Un po’ rugby un po’ basket: Gatland e i blocchi neozelandesi

Il tecnico Lions chiede attenzione: penalizzati in diverse situazioni

Jonathan Sextob british & irish lions

ph. INPHO/Billy Stickland

Mancano pochi giorni al primo Test tra All Blacks e Lions, che si affrontano sabato ad Auckland. Una sfida di enorme interesse e che, dopo le vittorie della selezione contro Crusaders e Maori, si promette più combattuta del previsto. A dirigere l’incontro Jaco Peyper a cui sono stati rivolti alcuni messaggi da parte di coach Gatland.

 

Nel mirino del tecnico neozelandese della selezione sono finiti i blocchi: una situazione che si verifica con sempre maggior frequenza anche per la consuetudine di mandare a vuoto i giocatori o di giocare sotto/dietro la loro schiena. Giocatori che si trovano in condizione di ostacolare la difesa, rompendo la scalata oppure – appunto – portando dei blocchi in stile basket. “Succedono talmente tante cose lontano dalla palla, che è frustrante vedere il numero di blocchi fatti contro di noi“, ha dichiarato Gatland in conferenza stampa. Un’area su cui è molta l’attenzione dei direttori di gara: “L’abbiamo fatto presente tante volte agli arbitri. Se si riascolta il microfono, si sente che ne parlano molto durante il gioco; ma è difficile sanzionare, perché sono situazioni che si verificano lontano dalla palla”.

I blocchi arrivano anche in situazione di palle alte: “In un paio di partite non siamo stati in grado di contestare le palle alte per le interferenze a terra […] Abbiamo raccolto in video tante di queste situazioni: dobbiamo essere consapevoli che è così”.

 

Risponde il flanker All Blacks Jerome Kaino: ” Se stiamo nelle regole, non credo sia un problema. Non possiamo certo giocare preoccupandoci pensando troppo all’arbitro. Si gioca al fischio, ti devi adattare. Dobbiamo concentrarci sulle nostre forze”.

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