Assegnato domenica il titolo della BT Women’s Premier League. Il punto sull’intero movimento
EDIMBURGO – “Ogni anno, ci sono miglioramenti, tutte le ragazze migliorano e la competizione in campionato diventa maggiore, perché la crescita si vede non solo dal punto di vista della preparazione fisica, ma anche dal punto di vista della tecnica. Se consideriamo quante giocatrici del gruppo della Scozia erano in campo oggi in questa gara possiamo avere un’idea del grande lavoro che Shade Munro e il suo staff stanno facendo dietro le quinte. Il risultato è stata una bella partita, una vetrina per il rugby femminile scozzese ed è stato fantastico avere questa opportunità. Queste sono le gare che ci dà soddisfazione giocare, sono le gare che vogliamo giocare, gare dal risultato sempre in equilibrio, molto fisiche, che ci permettono di dimostrare, sotto pressione, il nostro valore come giocatrici e come squadra.” Parole di Lisa Martin, capitana della Scozia femminile e apertura delle Murrayfield Wanderers, che con il successo ottenuto domenica sulle ‘rivali di sempre’, le Hillhead/Jordanhill RFC, si sono confermate Campionesse di Scozia per il terzo anno di fila.
Il rugby femminile in Scozia, dopo le ‘paure’ di qualche anno fa – ricordiamo che la federazione è stata vicinissima alla chiusura della rappresentativa femminile, prima dell’accordo di sponsorizzazione con il colosso delle telecomunicazioni britanniche, BT, che ha portato fondi freschi per lo sviluppo di tutto il rugby di base, sta vivendo un periodo positivo. Se manca ancora una vittoria ‘recente’ al Sei Nazioni di categoria – l’ultimo sorriso per le Dark Blues risale all’ormai lontano 2010 – ed è stata fallita la qualificazione alla WRWC2017 cedendo due volte nel doppio-confronto con la Spagna, le prestazioni delle ragazze scozzesi sono, nelle ultime uscite, molto incoraggianti, perché hanno, in poco più di un anno, ridotto il gap (molto ampio) che le separava dalle migliori squadre europee.
Undici delle ventitré convocate per l’andata dello spareggio con la Spagna sono membri di una BT Sport Scottish Rugby Academy, una vera e propria fucina di talenti che, da qualche anno, ha rimpiazzato il vecchio sistema di sviluppo del rugby di base (sia maschile, che femminile) ed è uno dei fattori dei netti miglioramenti dal punto di vista fisico e tecnico. Tra le fila delle Hillhead/Jordanhill gioca Jade Konkel, prima e finora unica giocatrice professionista scozzese. Nonostante sia l’unica a fare l’atleta a tempo pieno come lavoro, dimostra di essere rimasta coi piedi ben piantati per terra. Quando le chiedo se si sente un esempio da seguire per le sue compagne, cui può insegnare qualcosa, dice subito che “il rugby è uno sport di squadra. Una persona, da sola, non fa la squadra e tutte, tutti hanno qualcosa da imparare e da insegnare agli altri. Abbiamo tante personalità diverse in squadra, che insieme formano il nostro gruppo. Essere una ‘pro’ è una grande esperienza, perché puoi concentrarti sull’allenamento e nei dettagli, ma quando scendi in campo si gioca in quindici e non importa quale sia la tua professione al di fuori”.
Il campionato domestico scozzese è dominato da Wanderers e Hills, come detto, ed è composto da una BT Women’s Premier League cui partecipano 8 squadre e dove giocano molte delle ragazze che formano il gruppo della Nazionale di coach Shade Munro, e due categorie inferiori (BT National 1 e 2). Domenica scorsa, su uno dei campi di allenamento che sorgono dietro il West Stand del BT Murrayfield, le due squadre si sono giocate il titolo nell’ultima giornata di campionato; le Wandies hanno vinto 18-12 al termine di una bella gara, giocata a viso aperto da entrambe e decisa da una meta in avvio di ripresa.
Come per il rugby domestico maschile, anche la femminile ha la sua coppa, che si chiama Sarah Beaney Cup; la coppa è intitolata alla memoria di Sarah Beaney, giocatrice delle Murrayfield Wanderers (che in aprile hanno conquistato il dodicesimo titolo, il quarto di fila) scomparsa prematuramente in un incidente d’auto undici anni fa.
di Matteo Mangiarotti
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.