squadra competitiva che abbiamo già affrontato.”

“Adesso abbiamo due gare di Challenge Cup, una competizione in cui sappiamo di poter dire la nostra e in cui metteremo sicuramente lo stesso impegno messo nelle prime sei gare di PRO14. Dal mio punto di vista è sempre bello giocare in Europa perché hai la possibilità di sfidare squadre che non hai mai affrontato e che giocano un rugby diverso rispetto a quello cui siamo abituati, come le squadre francesi, per cui il tutto è davvero stimolante. Prepariamo la prossima partita come sempre, con la stessa attitudine e cercando di andare a fare risultato ad Agen; sappiamo che le squadre francesi in casa sono sempre difficili da sfidare ma proveremo a fare bene.”

 

di Matteo Mangiarotti

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