Dan Carter sugli All Blacks: “Forti anche senza di me e gli altri”

L’ex apertura fotografa il momento dei campioni del mondo dopo il suo addio alla nazionale

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Torna a parlare dopo lungo tempo Dan Carter, che al The Times racconta la sua nuova vita in Francia ed esprime la sua opinione sugli All Blacks dopo il suo addio all’attività internazionale coinciso con la vittoria della Rugby World Cup 2015: “In realtà non sono stato sorpreso del rendimento dei miei ex compagni negli ultimi tempi: qualcuno pensava che con il mio addio e quello di McCaw e gli altri ci sarebbe stato un calo della squadra, ma così non è stato. Si è lavorato su alcuni ragazzi inizializzandoli al ruolo di leader nei punti chiave del gioco, in maniera da non trovarsi scoperti nel periodo di transizione successivo al nostro addio”.
Carter poi si è voluto focalizzare sulla questione relativa ai mediani d’apertura e sulla prossima sfida ai Lions: “Barrett si sta meritando la maglia numero 10, ma non dimentichiamo Cruden. In questi anni è stata proprio la profondità di scelte il vero vantaggio degli All Blacks, come dimostrò anche la sfida contro i Lions nel 2005, che si riproporrà l’anno prossimo. Personalmente ricordo che all’epoca vi fu una grande pressione dei media per la serie e ci consigliarono di affidarci ad uno psicologo dello sport, che all’epoca era considerato qualcosa di stranissimo mentre al giorno d’oggi è una routine”.

Infine una conclusione sulla sua avventura nel Top 14: “Sono contento di essere arrivato in Francia, anche se devo dire che all’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica a livello familiare poichè siamo arrivati nelle settimane successive agli attentati di novembre. Quanto al gioco in campo invece non posso che essere soddisfatto: i ritmi sono più lenti ed il tutto si addice maggiormente alla mia età (34 anni, ndr)”.

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