Aviva Premiership 2014-15: al via la nuova stagione

Inizia nel weekend il campionato inglese. Tre squadre davanti a tutti, ma dietro in molti si sono rinforzati

ph. Paul Harding/Action Images

Per molti, giocatori in primis, resta il campionato più impegnativo e logorante. Se il Top 14 non scherza, pure la Premiership non si è tirata indietro in quanto a mercato. Dopo la vittoria dello scorso anno di Northampton sono tre le squadra che partono un gradino avanti: gli stessi Saints, Saracens e Leicester. Dietro a queste, Gloucester, Harlequines, Bath e Sale reclamano un ruolo da protagonista. Con un occhio di riguardo ai molti italiani che da quest’anno militano nel campionato inglese…

 

Northampton: i vincitori della scorsa stagione si presentano al via confermando quasi in blocco la squadra che ha battuto i Saracens nella finale del 31 maggio. I Saints partono con l’obiettivo di confermare quanto di buono fatto nelle ultime stagioni, e con un occhio ad un girone terribile in Champions, dove trovano i cugini Saracens e Sale, oltre ai francesi del Clermont. E con Leicester e Gloucester parecchio rafforzate, confermarsi sarà davvero dura.

 

Saracens: l’anno scorso due finali perse (Premiership ed Heineken) ma una solidità che non ha mai smesso di impressionare. I Sarries ripartono senza l’esperienza e il carisma di Borthwick, uno che dentro e fuori dal campo fa sentire la sua presenza. Gradi di capitano ad Hargreaves, e chili e centimetri aumentati con l’arrivo di Big Jim Hamilton, chiamato ad una stagione da protagonista dopo quella altalenante in Top 14. Assieme al gigante scozzese è arrivato da Montpellier pure l’argentino Figallo, mentre se ne è andato Michael Tagicakibau. Hanno tutte le carte in regola per arrivare anche quest’anno fino in fondo. Placcaggi e divertimento assicurato con in campo Jacques Burger.

 

Leicester: la sconfitta di un punto nella scorsa semifinale contro i Saints ancora brucia, ma le Tigri sono di nuovo pronte a ruggire. Assieme a Sale e Gloucester è la squadra che più si è rinforzata. Vero che questa sarà la stagione del dopo Flood (e molto dipenderà dal gioco espresso da Freddie Burns), e vero che pure Mafi, Waldrom e molti altri se ne sono andati, ma la voce “arrivi” non lascia indifferenti. La pesca a Monigo ha portato Ghirladini, Rizzo, Barbieri e Loamanu, mentre dall’Emisfero Sud arriva un certo Brad Thorn, che nonostante gli anta in arrivo darà il suo contributo. Girone di ferro in Champions (Tolone, Ulster e Scarlets), ma la profondità e la qualità giusta per non sfigurare né qui ne là.

 

Gloucester: dopo il pessimo nono posto dello scorso anno, i Cherry & Whites hanno cambiato il cambiabile. Sono arrivati David Humphreys e il biondo Laurie Fisher, rispettivamente da Ulster e Brumbies, se ne è andato Freddie Burns ma è arrivato James Hook, si sono ritirati Tindall e Simpson-Daniel ma la rosa può ora contare su Tom Palmer, mentre Afoa e Hibbard si faranno sentire in prima linea. Molto dipenderà da quanto i due neo coach sapranno dare identità ad una squadra profondamente cambiata, ma che riparte con grosse motivazioni. Posto che le prime tre sono un passo avanti, potrebbero giocarsi un posto in semifinale con Bath e Harlequines. Stagione importante per Twelvetrees, confermato capitano nell’anno del Mondiale.

 

Bath: condannati a rimanere fuori dalle semifinali la scorsa edizione nonostante gli stessi punti degli Harlequines, Bath riparte con una squadra rinforzata dagli arrivi del giovane pilone Henry Thomas e del trequarti Sam Burgess. Quest’ultimo, proveniente dal mondo League, rappresenta una vera e propria scommessa.

 

Harlequines: campioni nel 2012, i tutti colorati schierano al blocco di partenza le mete assicurate delle due nuove ali Marland Yarde e Asaeli Tikoirotuma. Nell’anno della RWC, il quartetto Joe Marler, Chris Robshaw, Danny Care e Mike Brown è atteso da una grande stagione.

 

Le altre: un occhio di riguardo alle “italiane” Sale (Alberto De Marchi e McLean), Wasps (Masi, Festuccia e da questa stagione Cittadini) e Newcastle (Furno, oltre ad Alisana e Anitelea Tuilagi).

 

Di Roberto Avesani

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