Conor O’Shea e Mike Catt: la nuova Italia del rugby si presenta ufficialmente

Il tecnico irlandese: serviranno lavoro e tanta collaborazione, ma il talento c’è e possiamo essere competitivi

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Si è svolta a Milano la presentazione del nuovo staff tecnico della Nazionale azzurra, alla presenza del Presidente Alfredo Gavazzi, del nuovo Commissario Tecnico Conor O’Shea e dei suoi assistenti Mike Catt (trequarti e skills) e Giampiero De Carli (mischia).

 

Alfredo Gavazzi: abbiamo pensato ad uno staff giovane, con persone esperte di formazione e già con esperienza nell’alto livello. Questo giusto mix lo si ritrova con Conor O’Shea, Mike Catt e Giampiero De Carli. Siamo fiduciosi del prossimo lavoro, sappiamo benissimo che nessuno fa miracoli e che la crescita passa dal lavoro costante e quotidiano. Le premesse sono positive, abbiamo impostato un lavoro molto più completo e coordinato e speriamo che questo dia frutti nel nome della collaborazione e della crescita del rugby italiano. In tour ci saranno l’allenatore delle Zebre e un tecnico di Treviso proprio per favorire l’integrazione.

 

Conor O’Shea: sono onorato, fiero ed emozionato di aver avuto l’opportunità di allenare l’Italia per i prossimi quattro anni. Non vedo l’ora di lavorare con Gianluca Guidi alle Zebre e Kieran Crowley a Treviso, perché lavorare assieme sarà molto importante. Si tratta di costruire relazioni perché è l’unico modo per raggiungere risultati: lo faremo parlando molto con i giocatori e con gli staff.
Uno dei primi obiettivi è aumentare la profondità della squadra in collaborazione con le franchigie. In questo tour abbiamo la possibilità di vedere diversi giovani, il gruppo ha molte potenzialità e con la giusta mentalità può ambire a divenire la miglior Nazionale azzurra di sempre.
Cosa mia spetto dal Tour di giugno? Che la squadra si diverta in campo, offrendo gioco e vincendo tre partite: lo voglio io ma lo vogliono anche i ragazzi. Ci saranno diverse scusanti, il viaggio, l’assenza di pedine importanti, ma dobbiamo impegnarci molto.
Vorrei che i miei risultati migliori arrivassero negli ultimi due anni, anche se ovviamente spero di averli da subito crescendo partita dopo partita. Sono una persona positiva, guardo il bicchiere sempre mezzo pieno. Se pensassi che questa squadra non potrà competere con le più grandi non sarei qua. Certo sarà dura, ma noi vogliamo che l’Italia sia competitiva: ci sono tanti giovani con potenziale, il talento non manca. Certo è facile avere entusiasmo oggi, ma la vita è fatta di sfide e dobbiamo affrontare questa tutti insieme: con Treviso, con le Zebre e con la Federazione.
Contro l’Inghilterra e la Scozia all’ultimo Sei Nazioni c’è stato momento di rottura mentale: dobbiamo lavorare anche mentalmente con i giovani ma non solo, c’è un gap e dobbiamo colmarlo. E’ dura ma lo sport è fatto di situazioni dure. Se vinceremo ci sarà ancora entusiasmo e voglio che i tifosi siano fieri di noi.
Il rugby è la mia passione, guardo le partite ed è facile conoscere i giocatori. Credo che alcuni non siano abbastanza pronti fisicamente per l’alto livello e di conseguenza tutta la squadra ne soffre. Questo non deve succedere, né qui né in Pro12: non importano talento e abilità se non hai la giusta preparazione fisica, perché altrimenti gli ultimi trenta minuti sei destinato a soccombere.

 

Mike Catt: sono molto entusiasta e onorato di poter far parte dello staff di Conor. C’è molto potenziale nella squadra italiana e voglio fare al meglio dando continuità. Avere una buona fase di conquista in mischia e touche è il punto di partenza, per riuscire a marcare mete bisogna poi leggere la situazione e prendere decisioni in base a ciò che c’è davanti, e alleneremo questo aspetto così come lo mettevo in pratica da giocatore. Faremo allenamenti sotto pressione e con alta intensità e da ogni seduta ci aspettiamo tanta qualità. Li spingeremo in quella direzione. Comunque l’Italia storicamente ha una propria identità che va mantenuta ed ampliata.

 

Giampiero De Carli: durante la gestione Brunel sono entrato in uno staff che già lavorava da due anni e mezzo e non è mai facile. Oggi si riparte da capo e le sensazioni sono positive. Però come hanno detto Conor e Mike è facile oggi dire che siamo pronti, sono convinto che in italia c’è qualcosa che va rivisto. C’è passione, ci sono persone che lavorano duramente e sono sicuro che con questa guida tecnica potremo migliorarci. Serve il giusto modo per essere collaborativi.

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